Ci sono due categorie tra le peggiori in assoluto.
Gli ipocriti ed i moralisti. Quest’ultimi sono il lato nefasto della società contemporanea, sempre pronti a scandalizzarsi, a fustigare il malcostume altrui, a sputare sentenze. Senza mai fare ammenda o ammettere di essersi sempre girati dall’altra parte. La fotografia nitida di questo malvezzo è certamente la ridda di polemiche esplose in questi giorni sulla vicenda della mancanza del depuratore nel borgo di Ceri, vicenda che affronteremo in modo capillare nelle pagine de L’Ortica del prossimo 26 gennaio. In questo articolo preferiamo commentare le reazioni che abbiano letto ed ascoltato dopo che la notizia è esplosa sui mass media. E poniamo una domanda: ma quale sarebbe la notizia nuova? Che a Ceri non esistesse un impianto di depurazione il sottoscritto lo scriveva un quarto di secolo fa, quando dirigeva uno storico settimanale chiamato Monitor. Che nello splendido borgo medievale di Cerveteri non esistesse un sistema di filtraggio e depurazione delle acque nere era fatto noto a tutti. Da sempre. Perfino lo stesso sindaco Pascucci, in alcune dichiarazioni ufficiali recenti, ha detto “A Ceri non c’è mai stato il depuratore”. Dunque, di cosa si stanno scandalizzando tutti coloro che si battono il petto e gridano allo scandalo? Ma dove erano questi fustigatori dei costumi negli ultimi trent’anni? Ci sarebbe da ridere se la faccenda non fosse tremendamente seria. Qui non servono moralisti che cadono dal pero. Servono progetti precisi, impegni economici importanti, assunzione di responsabilità da parte di coloro che hanno voce in capitolo e le leve del potere in mano. A Ceri deve essere realizzato un depuratore, punto e basta. Lo faccia Acea che gestisce il servizio idrico, o lo faccia il comune, o lo costruiscano i privati. Importante è che i liquami non finiscano più nei fossi e poi sfocino in mare, inquinando la nostra costa che meriterebbe maggiore rispetto da parte di tutti. Sarà poi compito della giustizia scavare nella storia dell’ultimo quarto di secolo, accertare eventuali colpe, omissioni e connivenze. E se qualcuno ha sbagliato, beh sia punito a dovere dalla magistratura. Ma, per favore, nessuno non dica più di non essere a conoscenza dei fatti. Tacete, fate più bella figura.
Il Direttore
Gianni Palmieri