DIFFIDATE SEMPRE DI TUTTI COLORO CHE VI DICONO: “NON SI PUO’! “

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Anche nelle situazioni più difficili, si può sempre fare qualcosa.

ANTONIO CALICCHIO

A tutti voi, cari lettori, sarà accaduto di avere qualcuno – un impiegato, un direttore, un vostro superiore, ecc. – che, dinanzi a qualunque proposta, a qualsiasi progetto, in modo regolare, innanzitutto, vi ha risposto: “Non si può!”.

Fate attenzione, non vi dice, come farebbe un amico, “mi dispiace, non posso, non sono in condizione, non sono in grado”. No! La sua è una affermazione perentoria, autoritaria, irrevocabile ed inappellabile, fondata su motivazioni tecniche, davanti alle quali vi sentite completamente disarmati: il medico vi osserva con compatimento, il geometra vi fa sentire un uomo preistorico, il politico vi spiega che l’opposizione lo rende impossibile, il ragioniere vi dimostra che l’affare è sbagliato, l’impiegato elenca regolamenti insuperabili, il magistrato vi annulla con citazioni di norme giuridiche. Ognuno vi annienta con la sua saccenteria.

Poi, avviene che, in altre circostanze, scoprite che quella stessa cosa poteva, invece, farsi agevolmente: bastava trovare una soluzione nuova e intelligente. E vi può capitare di accorgervi che, a trovarla, è proprio quello stesso soggetto che a voi diceva sempre “non si può”. Però, lo fa quando è coinvolto suo figlio, un suo amico, un suo protetto oppure quando gli conviene e gli è utile.

Tangentopoli ha dato indiscutibile testimonianza che numerosissimi politici e tantissimi burocrati dicevano “non si può” solo per ricevere danaro. Dopo di che, ciò che era impossibile diveniva semplicissimo.

Ma le persone dicono “non si può” pure per un’altra ragione essenziale, e cioè per rimarcare il proprio potere. Nel momento in cui un individuo senza fantasia, privo di iniziativa, mediocre, timoroso raggiunge posizioni di potere, come deve fare a mantenerle? Creando ostacoli, impedimenti a tutti gli altri per frenare la loro ascesa e per obbligarli a genuflettersi al suo cospetto. Il mediocre, di fronte all’inventore, al creativo, prova un sentimento di astio e di invidia intollerabile. E, quindi, fa di tutto per disturbarlo, per pregiudicarlo, per mortificarlo. Non immaginate il giubilo del mediocre che riesce a fermare il genio. Il regista Forman lo ha illustrato perfettamente nel film Amadeus in cui il compositore Salieri dedica la sua esistenza ad odiare e a demolire Mozart. Ma c’è l’ufficiale invidioso del soldato eroe, l’imprenditore invidioso dello scopritore, il docente del discente.

Tuttavia, succede che, in prosieguo di tempo, il creatore, l’innovatore, abbiano tale e tanta perseveranza, tale e tanta determinazione, tale e tanta forza d’animo da continuare ugualmente, sino a riuscire ad affrontare e a superare tutti gli intralci.

Ed allora il mediocre, quando si rende conto che non può più contrapporsi, muta strategia. Si autopropone, lo stringe a sé, sostiene di aver analizzato la questione, notte e giorno, trovando la soluzione. Quella soluzione che, per vero, egli conosceva sin dall’inizio. Così si prende tutti i ringraziamenti e le lodi. Molte targhe, molti monumenti commemorativi, più che ricordare l’inventore, ricordano colui che gli ha dato fastidio.

Per questo, occorre diffidare sempre delle persone che dicono “non si può”. Ogniqualvolta incontrate una di loro, potete essere sicuri che si tratta di una persona infida, ipocrita, capace di mentire pertinacemente e reiteratamente. Ricordate che, anche nelle situazioni più complesse, si può sempre fare qualcosa, è sufficiente buttarsi nel compito con fervore, con ardore, utilizzando tutto il proprio ingegno; e chi non lo fa, e, anzi, blocca le ricerche altrui, ha sovente un motivo gretto e ignobile: o l’avidità di potere, o l’interesse personale, o l’invidia oppure tutte e tre le cose insieme.