DALLA FEDE PANDEMICA A QUELLA CLIMATICA

0
517
emergenza climatica

“IL CLIMA, ATTRAVERSO LA COMBINAZIONE IMPRONTA ECOLOGICA INDIVIDUALE + GREEN PASS, SEPPELLIRÀ PER SEMPRE LA DEMOCRAZIA LIBERALE”

di MIRIAM ALBORGHETTI

Se l’emergenza climatica sia reale o meno, se le cause dei cambiamenti climatici siano naturali o antropiche, non è oggetto di questo articolo. Il punto che ci interessa è un fattore che accomuna le tre narrazioni emergenziali, pandemica, bellica e climatica: l’uso religioso della “Scienza” da parte della politica e dei media a cui è strettamente connessa la colpevolizzazione del cittadino, che in quanto peccatore per antonomasia – poichè soggetto potenzialmente e ontologicamente contagioso, inquinatore e consumatore di acqua ed energia e cibo – merita un’esistenza all’insegna del razionamento e della privazione.

Privazione di quote di libertà, di relazioni umane, cibo, acqua ed energia. Questa strumentalizzazione ha ridotto la scienza in credenze che come tali non hanno bisogno di prove. Il lockdown, le mascherine, il coprifuoco, il Green pass sono misure adottate senza alcuna prova di efficacia e senza valutazione dei rischi sanitari, sociali ed economici. I vaccini anti covid, dopo una ridicola sperimentazione di 60 giorni, sono stati imposti all’intera popolazione sulla base di un atto di fede nei confronti della Scienza, o meglio di Big Pharma e dei suoi sacerdoti – viro star, giornalisti, vip e influencer- che hanno diffuso la “parola” e la buona novella del siero miracoloso nei nuovi luoghi di culto che hanno sostituito le vecchie chiese – giornali, tv e piattaforme digitali -, scagliando anatemi contro chi osava rifiutare il sacro battesimo mRna. Una religione integralista e intollerante che si palesa nella forma della repressione dei dissidenti percepiti come eretici.

I medici che hanno curato i pazienti a casa, o che hanno osato usare farmaci come idrossiclorichina o ivermectina o plasma iperimmune sono stati perseguitati in vario modo. Stessa sorte è toccata agli analisti che si sono pronunciati contro le sanzioni alla Russia e all’invio di armi in Ucraina e a chi osa avere idee differenti sulla presunta emergenza climatica. Così è successo che 1200 scienziati tra cui nobel e professori emeriti di tutto il mondo, il 27 giugno 2022 hanno firmato una Dichiarazione Mondiale sul Clima (World Climate Declaration) con un titolo che più esplicito di così non poteva essere, “There is no climate emergency”( Non c’è emergenza climatica). Detto in sintesi 1200 studiosi non sono d’accordo con il pensiero unico dominante sui cambiamenti climatici imposto da organismi globali tutt’altro che indipendenti come l’ONU, o meglio l’IPCC, Intergovernmental Panel of Climate Change. Come spiegano i firmatari ,le teorie climatiche apocalittiche sono basate essenzialmente su modelli predittivi invece che su dati empirici. Tali modelli, come sa chiunque non soffra di demenza, hanno già dato dimostrazione di essere largamente sovrastimati per eccesso sugli scenari peggiori. Praticamente siamo alla climatologia difensiva non diversa da quella epidemiologia difensiva terroristica che a maggio 2020 aveva profetizzato un numero di morti esorbitanti che poi non c’è stato. Ed è anche successo che le tesi dei 1200 scienziati invece di essere discusse con metodo scientifico, sono state delegittimate sul piano mediatico secondo una strategia ormai collaudata.

Ci troviamo di fronte ai soliti meccanismi da Santa inquisizione che hanno caratterizzato la pandemia e la guerra, lo stesso approccio religioso. Nella Dichiarazione Mondiale sul clima leggiamo: “La scienza del clima è degenerata in una discussione basata su credenze, non su una solida scienza autocritica”. Come afferma Sergio Porta, professore di Urban Design all’Università di Galsgow, “Siamo entrati a pieno titolo nell’età del neo-feudalesimo etico”. Non a caso su chi ha provato a pubblicare questo documento su Fb, si è abbattuta la censura degli “independent fact checkers”, una sorta di psicopolizia orwelliana che si permette di bollare come “falsa informazione” e “cancellare” dal metaverso un documento firmato da illustri scienziati. Secondo Porta l’apocalissi climatica al pari di quella pandemica “è patrimonio di capitale importanza per il Potere: chi la tocca, muore. Perché?

Perchè prima o poi diventerà la vera narrazione finale, quella che consentirà al Potere di esercitare il controllo completo su tutti noi fino all’ultimo recesso delle nostre vite. Ci sono l’imperativo etico assoluto e la remissione alla scienza come sacrario della verità, le due cose che servono, e ci sono a tempo indefinito: modificare il clima attraverso la manipolazione delle attività umane è missione in grado di giustificare l’asservimento delle masse per decenni, forse per secoli. E c’è la sostanziale impossibilità di controllo sociale dei risultati. La questione, come — e in modo molto più efficiente — che per la pandemia, una volta incardinata nella scienza rimarrebbe lì sepolta per sempre, sotto il controllo diretto del Potere.

Doveva partire a pieno vapore, questo treno, con il COP26 a Glasgow nel novembre 2021. Ma India, Cina e Russia si sfilarono a sorpresa e il treno deragliò in modo perfino comico. Fu lì che il Potere decise di dare segnale verde all’operazione Ucraina, che fino ad allora era rimasta il piano B, e in capo a quattro mesi la Russia fu costretta a dare inizio all’operazione militare speciale. L’apocalisse climatica venne così piegata ben bene e riposta nel cassetto in alto dell’armadio buono, pronta all’uso. Ma prima o poi, a brevissimo, aspettatevelo: sarà il clima, attraverso la combinazione “impronta ecologica individuale + green pass”, a seppellire per sempre la democrazia liberale. Conspiracy theory? Guardate cosa sta facendo Trudeau in Canada. Nuova parola d’ordine: “climate enforcement“, cioè più o meno “climatizzazione forzosa”. Si tratta della militarizzazione del nuovo ministero dell’Ambiente, cui sono stati dati poteri di polizia, intelligence e detenzione. Stanno giusto ora costruendo le celle, le sale degli interrogatori, quelle del monitoraggio; e ora, cominciate a preoccuparvi seriamente…”. Benvenuti in quello che Pasolini chiamava il tecnofascismo degli antifascisti.