di Giovanni Zucconi
Ogni anno, di questo periodo, condividiamo con i nostri lettori i bilanci relativi al numero di visitatori di Museo e Necropoli di Cerveteri nell’anno precedente. Vi ricordo che veniamo da due anni consecutivi di decrescita dei visitatori, sia del Museo che della Banditaccia. In particolare, in due anni, il numero di visitatori complessivi erano calati del 14,98%, con un calo relativo al solo Museo del 37,62%. Era quindi comprensibile l’attesa dei nuovi dati, relativi al 2017, forniti dal Ministero. Diciamo subito che le cose sono andate meno male degli anni precedenti ma, complessivamente, abbiamo avuto ancora un lievissimo calo del 0,39%. Stiamo parlando di 286 visitatori in meno rispetto al 2016, quindi un inezia, ma comunque un calo, anche se l’emorragia degli ultimi due anni si è fermata. Complessivamente, tra Museo e Necropoli di Cerveteri, nel 2017 abbiamo avuto 72.481 visitatori, contro i 72.767 del 2016. Siamo purtroppo ancora lontani dagli 85.586 visitatori complessivi del 2014, anno in cui si è verificato il picco più recente. Nell’anno in cui i visitatori delle aree archeologiche e dei musei in Italia sono cresciuti mediamente del 10,40%, si poteva sperare in un risultato migliore. Vediamo di analizzare singolarmente i risultati del Museo e della Necropoli. Per il Museo abbiamo una gradita sorpresa. Dopo due anni, il trend negativo si è invertito, e c’è stata una piccola crescita dello 0,57%. Si è passati dagli 18.200 visitatori del 2016 agli 18.303 del 2017. Ma purtroppo siamo ancora lontanissimi dal numero di visitatori che può vantare il Museo di Tarquinia, che dovrebbe essere, se consideriamo il numero e la qualità dei reperti recuperati nelle rispettive necropoli, almeno pari a quello di Cerveteri. E invece non è così, e Cerveteri il Museo ha avuto solo un terzo dei 56.279 visitatori di quello di Tarquinia nel 2016. Per questo motivo non ci stancheremo di sottolineare ogni volta l’inadeguatezza, fin dalla sua fondazione, del Museo Etrusco di Cerveteri, assolutamente indegno e non rappresentativo della civiltà etrusca che, per un millennio, è fiorita sul nostro territorio. Servono progetti di ampio respiro se vogliamo almeno raggiungere lo stesso risultato di Tarquinia. Il Ministero deve trovare, con l’aiuto di tutte le altre istituzioni, una soluzione, anche di lungo termine, degna della nostra città. Il Sindaco Alessio Pascucci, è noto, aveva offerto al Ministero le sale del Granarone per trasferire e ampliare il Museo Etrusco. Ma impedimenti di budget ministeriale, e sicuramente altro, hanno fatto declinare l’offerta. Ma dobbiamo riprovarci, magari dopo il 4 marzo. Abbiamo bisogno di una sede più grande, più rappresentativa e più accogliente. Dobbiamo tirare fuori i reperti etruschi più belli dai magazzini strapieni e, perché no, fare ritornare qualche altro pezzo pregiato a Cerveteri. Ricordiamo, tra le altre cose, che il secondo piano del Museo di Cerveteri non è ancora accessibile ai disabili. Passiamo adesso alla Necropoli della Banditaccia. In questo caso abbiamo avuto, anche nel 2017 un piccolo calo dello 0,71%, passando da 54.567 a 54.178 visitatori. Una sostanziale tenuta, ma si poteva e si doveva fare di meglio. Ma, va ricordato, che per la Necropoli della Banditaccia esiste ancora un’oggettiva sottovalutazione dei visitatori, che falsa in modo sostanziale i dati diffusi dal Ministero. Come ci aveva già fatto osservare l’anno scorso la dottoressa Rita Cosentino, anche a nome del Soprintendente, questi numeri non fotografano esattamente il flusso di visitatori nelle nostre aree archeologiche. Cerveteri non è come Tarquinia, tanto per fare un esempio. A Tarquinia, un normale turista non può fare altro che parcheggiare la macchina davanti l’ingresso della Necropoli, pagare il biglietto, entrare nel recinto, e visitare le bellissime tombe dipinte. E, al termine della visita, può solo uscire e andare a riprendere la macchina. A Cerveteri no. A Cerveteri un normalissimo turista può passare delle ore in una splendida area archeologica finalmente sistemata e resa fruibile, senza dover nemmeno pagare il biglietto per entrare nel recinto della Necropoli della Banditaccia. E chi frequenta, a qualsiasi ora, le nostre aree archeologiche, sa benissimo di cosa sto parlando. Sa benissimo quanta gente si incontra, e che passeggia tra i Grandi Tumuli o le Tombe del Comune. Che fa lunghe passeggiate, magari con i bambini in mano, sulla bellissima via Sepolcrale, ultimamente arricchita e valorizzata dai volontari del NAAC. O che percorre, ammirato, la splendida Via degli Inferi, resa ancora più lunga e imponente dai lavori dei volontari del GAR. O che passeggia tra le tombe arcaiche della Necropoli del Laghetto, ripulita e riportata a splendore dai volontari del GATC. E non possiamo non citare anche tutti i visitatori che, nel 2017, hanno partecipato alle numerose iniziative dei volontari di NGE, che hanno aperto al pubblico le meravigliose aree archeologiche che hanno recuperato e valorizzato. Stiamo parlando di aree importanti come Greppe di Sant’Angelo, quella che ha restituito il vaso di Eufronio, o la Necropoli del Sorbo, per fare due esempi. Non di piccole cose. Lo stesso si può dire per tutte le iniziative organizzate da GAR e NAAC per accogliere i visitatori nelle straordinarie aree che manutengono e valorizzano da anni. In tutti questi casi ci sono state centinaia di visite per le quali non è stato emesso nessun biglietto, e quindi non sono state conteggiate nei numeri ufficiali del Ministero. Ma erano tutti visitatori che avevano scelto Cerveteri per passare una giornata tra le bellezze delle sue aree archeologiche. Cerveteri non è solo Museo o Banditaccia. Cerveteri è uno straordinario e complesso sistema di aree archeologiche, in gran parte fruibili, che deve essere considerato nel suo insieme. Sia quando si programmano gli investimenti, anche di comunicazione, sia quando si misurano i risultati in termini turistici.