Proclamato per il 1° Luglio lo sciopero di cellulari e Wi-Fi, adesione da 16 paesi d’Europa. E a Montecitorio l’alleanza italiana Stop 5G deposita un’istanza al ministero dell’Ambiente sull’indiscriminato taglio d’alberi nella correlazione con le antenne 5G.
di Maurizio Martucci
Inquinamento elettromagnetico, rischi sanitari, importanti impatti sulla qualità della vita dei cittadini anche in relazione al contesto urbano in cui vivono. Sono solo alcune delle conseguenze della tecnologia 5G, il wireless di quinta generazione che si sta diffondendo in tutta Italia, senza che sia stato fatto alcuno studio preliminare sul rischio per la salute pubblica e per l’ambiente, né alcuna ricerca indipendente, di lungo termine e a largo raggio, non ristretta ai soli soggetti ‘sani’. È questa la denuncia presentata giovedì 27 giugno in conferenza stampa alla Camera dei Deputati insieme a un esposto in cui si segnalano le gravi mancanze da parte del Ministero dell’Ambiente in relazione a questo importante argomento, posto al centro del pubblico dibattito proprio da un’inchiesta portata avanti da L’Ortica all’indomani dell’azzardato abbattimento di verde pubblico avvenuto a Cerveteri.
Agli effetti diretti dell’emissione elettromagnetica del campo elettrico di milioni di mini-antenne a microonde millimetriche posizionate a distanza di pochi metri l’una dall’altra su lampioni, tombini e marciapiedi, si sommeranno quelli indiretti. Secondo l’Agcom, infatti, al fine di “mantenere e ampliare i livelli di concorrenza nei mercati delle telecomunicazioni mobili e fisse” è necessaria la “rimozione degli ostacoli non necessari” così come richiesto anche dall’attività di segnalazione consultiva sullo sviluppo delle reti 5G. Tra questi vi sono milioni di alberi, fondamentali presidi nel contrasto al dissesto idrogeologico, al surriscaldamento e alle emissioni di anidride carbonica, ma scomodi intralci per la diffusione delle nuove frequenze 5G che, è bene ribadirlo, copriranno l’intero territorio nazionale nel 98% del suolo pubblico: non solo Smart city, ma anche parchi, aree naturali, zone rurali e perfino centri con scarsa densità abitativa. Un vero e proprio tsunami elettromagnetico da cui sarà impossibile restare immuni.
Per tutti questi motivi attraverso una formale istanza presso gli Uffici Territoriali del Governo-Prefetture, si chiede formalmente al Ministro dell’Ambiente di intervenire con un provvedimento urgente ai sensi dell’art. 309 del D. Lgs 152/2006 anche in applicazione del principio di precauzione previsto dall’art. 301 dello stesso decreto a tutela dell’ambiente.Nella stessa occasione l’alleanza italiana Stop 5G presenterà la mobilitazione nazionale patrocinata dai sindaci dell’Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia, dagli scienziati dell’Istituto Ramazzini e dai medici per l’ambiente di ISDE Italia, tenuta in oltre 50 città per rivendicare “il diritto costituzionale per la difesa della salute pubblica”. Già oggi oltre 60 amministrazioni italiane hanno abbracciato un indirizzo di cautela. Tra i portavoce dei cittadini che si stanno impegnando in tal senso saranno presenti: Cataldo Curatella consigliere del Comune di Torino, Marco Cacciatore consigliere della Regione Lazio, Federico Valetti consigliere della Regione Piemonte, Emanuele Panizza consigliere Comune di Ravenna, Massimiliano Quaresima consigliere Municipio XII Roma Capitale, Domenica Spinelli, sindaco di Coriano (Rimini). A Montecitorio verrà anchepresentatala campagna d’informazione internazionalecondivisa tra i vari gruppi Stop 5G d’Europa e la petizione mondialeStop 5G dalla terra e dallo spazioindirizzata a OMS ed ONU che in pochi mesi ha raccolto oltre 100.000 adesioni da 187 paesi del mondo. Interverranno i parlamentarion. Sara Cunial (Misto), on. Silvia Benedetti (Misto), on. Veronica Giannone (M5S), on. Gloria Vizzini (M5S) eil sen. Saverio De Bonis (Misto). “Forse – affermano i parlamentari che hanno scritto ai Sindaci – non si sa o si vuole colpevolmente ignorare il rischio inaudito che si sta facendo correre alla popolazione costringendola all’esposizione continuativa e persistente con le irradiazioni di ubiquitari campi elettromagnetici. Per questo ci appelliamo ai sindaci, primi responsabili della condizione di salute della popolazione del proprio territorio. In linea con il Principio di Precauzione, al fine di garantire la tutela del diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre, sancito anche dalla nostra Costituzione, di fronte alle evidenze scientifiche sempre più schiaccianti sulla nocività di questi sistemi, abbiamo chiesto alle amministrazioni coinvolte di fare un passo indietro – concludono i parlamentari – dimostrando così che la vita umana, il nostro Paese e il futuro di tutti noi vengono prima delle logiche di mercato e degli interessi di qualche multinazionale di telefonia”.
Infine, approvati già tre moratorie cantonali oltre le Alpi, il gruppo civico Stop 5g Svizzera Italiana organizza per sabato 29 Giugno a Mendrisioil convegno internazionale Il lato oscuro del 5G. Prevista la partecipazione anche di delegazioni estere di comitati Stop 5G provenienti da altri paesi d’Europa, sarà l’occasione per sancire la nascita dell’alleanza europea Stop 5G nel lancio della prima azione condivisa, ovvero il DisconnesssiDay, la prima giornata europea di sciopero digitale indetta per il 1° Luglio 2019. Per un giorno intero si invitano i cittadini-consumatori a fare a meno di connessioni Wi-Fi, dell’uso di Smartphone, cellulari e Tablet, insomma di qualsiasi strumentazione tecnologica che fa uso di connessioni wireless. All’iniziativa hanno aderito comitati e associazioni di 16 diversi paesi europei, tra i quali Italia, Svizzera e San Marino.