Nella 1° parte del presente articolo citavo gli studi della Dott.ssa Markey circa le motivazioni psicologiche che fanno fallire le diete.
Gli effetti lì descritti, come “L’effetto “E che diavolo…” e “L’effetto rimbalzo” sono molto interessanti, ma a mio avviso non coprono tutti i livelli da prendere in considerazione per capire il fenomeno.
Le ricerche citate, infatti, hanno avuto come focus di indagine i processi cognitivo-emotivi che si attivano nell’individuo quando si trova a fare una dieta. Tuttavia, l’individuo non è una Monade isolata nel nulla, vive in un contesto di relazioni e per capirne appieno il comportamento non possiamo renderlo avulso dalla rete di relazioni in cui vive. Pertanto bisogna analizzare anche il livello interpersonale. Certo per trattare in maniera completa l’argomento dovrei analizzare anche il contesto socio-culturale: la pressione sociale sulla magrezza, il vivere in una “cultura dell’abbondanza”, il volere “tutto e subito”, il vivere a ritmi sempre più elevati e vertiginosi (non posso non pensare a come sono cambiati, per esempio, i tempi dei films, che sono certo un rispecchiamento, colto dai registi, di come percepiamo la dimensione del tempo), etc. sono tutti fattori che hanno un loro peso nell’argomento di cui sto trattando.
Per brevità, tuttavia, io qui mi limiterò ad accennare al solo livello relazionale della coppia. Ebbene sì, le dinamiche di coppia possono giocare un ruolo cruciale nell’impedire che una dieta funzioni! Tanto che alcuni psicoterapeuti di coppia propongono una dieta “per tutti e due”, nel senso che trattano alcune coppie come fossero un unico individuo. Certo ciò avviene solo per alcune coppie, in base al loro funzionamento, soprattutto quelle con dinamiche fusionali (vedi altro mio articolo “La coppia simbiotica”).
In pratica, sebbene solo uno dei due ha problemi di sovrappeso, la dieta viene prescritta per entrambi con l’obiettivo, per esempio, che “in due devono perdere “tot chili”. Ciò perché il perdere chili di uno dei partner (come qualsiasi altro cambiamento di uno dei due) ha conseguenze sulla loro relazione e pertanto devono cambiare assieme se si vogliono ottenere dei risultati duraturi in uno dei due. Il che, peraltro, è un principio generale del funzionamento psicodinamico delle coppie.
Facciamo un esempio: immaginiamo, cosa che l’esperienza clinica talora conferma, che il dimagrire di uno dei due partner possa attivare delle ansie nell’altro. Ben inteso a livello cosciente tutti e due vogliono che chi dei due è in sovrappeso perda chili, ma l’inconscio funziona in bel altro modo! A livello inconscio il perdere peso di uno può attivare delle forti angosce nell’altro, angosce prima sopite e mai emerse di, per esempio, gelosia, insicurezza, inferiorità, paure di abbandono, etc. e così il partner che sta a dieta, percependo inconsciamente tutto ciò nell’altro, per proteggerlo dalle sue angosce e per proteggere l’equilibrio della coppia, può, sempre inconsciamente, autosabotarsi, cioè fallire nel suo progetto di dieta!
Nella 3° parte vedremo altre disposizioni psicologiche che rendono le diete fallimentari. In particolare vedremo come il rapporto mente-corpo in un singolo individuo possa far sì che questi “non regga psicologicamente” ai cambiamenti corporei conseguenti la dieta.
Dottor Riccardo Coco
Psicologo – Psicoterapeuta Psicoterapie individuali, di coppia e familiari
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