LA SENTENZA ARRIVERÁ A SETTEMBRE. PER LA MORTE DEL RAGAZZO CERVETERANO RISCHIA LA CONDANNA PER OMICIDIO COLPOSO IL PILOTA GIANNANDREA.
Altra tappa del processo relativo a Daniele Papa, il ragazzo cerveterano di 23 anni morto durante una lezione di volo il 25 maggio del 2020, a Roma. Lo scorso 9 maggio si è svolta una delle ultime udienze riguardanti l’incidente aereo presso l’aeroporto dell’Urbe, mentre l’istruttore della scuola di volo, Cito Giannandrea e l’allievo poi deceduto stavano effettuando una esercitazione chiamata “touch and go”, cioè atterraggio e decollo, su un velivolo DA20/ C1.
Purtroppo in seguito al secondo atterraggio, l’aereo è precipitato nel fiume Tevere inabissandosi nei pressi di via Vitorchiano. Per il povero Daniele non c’è stato nulla da fare; Giannandrea è riuscito a salvarsi con lievi ferite.
Durante il processo nel tribunale penale di piazzale Clodio, si è appurato che il l’imputato, il giorno dell’incidente, era partito dalla sua abitazione in Martina Franca in Puglia arrivando nella Capitale alle 12.15 e alle 12.45 ha effettuato la prima ora di addestramento con un altro allievo. Alle 14.45 – è quanto emerso – ha iniziato l’addestramento con Daniele Papa e alle 15.10 la sciagura aerea. Dagli accertamenti e perizie richieste dal giudice monocratico all’Aeronautica militare, in virtù delle conclusioni sulla base delle analisi effettuate, la causa dell’incidente sarebbe identificabile nel fattore umano, per una non adeguata (in quanto tardiva) e sicura supervisione da parte dell’istruttore Cito Giannandrea, responsabile del volo e ora indagato per omicidio colposo.
L’esercitazione prevedeva una serie di circuiti di atterraggio e decollo. Cito, che è riuscito a salvarsi, aveva dichiarato che il ragazzo si era bloccato e che lui aveva dovuto prendere poi il controllo. Come contestato pure dall’Ansv, l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo l’istruttore non avrebbe osservato le procedure previste dal manuale di volo.
A causa dei numerosi periti, la giudice ha ritenuto opportuno fissare un’altra udienza per il prossimo 30 maggio, mentre la sentenza verrà emanata il 27 settembre dello stesso anno, se non ci saranno particolari intoppi.
Il volo per Daniele. Dal lago di Iseo ad Avola Gallina. Oltre mille chilometri di distanza tra le acque dolci lombarde e quelle salate siciliane, ed è il tragitto distante percorso in questi tre anni da “DanyBoy”, il Blackshape Prime dall’inconfondibile livrea bianco gialla, con oltre duemila firme apposte da amici e appassionati, nato in ricordo di Daniele Papa, il figlio di Mario, il cui volo si è bruscamente interrotto sul fiume Tevere. In più di 60 località italiane Mario, già comandante di Alitalia di lungo raggio, ha portato la sua testimonianza e fatto volare ancora il suo Daniele (foto di Alfredo La Marca). Tra un aeroporto e una aviosuperficie, Mario a tutti gli amici che incontra, chiede di apporre una firma sulla fusoliera.