INIZIATIVA INTRAPRESA DAL PADRE MARIO CHE STA PENSANDO DI ORGANIZZARE UN MEMORIAL PER TUTTI I RAGAZZI CHE NON HANNO RAGGIUNTO I LORO SOGNI.
Il suo sorriso, la voglia di girare il mondo con gli sci ai piedi e con le pinne e l’ossigeno per immergersi in mare nuotando con squali e tartarughe. Riuscire finalmente a pilotare un aereo, il suo vero sogno, seguendo la scia del papà. Già, per ogni genitore il proprio figlio è il più speciale di tutti, e non c’è niente che possa far cambiare idea. Ma Daniele Papa era davvero speciale, un ragazzo dal cuore d’oro, «un giovane responsabile e maturo», ci racconta con gli occhi lucidi Mario, il padre, origini catanesi, impiantato a Cerveteri.
Poi avvolgendo il nastro a quel 25 maggio 2020 la tragedia che spezza il cuore di tutti: il velivolo si inabissa sul Tevere, si salva solo l’istruttore che si trovava al suo fianco. I sogni di Daniele, appena 23enne, naufragano per sempre e a ricostruire responsabilità e dinamica ci penseranno ora i giudici. Mario non ha voglia di affrontare il discorso legato a perizie, processo e risarcimenti. È un percorso duro, un mondo in cui nessuno vorrebbe mai entrare. E allora la sua forza è il ricordo di Daniele, la volontà di creare un’occasione magica per poterlo commemorare. Da qui l’idea, davvero appassionante nata dopo una chiacchierata con la casa orologiera Hangar Italy, di acquistare un aeromobile Blackshape Prime – battezzato “DanyBoy” – girando il mondo e raccogliendo firme e dediche esclusive per Daniele. Avete mai visto un aereo sorvolare i cieli con tutte quelle scritte? Aumentano giorno dopo giorno, perché tra un aeroporto e una aviosuperficie, Mario a tutti gli amici che incontra nel suo cammino, chiede di apporre una firma sulla fusoliera dell’aereo. E nessuno si sottrae. Ogni autografo è una dolce carezza a un angelo, e di firme eccone già centinaia e centinaia. Siamo quasi a mille. Un’idea tira l’altra.
Il nuovo obiettivo ora è quello di organizzare un “DanyBoy Day” affinchè possa diventare un appuntamento fisso ogni anno in memoria di Daniele Papa ma anche di tutte le vittime, giovani e meno giovani, che avevano un sogno, come quello di pilotare un aereo, e che per un motivo o nell’altro non ce l’hanno fatta. È difficile parlarne, per un attimo però la tristezza lascia il passo ad un pensiero per nulla banale, e Mario accenna un sorriso «Sì il ricordo e la commozione vanno bene, mi piacerebbe però che possa essere anche un giorno di festa per radunare tante persone. Vedo bambini pronti a restare a bocca aperta con il naso all’insù per il passaggio di alcuni aerei. Ecco, questo sarebbe un modo per onorare Daniele e tanti bellissimi ragazzi come lui».
Le sue passioni. Così giovane, così grande Daniele. Abile sciatore, tifoso di calcio, diplomato come perito informatico a Civitavecchia nell’istituto tecnico Marconi. Si era persino inserito nel gruppo Subacqueo di Cerveteri. Con i volontari condivideva progetti come quando decise di raggiungere la barriera corallina del Queensland per nuotare tra squali e tartarughe. DanyBoy si faceva volere bene da tutti. Immaginarlo sorridente si può, alzando gli occhi al cielo ma fissando anche lo sguardo tra le onde: in suo onore è stata calata una targa in marmo nel fondale di Cerveteri dove lui stesso aveva recuperato, da sommozzatore, la statua della Madonnina.