3° PARTE
Nella 1° parte ho descritto come alcune motivazioni psicologiche possano far fallire le diete: l’effetto “E che diavolo…” e “l’effetto rimbalzo”; mentre nella 2° parte ho esplorato le cause relazionali che possono sabotare una dieta, occupandomi delle psicodinamiche delle coppie.
In questa 3° parte vorrei approfondire invece come il complesso rapporto mente-corpo possa portare la mente a “non reggere psicologicamente” ai cambiamenti corporei conseguenti la dieta, spingendo inconsciamente affinché i chili persi possano essere ripresi.
Anzitutto dobbiamo renderci conto che la mente ed il corpo sono reciprocamente in connessione (a differenza di come credeva Cartesio) e pertanto i cambiamenti corporei ed il modo in cui sono vissuti e rappresentati psichicamente dalla persona hanno ripercussioni sulla sfera cognitiva, emozionale e comportamentale di questa, così come il corpo si può ammalare esprimendo un disagio squisitamente psicologico.
Chiarito ciò esploriamo i significati psicologici della pelle e dell’adipe: la pelle ha simbolicamente una funzione di confine con il mondo esterno e di differenziazione dell’individuo “dall’altro da sé”, tanto che un noto psicoanalista, Anzieu, parla di “Io-Pelle”, attribuendo proprio alla pelle delle funzioni psicologiche molto rilevanti (non entrerò nel dettaglio del pensiero di Anzieu che è sì interessante ma anche molto complesso).
Così come la pelle anche l’adipe che è proprio sotto la pelle determina un confine con il mondo esterno, permettendo una separazione simbolica tra ciò che è dentro, il nostro Sé più intimo, e ciò che è fuori, le altre persone. Dunque “la ciccia”, per alcune persone, può inconsciamente aiutare a proteggere dalla sensazione di “essere emotivamente invasi” dall’altro, di essere come fagocitati dalla vicinanza intima di un altro. Tale funzione protettiva è evidente in quelle persone che si sono relazionate con figure di accudimento intrusive oppure, in maniera altalenante, sia intrusive che distanzianti (tipico dello stile di attaccamento ansioso-ambivalente, vedi mio precedente articolo “Relazioni ansiose e preoccupate”). Ne consegue che diminuendo la “ciccia-corazza” aumenta anche in parallelo la paura dell’altro e quest’ultima potrebbe agire inconsciamente nella ripresa dei chili persi.
Un’altra funzione psicologica che “la ciccia-corazza” può avere, sempre protettiva dell’equilibrio psichico individuale, si evidenzia in chi ha vissuto la devastante esperienza di un abuso infantile. In tali casi, inconsciamente, la psiche può cercare di proteggere l’individuo dalla ripetizione del trauma evitando che il corpo possa essere percepito come attraente dagli altri, dai “Vampiri” come venivano definiti in quel bellissimo film di Sean Penn che è “Mistic river”.
Ora capite che si viene a creare un conflitto interno tra il desiderio conscio di perdere peso ed i meccanismi inconsci di protezione che sabotano tale progetto; tanto che l’angoscia aumenta di pari passo con la perdita di peso. In mancanza di una modifica psicologica di questi meccanismi di difesa e delle angosce che li sostengono, la dieta è facilmente destinata a fallire perché la persona non può “reggere emotivamente” la perdita di peso ed i cambiamenti corporei che ne derivano. Accanto alla dieta, per quanto detto, è necessario, a volte, affiancare una parallela psicoterapia.
Dottor Riccardo Coco
Psicologo – Psicoterapeuta Psicoterapie individuali, di coppia e familiari
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