È tutto vero: gli alberi ostacolano il 5G

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Anomala sincronicità: valutati pericolosi e malati, a Cerveteri come nelle Smart City d’Europa si tagliano gli alberi mentre studi tecnici ne attestano l’incompatibilità con le antenne 5G. Quale (vera) verità c’è dietro l’abbattimento del verde pubblico?

di Maurizio Martucci

Platani abbattuti a Cerveteri, via Settevene Palo

Rimbalzando sul Web, la polemica sul taglio d’alberi tra Cerveteri e Marina di Cerveteri ha fatto il giro d’Italia. Se non altro per le accuse di complottismo lanciate dal Sindaco Alessio Pascucci contro il Comitato locale Stop 5G, additato dal primo cittadino ceretano di teorie rettiliane e terrapiattismo per gli interrogativi sollevati nell’ipotizzata correlazione (fortunatamente poi smentita anche dal vicesindaco Giuseppe Zito) tra l’abbattimento d‘alberi e l’installazione sul territorio di migliaia di nuove antenne 5G. Eppure, nonostante le frettolose repliche di circostanza e i giustificativi a firma d’agronomo, il teorema dell’eco-scempio pare tutt’altro che strampalato, se è vero che in Europa negli ultimi mesi è un rincorrersi sincronico di anomali tagli d’alberi, (roba mai vista prima d’ora!), mentre impazzano nuove antenne nell’avanzata di intelligenza artificiale e Internet delle cose.

ECATOMBE DI ALBERI IN EUROPA
“Caro consiglio della Contea del North Yorkshire – ha scritto con garbo un cittadino britannico alla sua amministrazione – ho notato che una grande quantità di alberi, cespugli e fogliame è stata abbattuta recentemente a Morrisons in Skipton. Alcuni dei pochi alberi rimasti hanno anche rami tagliati. Vi chiedo il motivo per cui la flora è stata distrutta in questa zona, quali sono le ragioni. Ho il sospetto che ciò sia correlato al 5G, ma vorrei prove prima di poterlo affermare”. La legittimità del dubbio si fa largo tra Inghilterra, Irlanda e Scozia, dove finora sono stati abbattuti decine di migliaia di alberi (anche secolari e apparentemente robusti e sani). E in Italia ci si interroga sugli stessi motivi non solo a Cerveteri e Trieste, ma soprattutto a Prato e Roma, Smart City 5G. Lo fanno eco-ambientalisti in apprensione e attivisti Stop 5G contrari all’avanzata del pericoloso tsunami elettromagnetico: prima del triste epilogo, in molti inscenano flash mob abbracciando amorevolmente gli alberi, cinti nel de profundis di nastrini verdi per l’estremo saluto, facendo poi di adolescenti e bambini (sull’onda della protesta green del Friday For Future)persino scudi umani per scongiurare il compulsivo azzeramento del verde pubblico.

LE VERITA’ NASCOSTE:

ALBERI AD ALTO FUSTO OSTACOLANO IL 5G
Ma allora, qual è la vera verità? Cos’è c’è dietro l’equazione più alberi e meno antenne?

L’acqua, di cui in genere sono ricchi gli alberi e le piante, assorbe molto efficacemente le onde elettromagnetiche nella banda millimetrica”,in esclusiva per L’Ortica afferma Andrea Grieco, docente di fisica a Milano ed esperto dei problemi legati all’inquinamento elettromagnetico. “Per questo motivo costituiscono un ostacolo alla propagazione del segnale 5G. In particolare le foglie, con la loro superficie complessiva elevata, attenuano fortemente i segnali nella banda UHF ed EHF, quella della telefonia mobile. Gli effetti biologici sono ancora poco studiati, però alcune ricerche rilevano danni agli alberi e alle piante sottoposte a irraggiamento da parte delle Stazioni Radio Base (le antenne spesso sui tetti dei palazzi, NdR)”.

Peccato che tutto questo lo ignori il Sindaco Pascucci, dottorato di ricerca in Intelligenza Artificiale nella Facoltà di Ingegneria Informatica dell’Università La Sapienza. Perché a fisici, tecnici e ingegneri è invece noto come le inesplorate microonde millimetriche dalle mini-antenne 5G (senza studio preliminare sugli effetti per l’uomo, nonostante le radiofrequenze siano possibili cancerogeni per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) trovino negli alberi un ostacolo nel trasporto dati, non avendo il segnale del wireless di quinta generazione lo stesso campo elettrico né la stessa penetrazione a lungo raggio dei precedenti standard 2G, 3G e 4G.

In pratica, l’albero funge da barriera. Le foglie dell’albero, piene d’acqua, assorbono lo spettro di banda del 5G, impedendone l’ottimale ricezione del segnale emesso dalle mini-antenne.

 

PROVE SCHIACCIANTI DALL’ENTE BRITANNICO PER LA CARTOGRAFIA
Un documento di 46 pagine sulle pianificazioni geo-spaziali del 5G stilato come manuale d’uso per pianificatori e autorità locali dal Dipartimento per la digitalizzazione, cultura, media e sport dell’autorevole Ordance Survey (ente pubblico del Regno Unito incaricato di redigere la cartografia statale), spiegando l’avvio della fase sperimentale del 5G afferma infatti che nella strade urbane si deve prima di tutto “valutare se l’area ha un flusso di traffico significativo e in particolare autobus e camion,” per poi considerare come il segnale del 5G possa essere impattato, cioè ostacolato, “identificando tutti gli oggetti significativi in ​​genere” con altezza “oltre i 4 metri”, quali  ad esempio “pareti alte, statue e monumenti più piccoli, cartelloni pubblicitari e” (guarda caso) “alberi di grandi dimensioni e siepi alte”, poiché arbusti, foglie e rami “devono essere considerati come bloccanti del segnale” del 5Gal pari di materia solida (pietra e cemento).

Se durante i test di valutazione ingegneristica sulla velocità di trasmissione del 5G condotti in particolari condizioni atmosferiche (neve, pioggia intensa) il colosso americano Verizon ha individuato nelle foglie sugli alberi un problema, sempre d’oltre Manica un altro documento (sbeffeggiato dal Sindaco Pascucci: era nel comunicato stampa del Comitato Stop 5G Cerveteri!) conferma il nesso alberi e 5G. E’ dell’Istituto per i sistemi di comunicazione dell’Università britannica di Surrey a Guildford (est Inghilterra) e dice come i “nuovi modi con cui le autorità di pianificazione locali possono lavorare con gli operatori di reti mobili per offrire enormi opportunità future per le comunità locali (…) è ridurre le altezze dei montanti mobili in modo che siano schermati visivamente da edifici e/o alberi, visto che gli alberi rappresentano l’ostruzione più alta e più probabile.

Tuttavia, ciò scherma anche i segnali a radiofrequenza e ha sconfitto l’obiettivo di una copertura affidabiledel 5G. “Le curve tracciate nel diagramma” – continua il testo redatto dai cattedratici – “mostrano come all’aumentare dell’altezza dell’albero sopra la linea di irradiazione della stazione radio base (le antenne di telefonia mobile, NdA) aumenta anche quella che è noto come la ‘zona di Fresnel’ o perdita di ombre”.

Giungendo al dunque, infine dall’Inghilterra vengono smascherati i conflitti tra alberi e 5G, ovvero cono d’ombra e segnale wireless sui lampioni della luce: “Per evitare questa perdita di ombreggiamento ed essere al di fuori della zona di Fresnel, è necessario che l’altezza dell’albero sia almeno 3metri inferiore rispetto all’altezza della stazione di base”. In definitiva, sia gli studiosi del 5G dell’Ordance Survey che quelli di Surrey a Guildford, convergono sullo stesso punto dicendo apertamente la stessa cosa: gli alberi con altezza ricompresa tra i 4 e i 3 metri sono un intralcio, un vero e proprio ingombro per la diffusione del segnale elettromagnetico del 5G che, irradiato dai lampioni della luce, non verrebbe recepito a terra dai nuovi Smartphone!

L’ELETTROSMOG FA AMMALARE PIANTE E PERSONE
Come anticipatoci dal fisico Grieco, che foglie e piante assorbano l’elettrosmog è poi risaputo. Lo certifica anche uno studio dell’americana Katie Haggertyche, sul giornale internazionale  o dei due gruppi esposti a radiofrequenza erano molto simili (…)piantine non schermate e finte schermate avevano tessuto fogliare che variava di colore dal giallo al verde e un’alta percentuale di tessuto fogliare in entrambi i gruppi esposti mostrava lesioni necrotiche. (…) Le foglie nel gruppo schermato erano sostanzialmente prive di lesioni del tessuto fogliare, ma le foglie non schermate e finte schermate erano tutte influenzate in qualche misura dalla necrosi del tessuto fogliare”.

LE ISTITUZIONI SONO CHIAMATE A CHIARIRE
In conclusione, oltre che per l’umanità l’elettrosmog è pericoloso per ecosistema e piante. E gli alberi sono un intralcio al grande business del 5G. Certo, da qui a dire che – a Cerveteri come nel resto d’Italia e in Occidente – tutti gli alberi siano stati sicuramente abbattuti per installare nuove antennea microonde millimetriche ce ne corre, ma è un sillogismo ipotizzabile su cui le istituzioni sono chiamate a chiarire. Responsabilmente. E senza sberleffi o inutili giri di parole. Negarlo troppo sbrigativamente, come ha fatto il Sindaco Pascucci, significa invalidare arbitrariamente riscontri scientifici nell’evidenza di leggi universali di fisica e biochimica. Nell’Era del transumanesimo, dei chip sottocutanei e della nanorobotica, purtroppo questa è la cruda verità. Un duro pugno alla bocca dello stomaco per natura, sensibilità e intelligenza umana.

Si chiama lato oscuro del 5G, quello che non vi raccontano nelle ammiccanti offerte all inclusive e negli spot pubblicitari su giornali, radio e Tv. Altro che bufale un tanto al chilo.