Lo dovrà affrontare “Flow”, un simpatico gatto nero dagli occhi dorati, nonostante la sua paura atavica dell’acqua, nel secondo film di animazione del giovane talento rivelazione Gints Zilbalodis.
“Flow”, dopo aver incantato il Festival di Cannes e conquistato quattro premi a quello di Annecy, arriva al cinema, anche in Italia, dal 7 novembre. Secondo “Variety” è tra i favoriti nella corsa all’Oscar.
In stile la vita dopo l’uomo, arriva al cinema un capolavoro dell’animazione firmato dal giovane regista lettone Gints Zilbalodis: “Flow-Un mondo da salvare”. Un’animazione fatta di pixel ma dal gusto classico che lascia intravedere il primo Disney, capace di diventare poesia. Secondo il premio Oscar Guillermo del Toro si tratta del futuro dell’animazione: “Magnifico”, ha scritto, “lascia senza fiato”.
Flow, il protagonista della storia, è un amabile gatto nero dai grandi occhi dorati. La storia, fatta tutta di animali, non antropomorfizzati e che quindi comunicano secondo il loro linguaggio, si svolge in un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi. L’arrivo di un’inondazione costringe Flow a mettersi in salvo su una barca di fortuna, insieme a un variopinto gruppo di animali. Il micio non solo dovrà superare la sua atavica paura per l’acqua ma anche imparare a convivere con gli altri passeggeri. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio farà capire a tutti che l’unione è la loro vera forza.
Dopo aver incantato il Festival di Cannes è già dato da “Variety” tra i favoriti nella corsa all’Oscar. Il giovane Zilbalodis sogna di fare cinema da quando era adolescente. Però non aveva budget né competenze, infatti il cineasta, classe 1994, non ha frequentato scuole di cinema, è autodidatta: ho imparato tutto sul campo grazie ai miei primi cortometraggi, dice. Prima ha tentato l’animazione tradizionale disegnata a mano, perché gli sembrava la tecnica più semplice, poi è passato alla computer grafica (CGI).
Penso che l’animazione possa andare più in profondità nel subconscio degli spettatori di quanto riesca a fare un film ripreso dal vivo, rimarca l’autore che ha curato praticamente tutto del suo secondo lungometraggio, dalla regia alla musica, al montaggio.
L’animazione non è influenzata da barriere culturali o linguistiche, può essere universale, e non credo che dovrebbe essere vista come qualcosa di diverso. È solo un’altra tecnica narrativa, dice.
L’obiettivo del film, che non spiega le cause dell’alluvione, è proprio offrire al pubblico un’esperienza da abbracciare, con una storia che continua a far pensare anche dopo averla vista, come afferma lo stesso regista.
La pellicola, in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione autonoma Alice nella città, ha conquistato quattro premi al Festival internazionale del cinema di animazione di Annecy: quello di miglior film assegnato da giuria, pubblico e distribuzione, e quello per la migliore colonna sonora originale, scritta dallo setto Zilbalodis con Rihards Zalupe.
Insomma, si tratta di un film capace di parlare a grandi e piccini in un linguaggio veramente universale che è, come afferma “The Hollywood Reporter”: un’esperienza gioiosa da vivere, ma anche una storia profondamente toccante, il lavoro di un talento unico che merita di essere annoverato tra i più grandi artisti dell’animazione mondiale.
Rubrica a cura di Barbara e Cristina Civinini
Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com