DOLCIFICANTI SINTETICI

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Il dolce inganno del “senza zucchero”

di Alfonso Lustrino

Dopo anni di battaglie contro il consumo eccessivo di zucchero raffinato (che effettivamente fa male), le nuove strategie di mercato si fanno furbe e cavalcano una richiesta puntando sui dolcificanti artificiali, come la saccarina, l’aspartame, l’acesulfame-K e il sucralosio. Ed ecco che sugli scaffali dei supermercati troviamo un’infinità di prodotti con la dicitura “senza zuccheri”, ma con dolcificanti sintetici. Evidentemente il tentativo è di attrarre clienti con l’idea delle calorie zero, non certo quello di aiutare i consumatori ad adottare una dieta più sana.
I dolcificanti sintetici possono trovarsi in molti tipi di cibi: dolcificanti, bibite light, gomme da masticare, condimenti a base di frutta, decorazioni per prodotti dolciari, gelatine, marmellate, succhi di frutta, dentifrici e tantissimi altri prodotti.

L’OMS li sconsiglia esplicitamente e sottolinea come tutti questi dolcificanti siano utilizzati per produrre alimenti di scarsa qualità, a pieno titolo ascrivibili a “cibo spazzatura”.
Inoltre anche se nell’immediato ci può essere qualche beneficio sul peso si tratta di effetti che non durano e nel lungo termine, sono le conseguenze negative a prevalere, compresi un aumento del rischio di sviluppare diverse malattie quali il diabete, l’obesità e le patologie cardiovascolari, nonché qualche possibile pericolo in gravidanza, per esempio di parto prematuro: effetti che sopravanzano decisamente i possibili benefici del breve periodo.

La saccarina (E954) è stato il primo dolcificante artificiale. Può aumentare la glicemia1 e interferisce sui batteri intestinali precedentemente sani, causando disagio e problemi digestivi2.

L’aspartame (E951), nato come farmaco antiacido gastrico, è il dolcificante usato in più di 5mila prodotti alimentari al mondo. È stato dimostrato che aumenta il rischio di contrarre tumori3.

Il sucralosio (
E 955), secondo diversi studi accreditati4, è pericoloso per la salute.

L’acesulfame k (E950), insieme agli altri dolcificanti sintetici, è legato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, specie di ictus cerebrale5.

Da uno studio6 è emerso che i dolcificanti articiciali, in particolare l’aspartame (E951) e l’acesulfame-K (E950), sono associati ad un aumentato rischio in particolare di cancro al seno e tumori legati all’obesità: tumori del colon-retto, dello stomaco e della prostata. Ciò suggerisce che eliminare alcuni tipi di dolcificanti dalla dieta potrebbe ridurre il rischio di cancro.

L’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) continua a ritenere i dolcificanti artificiali “sicuri” smentendo tutti gli studi in merito. Ci venga concessa la possibilità di sospettare qualche conflitto d’interesse, infatti l’industria chimica e alimentare hanno scatenato un fuoco incrociato contro tutti gli studi che attentano ai loro interessi.

Una via alternativa, per chi fosse in salute naturalmente, potrebbe essere quella di scegliere prodotti con dolcificanti naturali, anche in sostituzione dello zucchero bianco. Ce ne sono tanti: mielesucco di agave, zucchero di cocco, sciroppo d’acero, sciroppo di datteri, la stevia, l’eritritolo, ma non sono la soluzione. Qualsiasi dolcificante, anche se naturale, va utilizzato con moderazione (contengono comunque zucchero), ricordando che agiscono su ciascun consumatore in maniera diversa.

La vera sfida sta nell’abbassare progressivamente la soglia di zucchero richiesto dal nostro corpo facendo attenzione alle etichette: bisogna sempre leggere la tabella nutrizionale alla voce “carboidrati – di cui zuccheri” e ricordare che l’OMS consiglia di non superare i 25 g di zucchero al giorno. Senza dimenticare che gli zuccheri sono presenti già nei carboidrati e nella frutta.
Meglio poco zucchero per educare il palato.

Bisogna diminuire il sapore dolce e di conseguenza diminuiscono anche le calorie, il problema degli edulcoranti è serio sia per i danni alla salute sia perché non educano a una maggiore consapevolezza nell’introduzione di zucchero nella propria alimentazione.
Abituano i ragazzi e gli adulti al sapore molto dolce e quindi a ricercare quel tasso di zucchero dolce anche in altri alimenti: più dolce sentiamo nel palato, più dolce richiediamo ogni volta di più.

Scegliamo con la nostra testa, informiamoci: l’alternativa c’è, basta cercarla.

1 Un articolo scientifico pubblicato dal magazine della Fondazione Umberto Veronesi, a firma del biologo e nutrizionista esperto Fabio Di Todaro), interferisce sui batteri intestinali precedentemente sani, causando disagio e problemi digestivi2 (a sostenerlo sono i ricercatori della Ben-Gurion University
2 a sostenerlo sono i ricercatori della Ben-Gurion University
3 Lo dice, tra gli altri, uno recente studio condotto dall’Istituto Ramazzini di Bologna pubblicato sulla rivista scientifica Bmc Environmental Health. Lo studio ha confermato i risultati raggiunti dal dottor Morando Soffriti e dalla dottoressa Fiorella Belpoggi: la rianalisi ha confermato le diagnosi originali di cancro in 72 (92,3%) dei 78 casi di topi e ratti osservati e ha confermato che altre 3 lesioni (3,8%) erano precancerose.
4A dirlo, per esempio, è uno gruppo di scienziati della North Carolina State University, che insieme al laboratorio di test analitici Avazyme, ha condotto uno studio che mette in dubbio la sicurezza alimentare di questo prodotto. Secondo l’Istituto Ramazzini di Bologna il dolcificante può provocare il cancro.
5Artificial sweeteners and risk of cardiovascular diseases BMJ 2022
6 Un recente studio francese pubblicato su PLOS Medicine, condotto su 102.865 adulti