Due malviventi erano stati sorpresi a rubare nella chiesa Sacro Cuore di Ladispoli dal sacerdote che li aveva fotografati rischiando di essere accoltellato. I rapinatori, moglie e marito, andranno a processo. Ma il sacerdote tende loro la mano: “spero sia siano pentiti e aiutino i più bisognosi”
Li aveva scoperti a rubare pochi spicci dei lumini e aveva chiesto loro il perché di quel gesto. Nella chiesa Sacro Cuore di Gesù Ladispoli, lo scorso mese di maggio, don Isidor come risposta aveva rischiato di ricevere una coltellata da uno dei due ladri. La coppia, marito e moglie, non aveva proprio accettato quel richiamo e soprattutto il fatto che il sacerdote li avesse fotografati con il proprio telefonino. Un gesto di coraggio del prete di origini romene che aveva comunque mandato in fuga i rapinatori. Secondo atto di coraggio. Andare dai carabinieri della stazione di Ladispoli e denunciarli.
“Lui brizzolato sulla sessantina, lei mora”, questo era l’identikit dei furfanti entrati nella chiesa nel primo pomeriggio, quindi in pieno giorno. I due con una calamita avevano “prelevato” le monetine dalla cassetta delle offerte prima di essere scoperti. Erano partite immediatamente le indagini dei militari che avevano portato quasi immediatamente nella direzione dei due, italiani di 60 anni, residenti a Cerveteri, con precedenti penali per lo stesso tipo di reato, e denunciati. Da quel che si apprende ora dovranno comparire nei prossimi mesi davanti ai giudici nel tribunale di Civitavecchia.
L’audacia di don Isidor, che nella sua vita è stato impegnato anche come missionario, non era passato inosservato nella comunità parrocchiale del Sacro Cuore. Erano arrivati messaggi di stima ed elogio verso un uomo di chiesa che non si era voltato dall’altra parte ma aveva chiesto aiuto alle forze dell’ordine per impedire soprattutto che i malviventi potessero mettere a rischio a sicurezza di altre persone. A distanza di tempo il sacerdote torna sull’argomento anche se un po’ a fatica, perché in fondo in fondo vorrebbe cancellare questa storia dalla sua memoria. “Sì, la ricordo e ho vissuto giorni difficili. Nello stesso tempo spero che queste persone si siano pentite di quello che hanno fatto, e magari possano aiutare le persone in difficoltà. Confido in questo, perché esiste il perdono”, è il commento di don Isior.
Arriva anche la presa di posizione di don Gianni Righetti, alla guida del Sacro Cuore di Gesù. “Le offerte delle chiese vanno a sostenere l’aiuto solidale che i cristiani offrono a chi ha bisogno e se qualcuno se ne approfitta, allora serve una giustizia. E’ quello che è accaduto quando don Isidoro ha scoperto chi sottraeva le monetine dei lumini. Ma poi, come lui lodevolmente ha anticipato, c’è pure la preghiera e c’è il perdono. Perchè la prima giustizia, come suggerisce papa Francesco, è la misericordia”. Un messaggio di pace a pochi giorni dal Natale. E l’esempio di un grande uomo di chiesa che viene dall’Est e ha dato un grande insegnamento a tutti.