A Santa Marinella indigna il messaggio di “Pro Vita & Famiglia” contro l’eutanasia. Maxi cartelloni shock in altre città.
Santa Marinella – Paladini della libertà di espressione, della tolleranza e della democrazia cercasi! Il tema del fine vita in Italia fa discutere, sottolinea anche come il rispetto del pensiero altrui sia definitivamente defunto lasciando posto ad insulti e discriminazione verso chiunque la pensi diversamente. Una tendenza che non risparmia nessuno, neanche i paladini della democrazia, neanche i cittadini di Santa Marinella. “18 mq di volgarità” scrive una residente davanti al maxi cartellone apparso in strada. E ancora “un 6×3 che andava censurato” .
«Alleviare la sofferenza, non eliminare il sofferente come un moscerino!» il messaggio della discordia. I manifesti mostrano una persona malata e sofferente accovacciata sul palmo di una mano accogliente, dall’alto invece incombe un pugno chiuso pronto a sopprimerla «proprio come vorrebbe fare chi spinge per l’eutanasia legale», spiega il responsabile del Circolo territoriale della Onlus. «Salvaguardare la vita fino al suo termine naturale, aiutando chi soffre anziché eliminarlo come un rifiuto».
Chi è a favore dell’eutanasia porta avanti il diritto all’autodeterminazione. Promuove la libertà di scelta anche alla persona malata.
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Non è nuova la Onlus all’uso di una comunicazione forte nelle sue battaglie. La campagna pro vita varia e si estende in molte città italiane, sui palazzi di Roma nel 2019 i cartelli ritraevano una giovane ragazza e la frase “Marta, 24 anni, soffre di anoressia. Potrà farsi uccidere. E se fosse tua sorella?”. Indubbiamente è una comunicazione che verte ad impressionare più che esporre la motivazione che li vede contrari all’introduzione di una legge in merito. Pro Vita & Famiglia Santa Marinella chiede che la proposta di legge in discussione alla Camera venga respinta senza se e senza ma: “L’Italia è un paese civile, con valori di solidarietà e umanità, sarebbe assurdo e barbaro legalizzare il suicidio dei più fragili e indifesi e divenire quindi l’ottavo paese al mondo (su 194) che hanno legalizzato il suicidio assistito”.
Come per l’aborto, (come per i vaccini) alla tendenza di imporre il proprio pensiero sulla vita degli altri, ritenendo tale pensiero l’unico “giusto”, torna la domanda “ma giusto per chi?”.