Dentifrici: occhio agli ingredienti
A cura di Alfonso Lustrino
Fisioterapista ed educatore alimentare
Nei dentifrici convenzionali spesso sono presenti ingredienti problematici. Come orientarci verso la scelta migliore?
Quanti chili ne usiamo nel corso della vita? Difficile dirlo.
Anche se non lo ingeriamo, resta pur sempre a contatto con la bocca e questo basta per assorbire sostanze potenzialmente nocive. Se una volta si chiedeva al dentifricio solo di togliere i residui di cibo e lasciare un alito gradevole, oggi le sostanze presenti vanno ben oltre la rimozione della carica batterica: protezione della gengiva e dello smalto del dente, prevenzione della carie ed eliminazione di macchie antiestetiche.
Per ottenere questi risultati generalmente un dentifricio oggi è preparato con abrasivi (per rimuovere la placca), tensioattivi (detergenti spesso schiumogeni, come gli SLS) sostanze ad azione umettante (come i PEG o il Propylene glycol, si, proprio l’antigelo delle auto), lubrificanti e conservanti (come i Parabeni), gli antibatterici (come il Triclosan) e una lunga serie di ingredienti con proprietà leganti, addensanti, coloranti e aromatizzanti. Sicuramente l’appeal del dentifricio aumenta agli occhi dei consumatori, ma spesso gli studi clinici sull’efficacia di questi agenti aggiuntivi sono superficiali e/o finanziati dagli stessi produttori.
Com’è possibile che un gesto ripetuto con frequenza non spinga il consumatore verso una scelta meno superficiale?
La bocca è uno dei luoghi più assorbenti di tutto il corpo. È per questo che alcuni farmaci vengono somministrati per via sublinguale.
INGREDIENTI TOSSICI
Tra gli ingredienti più sgraditi, c’è il TRICLOSAN, un potente battericida impiegato all’inizio principalmente come disinfettante in ambito ospedaliero. Nel tempo, l’utilizzo di questa sostanza si è enormemente diffuso tanto che oggi è presente come antibatterico in moltissimi prodotti di uso comune, dentifrici compresi.
Sul triclosan e sulla sua tossicità si addensano da tempo nubi preoccupanti, sospettato di essere, tra l’altro, un interferente endocrino, un cancerogeno e di compromettere il funzionamento dei muscoli. Tutti elementi che consiglierebbero di evitarlo.
Mentre le autorità europee tentennano in attesa della prova scientifica schiacciante (solo in Svezia il ministero della Salute ne ha sconsigliato l’uso), sono in molti, in base al principio di precauzione, a denunciarne la presenza invitando i consumatori a starne alla larga. Un recente test sulle paste dentifricie (eseguito da “Il Salvagente”) rilevava la scomoda presenza in 3 prodotti molto popolari di largo consumo-
Fra gli anticarie il posto d’onore spetta sicuramente al FLUORO (Sodium Fluorite). La presenza di questo ingrediente è sempre stata fonte di discussione, perché se presente in eccesso può accumularsi nelle ossa e renderle più fragili. Il problema è particolarmente sentito nei bambini: ecco perché dal 2009 i dentifrici contenenti tra 0,1% e 0,15% di fluoruro, se non recano l’indicazione che il prodotto è destinato ai soli adulti, devono riportare sulle confezioni l’avvertenza: “Bambini fino a 6 anni”.
Molti dentifrici contengono TENSIOATTIVI come il sodio laurilsolfato (SLS) o simili. I tensioattivi sono sostanze chimiche responsabili della schiuma dei dentifrici, ma la loro azione interferisce anche con il funzionamento del nostro palato alterando l’equilibrio presente all’interno della bocca.
Spesso nei dentifrici fanno la loro comparsa i dolcificanti artificiali.
L’ASPARTAME, per citarne uno, è tra gli additivi alimentari quello che gode ormai di un triste primato di nocività. Ciononostante le autorità preposte alla sicurezza alimentare ridimensionano o negano il problema basandosi però su studi falsati da errori metodologici. Forse qualcuno ricorda la puntata del 2012 di Report che trattava l’argomento ponendo l’accento sul fatto che gli studi finanziati dall’industria stessa hanno prevalso totalmente.
Tra le ricerche ignorate c’è quelle svolte dal prestigioso Istituto Ramazzini di Bologna. Ci sarà una ragione se www.mercola.com, uno dei principali siti americani di informazione indipendente sulla salute, in un articolo che elenca i sette peggiori additivi alimentari mette i dolcificanti artificiali al primo posto, e il primo nome della lista è proprio l’aspartame.
Leggendo la lista degli ingredienti spesso si può notare anche la presenza di SACCARINA. Il sodium saccarin è stato il primo dolcificante artificiale, 300 volte più dolce dello zucchero. Viene chiamato E954 nei prodotti alimentari. Su wikipedia si trova scritto: “fin dalla sua introduzione la saccarina è stata al centro di preoccupazioni sulla sua potenziale nocività”.
LE ALTERNATIVE
Dopo un quadro così preoccupante il lettore si aspetterà di conoscere le strade alternative percorribili che, come spesso accade, esistono se ci si sforza di cercarle.
I dentifrici biologici certificati, infatti, garantiscono un’alta percentuale di ingredienti naturali di origine vegetale ottenuti con coltivazione biologica. Si garantisce in questo modo una produzione a basso impatto ambientale, una più alta degradabilità e l’assenza di quei componenti problematici come quelli su citati. Molti dentifrici prodotti con criteri eco-biologici inoltre sfruttano appieno le proprietà dei fitocomplessi. Dall’estrazione delle molecole biologicamente attive contenute nella pianta si ricava un set di sostanze presenti in concentrazione singola molto bassa, ma con un’attività sinergica spiccata. Caratteristiche che le rendono meno aggressive e con minori probabilità di sviluppare effetti collaterali o fenomeni di assuefazione.
E’possibile anche preparare il dentifricio in casa ed evitare molte delle insidie proprie dei dentifrici commerciali. Uno degli ingredienti principali è l’olio di cocco, che è stato testato ed è risultato efficace contro batteri Streptococcus comunemente presenti nella bocca.
Le ricerche hanno scoperto che l’olio di cocco trattato con enzimi in un processo simile alla digestione, inibisce fortemente la crescita della maggior parte dei ceppi di batteri Streptococcus, tra cui lo Streptococcus mutans, un batterio che produce acido ed è una delle principali cause della carie.
DIETA A BASSO CONTENUTO DI ZUCCHERI
Per mantenere una buona igiene orale è importante anche ribadire che oltre a spazzolino, dentifricio e filo interdentale, non si può negare il ruolo della dieta. Lo zucchero, in particolare, è il colpevole primario. Come riportato da Medical News Today: “Ci sono prove schiaccianti che gli zuccheri sono il fattore dietetico più importante nelle patologie dentali. In particolare, è la quantità e la frequenza degli zuccheri consumati che determinano la gravità nella perdita dei denti. Consumare una varietà di cibi ricchi di nutrienti ed evitare quelli che contengono zuccheri e amidi è importante per mantenere denti e gengive sane.
IL BIOLOGICO CERTIFICATO: UNA SCELTA CONSAPEVOLE
Molte marche popolari di dentifrici contengono sostanze discutibili da evitare anche solo per il principio di precauzione ed è per questo che è bene essere molto attenti nella scelta. Una garanzia assoluta, a parte i dentifrici fatti in casa, ci è data dai dentifrici naturali biologici certificati. Oltre ad essere privi di sostanze nocive e aggressive, risultano anche essere altamente performanti.
Utilizzare un dentifricio biologico significa fare una scelta radicale di consapevolezza, diventare consumatori attenti, presenti, che acquistano con criterio, insensibili alle sirene delle pubblicità che quotidianamente ci spingono verso scelte inopportune.
Per una piccola differenza di prezzo ne vale la pena.
A cura di Ben di Bio
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