L’Echinacea angustifolia e l’Echinacea purpurea sono piante appartenenti alle famiglie delle (Asteraceae originarie del Nord America)).
Hanno un organotropismo per le vie respiratorie, il sistema reticolo – endoteliale, la cute. I suoi principi attivi, presenti soprattutto nelle radici, ma in parte anche nelle foglie, sono l’echinacoside (dotata di attività batteriostatica) polisaccaridi (dotati di proprietà immunostimolanti), flavonoidi, inulina.
Le attività principali sono quelle immunologiche, antinfiammatorie, vulnerarie, cicatrizzanti. L’impiego terapeutico riguarda la profilassi ed il trattamento delle malattie da raffreddamento. Ulcere, ferite infette, ustioni (uso topico dermatologico).
Furono gli indiani delle praterie, i Siux, i “pellerossa” del Nord America, a scoprire per primi quanto degli impacchi di terreno stagnante malsano, mescolato con foglie e radici di questo vegetale, fossero notevolmente efficaci nel guarire ferite da taglio, processi suppurativi, infezioni cutanee topiche che non tendevano alla guarigione.
Ricordo sempre che da diversi terreni malsani sono stati scoperti i principi attivi di tanti attuali antibiotici . L’ Echinacea stessa ha un’azione, come detto, antinfiammatoria ma anche batteriostatica. Solo negli anni 70 furono i ricercatori tedeschi a studiarla a fondo (H.Wagner, L. Horhammer, Pharmacognosys and Phytochemistry, Springer Verlag, Berlin 1971). Fu la pratica clinica del dottor Weiss che confermò l’utilità dell’Echinacea, assunta per via orale in T.M. (Tintura madre), nelle flogosi delle prime vie respiratorie (sindromi influenzali, virosi respiratorie (rinite, angina faringea, tracheite).
Weiss utilizzò, ai primi sintomi, 50 gtt ogni mezzora per tre volte per poi proseguire con una posologia di 50 gtt tre volte la giorno per cinque giorni. Anche fitoterapeuti italiani (R.D. alla Loggia, E. Giusti) portarono eccellenti ricerche cliniche al riguardo negli anni 90.
R. Della Loggia spiegò che lo spettro di azione della pianta fosse determinato da un aumento delle difese endogene <della fagocitosi e la stimolazione dei fibroblasti>> (E. Campanini. Dizionario di fitoterapia e piante medicinali 1998).
L’attività immunologica utile nel trattamento adiuvante delle infezioni recidivanti delle vie respiratorie fu confermato dalla Commissione E (della Sanità tedesca) nel 1989.
E.Giusti (Erbo Domani 1992) confermo la posologia di Weiss (non meno di 150 gtt al giorno nelle forme acute; 25 gtt al giorno in prevenzione per mesi diversi). Aggiunse che l’impiego di preparazione a base di radici di Echinacea non esclude, se necessaria ai fini terapeutici, la somministrazione contemporanea di antibiotici o di farmaci chemioterapici per alcune patologie cliniche.
L’impiego dermatologico oltre alle ferite infette riguarda il trattamento (preparazioni al 5 – 10% delle pelli secche, screpolate perché il vegetale vanta un’azione epitelizzante, rassodante, levigante, antirughe, antismagliature (in particolare durante la gravidanza e nel post partum).
Le più recenti ricerche in fitoterapia hanno confermato l’uso tradizionale dei “pellerossa” (indiani d’America) che utilizzavano la pianta per curare le ferite. E’ la sinergia di tutto il fitocomplesso, l’azione combinata di più principi attivi, a determinare l’attività antistimolante dell’Echinacea.
Per quanto riguarda la tossicologia ed effetti secondari, seppur alle dosi terapeutiche non vi sono problemi, va sottolineato che si sconsiglia l’impiego in caso di accertata allergia alle Asteraceae e che l’uso interno è controindicato nelle patologie sistemiche progressive (collagenopatie, leucemie, linfomi, HIV, malattie autoimmuni).
In questi casi è necessario utilizzare diluizioni alla 3-6 DH (posologia molto più bassa) perché dosaggi più elevati non è un effetto immunostimolante ma all’ opposto, un’attività immunosoppressore (D.Demarque e coll. Pharmacologie et matiére medicale homeopatique, Boiron, Lion 1993). Ripeto la posologia in prevenzione è di 25 gtt una volta al di, in trattamento 30-50 gtt tre volte al di. L’Echinacea, genere delle Composite (Asteraceae), nasce spontaneamente nelle praterie e nei campi non coltivati dell’America settentrionale.
Ed è interessante osservare la stretta corrispondenza dell’area di diffusione dell’Echinacea con le zone di insediamento delle tribù che maggiormente ne facevano uso>> (E.Campanini op. citata).
E’ una pianta selvaggia che si è addomesticata in Europa per abbellire, grazie anche ai suoi fiori, le aiole ed i giardini. Cosi come la fitoterapia scientifica ne ha fatto, per tutti noi, la pianta del sistema immunitario.