Riceviamo e pubblichiamo dal PD Circolo di CerveteriBella e proficua riunione quella di ieri al circolo Pd sulla Cantina Cerveteri. È stata analizzata e discussa la proposta di delibera relativa al cambio di destinazione d’uso di una parte del cosiddetto “Cantinone”. Ma soprattutto, grazie alla partecipazione di esponenti della Cantina, si è potuto entrare nel merito della situazione della Cantina, della sua storia, delle sue prospettive future. Ne è emerso un dibattito a tratti anche acceso, ma franco e trasparente, con una conclusione molto chiara. Il Pd Cerveteri ha tutto l’interesse che una realtà importante come questa continui a svolgere il suo lavoro, continui a produrre vino sempre di miglior qualità, continui a sostenere il settore vitivinicolo e a creare occupazione. Abbiamo espresso il nostro apprezzamento per l’opera di risanamento illustrata dal Presidente e le prospettive di rilancio per il futuro. Ma allo stesso tempo abbiamo anche evidenziato la forma assolutamente inaccettabile con cui l’Amministrazione ha confezionato l’atto che andrà in Consiglio martedì prossimo. Il nodo della questione ruota intorno al concetto di “interesse pubblico”, indispensabile affinché l’iter scelto per questa delibera, che velocizzerebbe molto la pratica, si possa considerare legittimo. Il problema è che, nell’atto proposto dalla maggioranza, questo “interesse pubblico” non c’è. O meglio, è espressamente riferito al mero aiuto, salvataggio, mantenimento quella realtà imprenditoriale. Ma questo, evidentemente, non è interesse pubblico, è interesse prettamente privato. Messa così, quindi, sarebbe ai limiti della legalità, se non oltre. Cosa sia, invece, un vero “interesse pubblico” lo spiega molto bene una recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 2761/2015): “non è necessario – è scritto nella sentenza – che l’interesse pubblico attenga al carattere pubblico dell’edificio o del suo utilizzo, ma è sufficiente che coincida con gli effetti benefici per la collettività.” Le motivazioni dell’interesse pubblico sono rilevate nel recupero dell’edificio, nella sua apertura al pubblico, nella fruizione pubblica gratuita di ampi spazi interni per iniziative culturali, nel fatto che non comporta alcun onere finanziario al Comune e che attiva investimenti privati con creazione di nuovi posti di lavoro. “Si vuol cioè dire – prosegue la sentenza – che il “sacrificio” delle previsioni pianificatorie e dell’ordine in esse precostituito ha un peso comparativamente minimo rispetto ai miglioramenti che ne derivano in relazione ad una serie di concorrenti interessi pubblici pure affidati alla cura dell’autorità amministrativa locale (recupero, accessibilità, fruibilità, incremento occupazionale, etc.).” Di tutto questo non vi è traccia nell’atto predisposto dall’Amministrazione. Mentre, almeno in parte, ne abbiamo trovato riscontro nell’intervento del Presidente della Cantina durante la riunione del Pd, dove ha spiegato dettagliatamente le ragioni per cui questo cambio di destinazione d’uso aiuterebbe non solo la Cantina in sé, ma tutto il settore vitivinicolo del nostro territorio con ovvie e importanti ricadute occupazionali. Questi impegni e questi buoni propositi vanno però dichiarati espressamente, messi nero su bianco. Su questo il Pd presenterà un emendamento, volto a modificare quella proposta di delibera, per renderla aderente a quanto prescritto dalla legge, perché emerga un reale e concreto “interesse pubblico” e non si riduca invece ad un mero (e indebito) vantaggio per un privato.
PD Circolo di Cerveteri