FOCUS sulla Prolattina (prl) in quali condizioni fisiologiche e patologiche aumenta?
A cura del Dottor Professor Aldo Ercoli
L’aumento della prolattina nel sangue (iperprolattinemia) rientra nella sindrome da ipersecrezione ormonale dell’ipofisi, la ghiandola madre che controlla la tiroide (TSH), surreni (ACTH), crescita (GH), organi genitali (ovaie, testicoli: LH, FSH).
Quello che rende unica la prolattina (PRL) è una caratteristica tra gli ormoni ipofisari: è sottoposta ad un controllo centrale, prevalentemente di tipo inibitorio, dovuto alla soppressione mediata dalla dopamina della liberazione della prolattina stessa. In termini più semplici, la secrezione della PRL si trova soprattutto sotto il controllo inibitorio della dopamina ipotalamica.
Ma che cos’è l’ipotalamo? E’ quella porzione di encefalo situata sotto il talamo (sta più in alto e controlla l’ipofisi), che forma il pavimento del terzo ventricolo. Grazie a lui, l’encefalo (il cervello) e l’ipofisi sono strettamente interdipendenti. E’ l’ipotalamo che li raccorda e dirige. Basti pensare che in lui si trovano i centri superiori del sistema neurovegetativo; in particolare i centri regolatori del sonno e della veglia, della fame e della sazietà, della temperatura corporea e di tutta la secrezione delle ghiandole endocrine ipofisarie.
Non entro in merito alla produzione di ormoni ipotalamici chiamati “releasing factors” pertinenti la stimolazione ipofisaria dell’ormone tireotropo (TSH), né in quello delle gonadotropine LH (o ormone luteinizzante) o FSH (follicolo stimolate), né tantomeno sull’ormone somatotropo (GH) o sulla secrezione dell’ACTH (adrenocorticotropo prima che agisce a livello delle surrenali). Voglio concentrarmi sul controllo ipotalamico dell’ipofisi relativo alla secrezione di prolattina, ossia di un ormone ipofisario che riguarda la gravidanza e la lattazione. L’ipotalamo ha due ormoni antagonisti: il primo, quello inibitorio già descritto (la dopamina), il secondo, quello favorente il rilascio della prolattina, rappresentato soprattutto dal TRH (ormone favorente il rilascio della tireotropina) ma anche del VIP (polipeptide vasoattivo intestinale). Perdonatemi questa lunga premessa di fisiologia endocrinologica ma credo che sia indispensabile non solo per chiarire la messa in circolo della prolattina ma anche per far capire che l’ipofisi, la ghiandola madre, è sotto il controllo di un centro superiore, vale a dire l’ipotalamo… che la raccorda con l’encefalo.
Quando aumentano i livelli di PRL (prolattina)? Di norma durante la gravidanza, favorendo lo sviluppo mammario e la successiva lattazione (sollecitata dalla stimolazione dei capezzoli). La prolattina induce e mantiene la lattazione e, nel contempo, diminuisce la funzione e gli impulsi riproduttivi.
A parte questa fisiologica azione quando si può parlare di iperprolattinemia (livelli superiori a 200-100 ng/ml)? La causa più frequente è imputabile agli adenomi ipofisari (tumori benigni) che secernono la prolattina detti iperprolattinomi. Un’iperprolattinemia meno elevata (inferiore a 100 ng/ml è di norma dovuta a numerosi farmaci: clorpromazina, perfenasina, aloperidolo (Haldol), metoclopramide (Plasil), oppiacei, amitriptilina (antidepressivo), anti-H2 (inibitori della pompa protonica, gastroprotettivi), calcioantagonisti (antipertensivi; alcuni anche antianginosi e capaci di ridurre la frequenza cardiaca), estrogeni (pillola anticoncezionali). Da aggiungere l’insufficienza renale, l’ipotiroidismo, l’ipoglicemia durante l’esercizio fisico. Anche gli inibitori del reuptake della serotonina possono far aumentare i livelli normali di prolattina. La serotonina oltre a stimolare la muscolatura liscia dell’apparato digerente è anche (assieme al GH) un ormone della crescita e ha effetti sul sistema nervoso centrale (specie sul sonno e attenua l’aggressività). Questo spiega perché in taluni stati di stress vi sia un aumento della prolattina.
Del resto non avevamo detto che l’ipofisi è sotto il controllo dell’ipotalamo che la rapporta con l’encefalo? Che cosa comporta un’iperprolattinemia? Qual è il quadro clinico? Nelle donne causa amenorrea (assenza delle mestruazioni), galattorrea (fuoriuscita di latte dai capezzoli) e infertilità. Nell’uomo si presenta con sintomi di ipogonadismo (impotenza), mentre è rara la galattorrea.
Qual è la terapia? Qualora il paziente sia in trattamento con uno dei farmaci sopracitati è necessario, quando possibile, sospenderlo. Se l’iperprolattinemia (PRL) non ha una causa conosciuta è bene eseguire una RM dell’ipofisi. Qualora l’aumento della prolattina sia dovuto a compressione del peduncolo ipotalamico o della sella può risolvere il problema. Nei microprolattinomi la terapia medica con un antagonista della dopamina può controllare la galattorrea sintomatica al fine di ripristinare la funzione delle gonadi o, quando è richiesta, la fertilità. Nei soggetti che presentano invece un macroprolattinoma (sempre indispensabile la RM) la somministrazione di agonisti della dopamina generalmente provoca sia il restringimento dell’adenoma che una riduzione dei livelli di prolattina. La cabergolina e la bromocriptina sono i due agonisti della dopamina più frequentemente utilizzati. Bisogna però stare attenti nel dosaggio, ai frequenti effetti collaterali. Nei macroprolattinomi che non rispondono alla terapia medica è spesso necessaria la riduzione chirurgica della massa.