Questo è un articolo di forte preoccupazione. Che segue di una settimana quello nel quale ci ponevamo la domanda se fosse questa la Ladispoli che vogliamo. Preoccupazione perché stanno passando di fatto sotto silenzio, o con poche righe di cronaca sui mass media, notizie alle quali c’è il rischio di abituarsi, considerandole come normale routine. E sono eventi gravi visto che a Ladispoli, in pochissimi giorni, abbiamo assistito all’assalto di attività commerciali da parte di delinquenti armati di pistole e perfino di un attentato incendiario con tanto di lancio di bomba molotov in un giardino. Sono fatti che fotografano alla perfezione il tentativo della criminalità organizzata di allungare i tentacoli sul territorio. E’ una situazione che da anni il nostro giornale segnala alle autorità competenti della capitale, ricordando come una città in costante crescita abitativa abbia bisogno di un radicale potenziamento delle forze dell’ordine. Ladispoli, piaccia o non piaccia a coloro che nascondono la testa sotto la sabbia e si illudono che i problemi siano solo all’interno del raccordo anulare, è diventato come un quartiere di Roma. Con le sue problematiche sociali, con la richiesta crescente di servizi, con l’arrivo anche di delinquenti che si mescolano ai balordi locali e tentano di prendersi il territorio. Siamo per fortuna lontani ancora anni luce da situazioni pericolosissime come ad esempio Ostia negli anni ottanta, ma è palese che serva una risposta dello Stato forte e chiara. I cittadini onesti di Ladispoli non meritano di vivere in una località dove alcune strade dopo il tramonto diventano pericolose, dove una donna sola ha paura ad uscire con le tenebre, dove i furti negli appartamenti nemmeno sono più denunciati dalle vittime. Sfiduciate e rassegnate. Non rassegniamoci alle rapine, ai furti, alle bombe molotov ed allo spaccio di droga. Chiediamo alle istituzioni romane di intervenire. Aprendo quanto prima un Commissariato di polizia che affianchi il lodevole lavoro che svolgono Carabinieri, Polizia locale, Guardia di finanza e Polizia stradale, col supporto delle associazioni di volontariato. Domani potrebbe essere troppo tardi.