Ecoreati, “Terra Mia”: è una legge di tutti

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“Terra Mia”, l’atteso disegno di legge riconoscerebbe la tutela dell’ambiente come un elemento di equità e giustizia sociale.

Coinvolgono l’intera Penisola e sono in continuo aumento, parliamo di ecoreati. Dopo anni di abusi finalmente nel 2015 è uscita una legge specifica che li inquadra e che li definisce sotto la tutela del diritto ambientale. Con l’introduzione degli ecoreati nel Codice penale l’Italia ha dichiarato finalmente guerra agli ecocriminali, con la Legge n. 68 del 22.05.2015 recante “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente” , entrata in vigore il 29.05.2015.
Si tratta di una norma, il cui iter legislativo è stato lungo e complesso, frutto di un lavoro condiviso in Parlamento da più forze politiche, nell’intento di lasciare alle spalle decenni di disastri ambientali senza colpevoli. Con la quale inoltre, l’Italia si è allineata alla direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente, che di fatto ha obbligato tutti gli Stati membri dell’Unione Europea ad adeguarsi a norme comunitarie.

Ecoreati, cosa dice la legge

L’articolo 452 bis cod. pen., intitolato “inquinamento ambientale”:chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: 1) dell’acqua. dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sotto-suolo; 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.” (comma1).  Il secondo comma dell’articolo prevede un aumento di pena nel caso in cui l’inquinamento venga causato in aree naturali protette o sottoposte a vincolo (paesaggistico, ambientale, storico, artistico etc.). L’art.  452 – quinquies del cod. pen., intitolato “Delitti colposi contro l’ambiente”, introduce, nel comma 1, la “versione colposa” dell’inquinamento ambientale (oltre che la versione colposa del disastro ambientale). E’ proprio questo articolo che prevede l’ipotesi in cui, per colpa, si commette uno dei reati ambientali indicati, che finirà per ricomprendere la maggior parte dei casi pratici riguardanti le PMI. Nel caso d’inquinamento ambientale colposo è prevista una diminuzione di pena (da un terzo a due terzi).

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Dal 2015 “chi inquina paga”?
Prima la maggiore parte dei reati ambientali erano di tipo contravvenzionale, le sanzioni non erano correlate alla gravità dei fatti, i termini di prescrizione si presentavano ridotti e vi era la possibilità di estinguere la contravvenzione tramite oblazione.
Ora il sistema sanzionatorio è stato potenziato, sono stati introdotti nel codice penale i delitti ambientali e sono state previste pene correlate alla gravità dei fatti. La norma rappresenta un primo passo verso un sistema efficace di tutela dell’ambiente, non mancano però alcune criticità che dovranno essere quanto prima affrontate. Dubbi e perplessità da un punto di vista applicativo a distanza di 5 anni vengono sollevati da alcune realtà dedite all’ambiente, per le quali l’Italia sembra essere ancora lontana dal fare Giustizia.
Ma l’Italia non si è fermata, il 24 settembre 2020, all’ordine del giorno del preconsiglio dei ministri c’era il disegno di legge sui reati ambientali “Terra mia”, messo a punto dai ministeri dell’Ambiente e della Giustizia, annunciato a più riprese dal Ministro Sergio Costa. Dove il legame tra giustizia e ambiente promette di stringersi.
Lo scopo è l’inasprimento della pena per i reati ambientali, l’atteso disegno di legge riconoscerebbe la tutela dell’ambiente come un elemento di equità e giustizia sociale. Il 4 ottobre scorso un post del ministro “Voglio ringraziare il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per il grande lavoro sinergico, che ha aiutato a definire una legge che protegge e tutela i nostri territori. Configura nuove modalità di prevenzione e prevede misure come il Daspo ambientale: chi inquina terra, aria, acqua, non è degno di stare in quel territorio, e deve andare via. Terramia inasprisce le pene per chi avvelena e inquina. E non solo. L’obiettivo di questa legge è avere pugno duro con chi inquina e al tempo stesso premiare chi, a volte con tanta difficoltà, invece lavora onestamente”.

L’auspicio ora è che venga discusso il prima possibile al Consiglio dei Ministri. Non si può più rimandare. “Questa è una legge di tutti. Questa è una vittoria, una vittoria di tutte le persone che negli anni hanno subìto delitti ambientali vedendo gli avvelenatori andarsene via impuniti”, conclude Costa. Proprio lui, durante la presentazione del rapporto Emergenza epidemiologica Covid-19 e ciclo dei rifiuti’ (del 15 Luglio 2020, ndr) della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, si espresse chiaramente dicendo che “questo è il momento di spingere sul decreto economia circolare per il quale siamo all’ultimo miglio e sul disegno legge Terra Mia che sposta ancora più in alto l’asticella della tutela anche penale, ma non solo, del meccanismo. Per schiacciare con tutta la forza dello Stato la criminalità che ogni volta prova a rialzare la testa”.