Allorquando il medico, il farmacista e il veterinario, provarono a raddrizzà i cervetrani
di Angelo Alfani
Nell’Aprile del 1923 venne spedito a Cerveteri, in veste di Commissario Prefettizio, Achille Compagnuci. Aveva il compito di levasse da torno l’Amministrazione socialista di Pietro Alfani e di fascistizzare “la popolazione, composta di oltre quattrocento famiglie di contadini”.
A metà Novembre il repulisti dei rossi e dei loro amici, annidati nelle maglie del Comune, era già bello che terminato. Cacciati due operai che lavoravano per la Volsinia, vennero assunti nuovi impiegati che da tempo mussolina vano. Si passò poi a sostituire il reggente della Farmacia comunale, conferendone l’incarico al Chimico Farmaceutico Sig. Dr. Marieni Felice. Venne riconfermato il camerata veterinario Carlo Dr. Profili e in affiancamento del dottor Travaglini Bonaventura, che con encomiabile abnegazione e valentia professionale esercitava da oltre 35 anni le funzioni di medico Chirurgo Condotto, venne riconfermato il giovane, per quanto distintissimo professionista, Elvio Buglioni. Principi e prelati, manco a parlanne, la scelta di irregimentarsi col Dux l’avevano presa da tempo.
Quanto accadde nel ventennio alle giovani generazioni cervetrane risulta ben evidenziato da una lettera del Presidente dell’Opera Nazionale Balilla, farmacista Marieni, dell’anno XII dell’era che fu, indirizzata al Sig. Calabresi Ing.re Massimo, Podestà e Segretario Politico di Cerveteri:
“Allorquando la S. V. illustrissima prese le redini di questo grazioso Paese, l’O.N.B. contava poco più di 200 tesserati fra Balilla, Piccole Italiane ed Avanguardisti: scarsissimi mezzi finanziari e priva di Sede. Riconfermato da Lei nel mio ruolo mi accinsi, in silenzioso travaglio, a riorganizzare materialmente e moralmente l’Opera stessa. Oggi il numero dei Balilla e delle Piccole Italiane è salito complessivamente a 302. Il numero degli Avanguardisti è salito a 25 regolarmente tesserati.
Balilla, P.I. ed Avanguardisti, in perfetta tenuta, hanno partecipato, perfettamente inquadrati, a tutte le Cerimonie fasciste locali. Ho istituito anche i Tamburrini, per ora in numero di tre ed è mio precipuo intendimento istituire pure una Squadra di Piccoli Moschettieri del Duce. La Sede che Lei, dopo il “Saggio Ginnico” del 24 Maggio ha voluto ufficialmente consegnarci è stata sistemata convenientemente. Dopo la visita della Commissione Ispettiva superiore ho ricevuto a Roma dal Centurione Santi Orfeo, Presidente del comitato dell’Urbe, “l’Encomio Solenne”, alla presenza di tutti i Componenti della provincia, che scattavano in caloroso applauso.
Termino il mio Rapporto, rivolgendo alla S. V. Illma, l’espressione più profonda della mia riconoscenza, in quanto ha voluto che l’O.N.B. di Cerveteri, piccola ma attiva Sezione della grande “Pupilla del Regime”, rivivesse di vita feconda ed avesse l’alto onore, attraverso la mia modesta persona, di essere lodata dalle Superiori Gerarchie del Regime. Con devozione fascista Dr. Marieni”
La Cerveteri narrata dai neri è essenzialmente un paese immaginario: il più misero scepaglio di frasi fatte e roboanti menzogne. La verità, purtroppo, era incommensurabilmente diversa.
Riporto brevi pezzi di lettere ufficiali, indirizzate al Podestà cittadino, che descrivono quale fosse la situazione della Scuola cervetrana “Pupilla dello stato di salute di un comunità”
“Riparazioni necessarie da farsi all’Edificio Scolastico: Imbiancatura a calce dei corridoi e delle aule: sono sei anni che debbono essere imbiancati. Riverniciatura dei portoni, portoncini e finestre ad olio che non avviene da più di otto anni. Riparazione radicale delle due terrazze dalle quali penetra acqua. Un’aula è stata sgombrata perché dal soffitto penetra pioggia con forte abbondanza. Occorre provvedere acciocché la scuola sia dotata di un gabinetto per uso esclusivo degli insegnanti. L’edificio ne è sprovvisto esistendo solo i gabinetti per uso esclusivo degli alunni.
Per rimediare al freddo bisogna provvedervi con dei bracieri. Ma, non trovandosi in loco, vi si può rimediarvi solo acquistando delle conche di lamiera zincata e ne occorrono dieci in quanto dieci sono le aule. Occorre riparare e rimettere e ricementare la vasca del cortile che perde dappertutto e riparare la chiavica annessa a detta fontana. Occorre sistemare il muro di cinta del cortile in modo che sia impedito ai molti ragazzacci di strada di salirvi sopra e dare fastidio, con sassi e parolacce, ad alunni ed insegnanti.
Occorrerebbe rialzarlo dall’esterno e metterci una rete metallica a maglie larghe. Richiesta che data almeno tre anni Oppure per risolvere provvisoriamente farvi mettere alla sommità con cemento dei pezzi di grosso vetro.
P.S. La foto è stata scattata all’interno del suddetto cortile della vecchia scuola, che serviva da palestra e da esercitazioni fasciste al chiuso. Risale al periodo in cui la Divisione “Dio lo vuole”, composta da militi italiani volontari a pagamento, aggredì, assieme a marocchini ed alemanni, la Repubblica spagnola.