di Andrea Macciò
Lunedi 13 novembre, a Terni, presso l’Hotel Garden, è stata presentata la candidatura alla presidenza della Regione Umbria di Riccardo Corridore. Alla convention erano presenti il sindaco di Terni e segretario nazionale di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi, i segretari provinciali Lorenzo Filippetti (Perugia) e Cristian Brutti (Terni), il responsabile nazionale giovani Cristian Crispo (anche lui di Terni) i candidati sindaci di Perugia, l’ex calciatore Davide Baiocco, e Gubbio, Angelo Baldinelli, e il sindaco di Lugnano in Teverina Gianluca Filiberti, appena approdato in AP, che ricordiamo in prima linea nel 2021 nell’opporsi alla “zona rossa rafforzata” disposta senza alcuna motivazione sanitaria per il suo comune.
Il discorso di Riccardo Corridore ha ribadito alcuni punti fermi della strategia politica e comunicativa di Alternativa Popolare: secondo Corridore è fondamentale “riuscire a uscire dagli schemi” del bipolarismo fra centrodestra e centrosinistra, e anche da quello della retorica antipolitica che negli anni scorsi sembrava essere l’unica alternativa allo schema stesso, per poi come sappiamo implodere in sé stessa.
La rottura con alcuni schemi precostituiti è uno dei punti di forza della comunicazione e della strategia politica di Alternativa Popolare in Umbria che, come abbiamo ricostruito in diversi articoli dedicati al “caso politico” di Terni, ha recepito ad esempio alcuni temi caratteristici del cosiddetto “dissenso” come la critica al sistema della raccolta differenziata porta a porta, assieme ad altri caratteristici del centrodestra, come quello della sicurezza urbana, e del centrosinistra, come l’attenzione ai diritti civili e l’approccio laico e pragmatico ai cosiddetti “temi etici”. Tra le peculiarità sottolineate da Corridore e Bandecchi, la volontà di rilanciare il legame tra politica e territorio, cercando di costruire una struttura di partito ispirata a quelli “storici” e non a quelli televisivi o virtuali degli ultimi anni: dallo sportello AiutiAmo Terni alle “sezioni” con referente di partito diffuse nei quartieri delle città e dei paesi, si tratta senza dubbio di una rottura con una tendenza alla trasformazione dei partiti in comitati elettorali senza radicamento territoriale.
Uno dei temi sui quali Corridore ha insistito nel suo discorso è quello della sanità. La giunta Tesei è sotto accusa anche da parte delle opposizioni di centrosinistra per la questione delle liste d’attesa e per la gestione della sanità: il candidato di Alternativa Popolare ha ribadito la contrarietà del suo partito alla cosiddetta “autonomia differenziata” che rischierebbe a suo avviso di peggiorare ulteriormente il servizio sanitario di una regione come l’Umbria, costringendo i cittadini a rivolgersi al privato.
Una rottura esplicita con il partito che attualmente esprime la presidenza della Regione, la Lega, principale sponsor dell’autonomia differenziata.
Anche nell’ambito dei trasporti Corridore ha ribadito la necessità di una diversa strategia per i trasporti ferroviari. In particolare, per quanto riguarda l’aggancio all’Alta Velocità, che secondo i progetti attuali dovrebbe avvenire in aree della campagna senese o casentina, molto lontane dal territorio umbro (esiste oggi un solo treno AV che ha fermata ad Orte, raggiungibile agevolmente solo dall’area meridionale, e uno con capolinea a Perugia) e il rilancio della Ferrovia Centrale Umbra.
Corridore ha inoltre parlato dei problemi della viabilità stradale in particolare nelle aree urbane di Terni e Gubbio, e della necessità di garantire una buona connessione alla fibra ottica nell’intera regione.
Tra gli altri punti affrontati nel corso della presentazione del candidato di Ap, c’è stato anche quello del rilancio turistico di Terni e della sua provincia, grazie alla valorizzazione dei punti di interesse artistico, archeologico e naturalistico della città e delle sue frazioni: non solo la Cascata, ma anche Piediluco, Marmore, Carsulae e i dintorni come la Valnerina. Terni è stata per anni legata a doppio filo alle sue acciaierie, che hanno portato prosperità, lavoro e una solida cultura “operaia” che ancora oggi permea in parte la città, ma anche inquinamento ambientale, tumori sopra la media nazionale e una “monocultura” industriale e del “posto” alle acciaierie (nel nostro articolo sulla storia del tifo ternano, è emerso come agli albori giocare nella squadra di calcio locale era visto come un trampolino di lancio per la fabbrica) che con la crisi dell’acciaio ha finito per penalizzare l’immagine “turistica” della città: per questo uno degli obbiettivi di Ap è di consolidare il “brand” di Terni come città di San Valentino e degli innamorati.
programma di Alternativa Popolare c’è anche quello della realizzazione dei controversi “termovalorizzatori” o “inceneritori”: quello in progetto a Todi sta incontrando l’ostilità di buona parte della cittadinanza. “Noi siamo per i termovalorizzatori moderni– ha affermato Corridore nel suo intervento-come ci sono in molti stati del Nord Europa, che hanno limiti di inquinamento tollerabili e danno qualcosa in cambio alla città. Questo punto mostra come il partito guidato da Bandecchi stia cercando di mantenere una posizione intermedia sui temi ambientali, che da un lato recepisce alcune istanze dell’ambientalismo, dall’altro si mostra non dissimile su un tema come quello dei “termovalorizzatori” dalla coalizione che attualmente sta governando la regione Umbria.
L’ultimo punto saliente, ribadito questa volta dal coordinatore provinciale ternano Filippetti, è quello del riequilibrio delle provincie (con il passaggio di Spoleto e alcuni comuni della Valnerina da quella di Perugia a quella di Terni) un tema sentito soprattutto nell’Umbria meridionale che da sempre soffre la localizzazione di molte infrastrutture e servizi nel capoluogo e nella parte nord della regione.
“Tradizione (intesa principalmente come valorizzazione dell’“identità” umbra) innovazione, coraggio e speranza” sono le quattro parole nelle quali Corridore ha cercato di racchiudere l’approccio di Alternativa Popolare.
Nella sua presentazione del candidato alla regione, Stefano Bandecchi ha sottolineato le ambizioni nazionali di Ap, ma anche ricordato come la sua candidatura sia arrivata quando Corridore e altri esponenti locali stavano già lavorando al rilancio di Alternativa Popolare e all’alleanza con altre liste sia “civiche” che vicine a movimenti politici come Italexit e Noi Moderati.
Su Fiorenza Oggi abbiamo dedicato molta attenzione all’analisi delle dinamiche politiche dell’Umbria e all’approccio strategico e comunicativo di Alternativa Popolare.
La rappresentazione che ne hanno dato i media nazionali è stata quella di una sorta di “partito personale” di Bandecchi, una sorta di berlusconismo 2.0. Se effettivamente la personalità molto “mediatica” del sindaco di Terni e il suo legame con il mondo del calcio possono aver contribuito alla sua vittoria nella città umbra, nel convegno di ieri sono emersi due punti-cardine di una strategia politico-comunicativa che appare effettivamente innovativa: la rottura dello schema bipolare destra-sinistra non cercando di conciliare i due estremi (come hanno fatto i numerosi partiti del cosiddetto “dissenso” nel 2022), ma guardando al vero vuoto politico che si è creato in Italia, quello del centro (soprattutto sul versante del centrodestra, ma anche tra gli elettori del Pd), e il ritorno a una politica “in presenza” con coordinatori locali “riconoscibili” e con sezioni territoriali alla maniera dei partiti del “Novecento” dopo l’ubriacatura di partiti personali, televisivi e virtuali dell’ultimo trentennio.
Questo distingue in maniera evidente Ap da Forza Italia di Berlusconi, storicamente poco radicata localmente, soprattutto nell’Italia centrale.
Le elezioni regionali e le comunali di giugno 2024 saranno quindi fondamentali per capire quale è la vera “identità” politica di Alternativa Popolare: Bandecchi ha sottolineato come il partito si stia radicando anche in altri territori, come Piemonte, Trentino, Calabria, anche se per ora mantiene ancora la peculiarità dell’essere il primo partito ad avere la “mente” in provincia e ad essere radicato soprattutto in Umbria e nel reatino.
Queste “alleanze” locali con altri movimenti che hanno aderito al progetto di Alternativa Popolare riusciranno a trovare una sintesi, o emergeranno come accaduto per esempio per l’Idv, le differenze tra i diversi territori?
Le elezioni regionali diranno anche se quello di Terni è stato un successo “casuale” dovuto a una combinazione tra i fattori locali e la visibilità mediatica del candidato, o se i due punti salienti che abbiamo individuato-la rottura dello schema bipolare e il ritorno al partito “tradizionale” radicato sul territorio- abbiano intercettato una “domanda” politica degli elettori finora ignorata sia dai partiti dell’arco parlamentare, che da quelli che hanno tentato di proporre una possibile alternativa.