FESTIVAL IN UNA NOTTE D’ESTATE 2020

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LA METAFISICA DELLA BELLEZZA: LETTERE DALLE CASE CHIUSE

Dalle lettere delle prostitute alla senatrice Merlin un progetto di Elena Arvigo, con Amanda Sandrelli e Elena Arvigo.

Torna in scena, lunedì 10 agosto, all’interno di “Terre vicine, terre lontane”, la 23ª edizione del Festival in una notte d’estate organizzato da Lunaria Teatro, in piazza San Matteo, a Genova, LA METAFISICA DELLA BELLEZZA – LETTERE DALLE CASE CHIUSE, un progetto di Elena Arvigo, con Amanda Sandrelli e Elena Arvigo.

Lo spettacolo nasce dal desiderio di indagare la pornografia della verità attraverso la figura della prostituta, mettendo a fuoco la reale storia delle ragazze delle case chiuse. Le case chiuse vengono abolite il 20 settembre 1958 grazie all’impegno e alla tenacia proprio di una donna, Lina Merlin, prima donna ad essere eletta in Senato, e grazie alla sua proposta di legge per eliminare lo sfruttamento della prostituzione.

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Elena Arvigo

Le lettere delle prostitute alla senatrice Merlin furono raccolte dalla stessa Merlin e da Carla Barberis (moglie di Sandro Pertini) e la loro autenticità è garantita dagli originali, oggi depositati presso un notaio.

A scrivere sono per lo più madri piene di speranza e dignità, piene di stupore e gratitudine per chi sta mostrando interesse verso la loro situazione di “donne perdute”, per chi, come la case_chiuseSenatrice Merlin, sta immaginando per loro un futuro diverso e migliore.

In questo spettacolo si cerca di definire, anche grazie ad alcune figure artistiche, la funzione profonda che esercita la puttana rispetto alla nostra idea dell’arte, del denaro e della verità stessa. La verità non è una luce che illumina il mondo con la sua splendida evidenza ma è lo sconvolgimento dell’evidenza. Ciò che consideriamo evidente non lo è affatto.

Il bordello, scrive Joyce, è la parodia della città, insopportabile per tutti coloro che accettano la verità solo come ordine, norma, il buono, il bene. Secondo la tradizione tramandata da Plinio il Vecchio è Parrasio da Efeso ad aver inventato la pornografia, ovvero, etimologicamente, la “pittura delle prostitute”. La puttana è un’immagine, un riflesso la cui intensità fa vacillare qualsiasi istanza che creda di poterla cancellare, come se si trattasse di una menzogna o di un o sbaglio. Le puttane sono le attrici della verità, una verità la cui natura è prima di tutto pornografica. Perseguitare le prostitute significa, quindi, perseguitare la verità in nome della quale la stessa persecuzione viene perpetrata.