EROSIONE E BOLKESTEIN

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IL FUTURO È SEMPRE PIÙ INCERTO PER I BALNEARI. «QUALI INVESTIMENTI SE LE SPIAGGE CONTINUANO A SPARIRE?»

Erosione ma anche Bolkestein. Il futuro dei balneari è sempre più avvolto dalla nebbia. E le due problematiche che attanagliano la categoria sembrano anche collegate tra di loro. «Negli ultimi giorni le mareggiate ci hanno dato il colpo di grazia. La situazione è davvero tragica e con la Bolkestein in prospettiva è ancora peggio. Quali investimenti in una città dove il mare rischia di cancellare le spiagge?».

Lo sfogo di Marco Lazzeri, proprietario del Tritone in via Marco Polo, fa un po’ capire quale sia lo stato d’animo di chi ha dovuto rinunciare a file di ombrelloni in estate. C’è un dato emblematico per quanto riguarda Ladispoli e a spiegarlo è il presidente di Assobalneari.

«Quasi tutti i gestori degli stabilimenti hanno avuto delle difficoltà – conferma Ugo Boratto –più o meno, nella media, abbiamo rinunciato a una fila di ombrelloni che in termini numerici equivale almeno a 40 pezzi. Se sommiamo tutte le strutture, e sono trenta, si arriva ad un ammanco vicino ai 200mila euro complessivi. È difficile quantificare esattamente ma l’erosione, in particolar modo in questa estate sia a Ladispoli che a Marina San Nicola, per noi è stata un incubo e qui andrà sempre peggio. Da tanti anni attendiamo questo benedetto progetto delle scogliere».

Ora a preoccupare però è la Bolkestein e la proroga alle concessioni demaniali fino al 2027 stabilita dal governo. «Non è solo il rinvio a farci restare nel limbo – evidenzia ancora Boratto – ma anche il fatto che nel decreto legge non si faccia assoluto riferimento al valore aziendale qualora il concessionario non riesca o non possa accedere alla nuova concessione».

L’incertezza è una spada di Damocle per gli operatori del settore. E il rebus riguarda anche gli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni. Tra il lockdown, l’emergenza sanitaria da covid, e la Bolkestein sempre lì in agguato, pochi o quasi nulli sono stati gli interventi per migliorare le strutture. Il rischio è che i dubbi non saranno sciolti nell’immediato.

«A meno che – conclude il presidente Boratto – oltre a parlare di lavori sulla propria struttura non ci si metta in rete per realizzare, con gli altri gestori, qualche progetto come ad esempio lo scogliere contro l’erosione».

Il piano B sarebbe quello del sabbiodotto già portato all’attenzione del Comune prima dell’inizio della stagione estiva. I titolari delle concessioni demaniali si erano detti pronti ad andare incontro all’amministrazione mettendo a disposizione delle risorse economiche, anche ingenti, per poter procedere con il ripascimento degli arenili divorati dalle mareggiate in questi ultimi mesi.

Tutto grazie alla realizzazione, come già fatto a Fiumicino di un sabbiodotto in grado di accumulare e “sparare” sabbia all’occorrenza per allargare le spiagge anche di parecchi metri. Ladispoli aspetta ancora i 6 milioni di euro della Regione per le barriere in grado di contrastare l’avanzata del mare. Un iter partito addirittura più di 10 anni fa e ancora non concluso.