Vincenzo Ceripa:”Nel calcio si ricordano sempre presidenti, allenatori, giocatori. Trovo giusto ricordare Enrico Ricci, che ha dato, con il suo tifo, senso al calcio.
Il ricordo di Vincenzo Ceripa: “Enrico, per tutti noi, Palitto, è stato un grandissimo tifoso del Cerveteri calcio. Se è vero che lo sviluppo della passione del tifo in un individuo è generalmente riconducibile all’ambiente sociale in cui egli interagisce, non poteva che essere verde azzurro , come i colori sociali della squadra della nostra città. Ma non solo della squadra, per lui Cerveteri veniva prima di ogni altra cosa, pronto a difenderla in ogni circostanza. Diventammo amici dal lontano anno 1970, quando diventai giocatore della squadra della nostra citta’ ,amicizia che è durata tutta una vita. Dal carattere focoso, facilmente irascibile, ma capace di gesti di grande umanità condita da una innata simpatia, ha accompagnato tutta la mia vita di giocatore e allenatore di calcio. La nostra vittoria del campionato 70-71 , il passaggio nel massimo campionato dilettantistico, erano il preludio al derby con il Ladispoli, proprio nel periodo storico nel quale la cittadina marina otteneva una combattuta autonomia dal comune etrusco. Vincemmo uno straordinario derby per 4 a 3 ed Enrico nel tripudio finale accennò ad una invasione di campo frenata in tempo, così come fu frenato quando in Consiglio Regionale del Lazio, voleva scendere dai banchi del pubblico per scagliarsi contro chi sosteneva una divisione dei due comuni che avvantaggiava Ladispoli.
Volle essere con me, quando iniziai ad allenare, nel settore giovanile verde azzurro, insieme abbiamo cresciuto tanti giovani. Intanto costruiva la sua vita, diventando dopo alcuni vari lavori, il custode della scuola Giovanni Cena, formando con la moglie Serafina, una splendida famiglia arricchita da due bravissimi figli. Mi è stato sempre vicino nei momenti belli e meno belli della mia carriera. Negli anni della serie C, voleva che ogni lunedì mattina passassi nella scuola per raccontare la partita della domenica. Ma quello che io ricordo di lui, e non dimenticherò mai,erano le serate davanti ai bar, in piazza Risorgimento, in una Cerveteri che era fatta di racconti, dove si tramandavano storie e abitudini della nostra gente, sempre condite da tanto umorismo, ed Enrico era uno dei protagonisti principali.
Ai tuoi figli, alle tue sorelle, a tuo fratello, giungano le condoglianze più sentite e possano per loro, come mi hanno insegnato, essere di conforto le parole di Sant’Agostino: “Non piangiamo per averlo perso ma rallegriamoci per averlo avuto”.