IL COMUNE INCONTRA LA CATEGORIA E ANNUNCIA LE SCOGLIERE CON I 6 MILIONI DELLA REGIONE, MA PER SVILUPPARE IL PIANO CI VORRANNO ALMENO DUE ANNI.
I balneari chiamano, il Comune risponde. A Ladispoli si parla di scogliere e di come fronteggiare il tema spinoso dell’erosione, in un periodo in cui va tutto storto per la categoria per le ormai celebre concessioni a rischio tra un paio d’anni.
Un nodo irrisolto che ha gettato nello sconforto tutti, soprattutto che ha effettuato investimenti importanti per migliorare la struttura ed offrire più comfort alla clientela. Però è anche opportuno difendersi dall’avanzare del mare e in gioco non ci sono soltanto le spiagge gestite da privati, anche quelle libere meta di residenti e turisti. Più passa il tempo, più lo spazio diminuisce.
L’incontro in municipio. «Il progetto ci piace, e verrà realizzato entro due anni nella speranza di essere ancora qui al nostro posto». Soddisfazione per il piano anti-erosione; sarcasmo invece per il tema spinoso delle concessioni a rischio cancellazione. A Ladispoli gli operatori del settore, come evidenziato da Ugo Boratto, presidente dell’Assobalneari e titolare di uno stabilimento a San Nicola, vivono emozioni contrastanti. Intanto però si consolano con l’ufficialità di un iter tortuoso ma che finalmente metterà un freno all’erosione, si parla di 18-24 mesi. L’intero prospetto è stato presentato nell’aula consiliare di Palazzo Falcone alla presenza degli operatori del settore, circa una trentina tra Ladispoli e Marina San Nicola. Incontro che era stato chiesto proprio dai privati e poi concesso dall’amministrazione comunale. «Siamo soddisfatti comunque – parla Boratto – anche perché dei tecnici molto seri hanno spiegato punto per punto il progetto che intendono realizzare e che, a dire la verità, sembra molto valido. Non hanno lasciato nulla al caso. Certo, i tempi di attuazione sono lunghi, compresa l’esibizione di tutta la documentazione. L’importante però è che i sei milioni di euro di finanziamento siano sicuri ed utilizzabili per salvare il nostro litorale da troppo in balia dell’erosione».
Le tappe prevedono intanto la convocazione della Conferenza dei servizi entro 60 giorni. Poi compito del Comune sarà quello di preparare la gara pubblica ad evidenza europea. Nulla potrà ostacolare l’inizio dei lavori che di certo non saranno conclusi prima dell’estate 2022. «Sappiamo bene – prosegue il presidente di Assobalneari – che è impossibile poter avviare il cantiere in piena stagione. Almeno con calma si potrà stabilire se procedere con le barriere a forma di T, che restituiranno anche la sabbia agli arenili, o magari con quelle soffolte che appaiono meno invasive dal punto di vista estetico».
Tra le zone più colpite di Ladispoli c’è il lungomare di via Marco Polo. I balneari si tolgono qualche sassolino dalla scarpa. «Stiamo pagando – afferma Marco Lazzeri, proprietario dello stabilimento Tritone – i danni causati dai precedenti lavori che di fatto vennero bloccati dalla Regione. Non è un bel momento per noi. Va bene anche attendere due anni, ci mancava pure la spada di Damocle delle concessioni balneari. Lo Stato ci aveva garantito che per 12 anni non avremmo avuto noie e da bravo cittadino abbiamo pagato anche le imposte di registro scoprendo che non vale più nulla e tra due anni forse riceveremo un calcio nel sedere».
Le scogliere grazie ai sei milioni e 200mila euro della Pisana riusciranno a coprire quasi per intero il litorale, tranne San Nicola. In più ci sono 200mila euro dirottati nell’area della palude di Torre Flavia, sito minacciato dalle mareggiate. «I balneari – conferma Filippo Moretti, delegato alle Aree protette di Ladispoli – li ho visti interessatissimi in aula consiliare con domande propositive. L’esposizione di questo piano è stata lunga e articolata ma accettato. Vediamo nei prossimi giorni se la categoria presenterà delle impressioni formali». Chi resta invece scoperta da ogni contributo economico è Marina di Cerveteri. Anche sulla costa etrusca l’erosione ha creato danni ai balneari che hanno chiesto più volte aiuti concreti senza essere mai ascoltati.
La Palude. Come detto in precedenza, fari accesi anche sulla Palude di Torre Flavia. Sono più di mille le firme raccolte dai volontari per chiedere alla Regione Lazio la salvaguardia dell’oasi protetta. L’iniziativa era stata lanciata in estate dal delegato cerveterano, Roberto Giardina, sposata da Scuolambiente, Salviamo il paesaggio litorale Roma Nord, dall’associazione Nautica di Campo di Mare e dallo stabilimento “Ezio alla Torretta”.
Le firme sono state inviate alla Regione, all’Area metropolitana e al comune di Cerveteri.