Nonostante la pandemia sia partita proprio da un wet market, dove vengono macellati cani e gatti, è tornato il Festival di Yulin. LNDC scrive all’ambasciatore cinese in Italia e l’on. Brambilla deposita una proposta di legge. Arriva il documentario della World Dog Alliance sui cani che finiscono in pentola.
a cura di Barbara e Cristina Civinini
Sembra incredibile che al giorno d’oggi, e alla luce di una delle più gravi emergenze sanitarie della storia dell’uomo, sia ancora necessario chiedere un maggiore rispetto della vita di tutti gli esseri viventi e che questa enorme catastrofe chiamata Covid-19 non abbia insegnato a tutti che è necessario un diverso approccio e un diverso trattamento degli animali, ma questa è purtroppo la cruda realtà.
Con queste parole Piera Rosati, presidente della Lega del Cane-Animal Protection (LNDC), conclude la sua ennesima e accorata lettera all’ambasciatore cinese in Italia per richiamare la sua attenzione sull’atroce massacro di Yulin. Infatti, nonostante il Governo cinese avesse annunciato la messa al bando del consumo di carne di cane e di gatto, classificandoli come animali da compagnia, il Festival della carne è tornato puntuale come tutti gli anni: 10 giorni di sangue sofferenza. Si tratta proprio di uno dei wet market più famosi della Cina, dove le povere bestione sono uccise sul posto davanti ai clienti, in condizioni inaccettabili, favorendo, fra l’altro, il cosiddetto salto di specie di virus e batteri come avvenuto per il Coronavirus, che dal pangolino è passato all’essere umano. Forse proprio per questo, piegano gli animalisti, quasi tutti i venditori si sono spostati nell’interno, a Nanchao. Sebbene i cani e i gatti non siano più inseriti nell’elenco degli animali considerati bestiame, a differenza di quanto fatto a Shenzhen che ha ne ha messo al bando il consumo, non è prevista alcuna sanzione, ha spiega Davide Acito a “Le Iene.it” del network Mediaset, attivista fondatore di Action project animal.
Anche per questo l’ex ministro on. Michela Vittoria Brambilla, ha promosso una proposta di legge depositata alla Camera che vieta la macellazione, il commercio e il consumo della carne di cane e di gatto nel nostro Paese. Molti altri paesi l’hanno già fatto come Austria, Germania e Stati Uniti. Una legge che vuole essere un modo per riconoscere compiutamente il ruolo che questi animali d’affezione hanno assunto nella nostra società, afferma l’on. Brambilla. La presidente della LEIDAA ha anche promosso la diffusione nel nostro Paese del documentario “Eating happiness”, prodotto dal presidente della World Dog Alliance – di cui è la rappresentante per l’Italia – che mostra come vivono e muoiono in Cina, Corea e Vietnam, i cani destinati alla pentola. L’Humane Society International (HSI), che opera in difesa degli animali dal 1954, ha lanciato una petizione per fermare il massacro. Per firmare la petizione HSI: https://action.hsi-europe.org/page/56190/petition/1?&ea.tracking.id=pr
Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com