Bracciano. Gli studenti del liceo Vian sono tornati a protestare, con una modalità che da sempre è stato adottata: l’occupazione delle scuole.
A Bracciano è stato occupato il Liceo Vian, storica “Istituzione” del nostro territorio, che ha già visto in passato iniziative simili, condotte sempre con una grandissima serietà e senso di responsabilità, con forme di autogestione delle lezioni che sono – o dovrebbero – essere esempio per tutti. Nessuna violenza, tantissima consapevolezza e senso critico da prendere come esempio.
Sappiamo che molti di loro vogliono pensare ad una nuova idea di scuola in grado di vederli protagonisti di un cambiamento. I giovani desiderano riappropriarsi della loro scuola, recuperare un senso di appartenenza, riscoprire il sapore della partecipazione attiva.
Le occupazioni di questi ultimi giorni hanno un significato diverso rispetto al passato, che occorre cogliere: gli studenti, non vedendo alcun cambiamento di rotta, doveroso dopo due anni di pandemia, ora pretendono di essere ascoltati.
Non vogliono essere ignorati o falsamente rassicurati, ancora una volta; l’occupazione sta rappresentando per loro un modo, l’unico che ora riescono a vedere, per ribadire con forza l‘esigenza di trovare nuovi linguaggi, riprendersi la parola, riscoprire il diritto di rappresentanza. Poi succede che dopo una segnalazione interviene la polizia, qualcuno di loro viene portato al Commissariato e si rischia la denuncia.
Protestano contro una scuola pubblica ha assunto le sembianze di una catena di montaggio, disattenta rispetto alla disoccupazione giovanile e totalmente assente sotto il profilo umano.
Come tantissimi cittadini italiani, anche gli studenti criticano il PNRR che non coglie l’opportunità della crisi pandemica per riformare per davvero la scuola e l’intero sistema della formazione.
Le ragazze e i ragazzi del Vian, come tutti i loro colleghi, rivendicano il bisogno di riprendersi i loro spazi, e di vivere veramente la realtà studentesca: e l’occupazione è un mezzo legittimo.
Sinistra Italiana Lago – “Siamo completamente al loro fianco, e insieme a loro esprimiamo sdegno per i tanti attaccati sconsiderati che li dipingono come degli scansafatiche intenzionati ad anticipare, con queste occupazioni, le vacanze natalizie: a questo punto siamo arrivati! Gli studenti vogliono essere protagonisti del loro futuro.
Gli adulti e la politica, se vogliono sostenere le rivendicazioni degli studenti, devono farle proprie stando al loro fianco, ricercare e garantire per loro nuovi terreni di confronto in grado di cogliere il malessere e dare risposte, abbandonando l’ipocrisia del sostegno soltanto a parole. La legge di bilancio attualmente in esame non risponde alle esigenze di innovazione e ripropone una scuola tornata ad essere come in prepandemia, senza tener conto di vecchi e nuovi bisogni: occorre investire sull’edilizia scolastica, adeguare la dotazione di personale, valorizzare la rappresentanza studentesca, costruire una scuola veramente aperta, e anche istituire sportelli psicologici ed una didattica in persona più orizzontale. Sono esigenze più volte evidenziate: la politica è bloccata, ma oggi il pensiero critico degli studenti si è trasformato in azione.