DAL GREEN PASS SU QUATTRO RUOTE ALLE AUTO A GUIDA SENZA CONDUCENTE: LA GRANDE TRAPPOLA

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IL CRONOPROGAMMA DEI TRASPORTI SU GOMMA, CON L’ALIBI DEL GREEN CI PRIVA DELLA LIBERTÀ DI SPOSTAMENTO.

di Maurizio Martucci

Il passo è stato breve. Dal Viasat e il GPS nella scatola nera per lo sconto sulla polizza assicurativa al Move-In, cioè una specie di green pass su quattro ruote con collegamento satellitare. E da qui alle automobili elettriche fino alla guida senza conducente d’Era 5G, in mezzo all’effetto gas serra e lo stop nel 2035 per le produzioni a benzina e diesel.

E’questo il cronoprogramma dei trasporti su gomma, con l’appendice dell’amletico dubbio: tra tetto ai consumi e circolazione a singhiozzo, non è che in piena Quarta Rivoluzione Industriale… con le auto-digitali ci lasceranno a piedi?
Privati nella libertà di spostamento, per decisione di un algoritmo? E’ quanto potrebbe succedere in nome della sostenibilità, ovvero della lotta all’inquinamento atmosferico e al surriscaldamento climatico esattamente come, mutatis mutandis, accaduto per il Covid nei recenti lockdown e copri fuoco.

Tradotto: creato il problema, digitale soluzione trovata, liberticida! Finendo in un obbligo giuridico la normativa europea sul clima per la riduzione delle emissioni di CO2, infatti in Piemonte e Lombardia la black-box sul motore – ottenibile solo con identità digitale SPID e registrazione on-line – già oggi limita la circolazione degli autoveicoli attraverso il conteggio da remoto dei km percorsi su strada, monitorati su App in Big Data, sempre più controllo sociale: un diesel Euro 4, tanto per capirci, può muoversi fino a 8.000 km l’anno, mentre una benzina Euro 2 può solo fino 2.000 grazie ad un programma di tecno-sorveglianza in linea col Wallet system sullo Smartphone annunciato nel Governo dei migliori, col potenziamento del Green Pass e la premialità dello Smart Citizen Wallet dei Comuni di Roma, Bologna e Fidenza (Parma).

Un percorso che, se avallato dall’esecutivo Meloni, nell’innominata transizione digitale ci accompagnerebbe senza nemmeno accorgercene allo switch off delle vetture, con sorpresa finale: approvato dal Parlamento europeo lo stop alla vendita di nuove auto e furgoni a motori termici, secondo l’Agenda del grande reset insieme all’esplosione della auto elettriche dovrebbe infatti decollare anche il mercato delle auto iper-connesse, 70% entro il 2025, viatico per le automobili a guida senza conducente, cioè ‘telecomandate’ da remoto grazie all’Automatic Train Operation (ATO), legalizzate dall’UE esattamente come droni, treni e aerei col pilota automatico. “Uno dei maggiori vantaggi delle auto senza conducente è la possibilità di eliminare l’errore del guidatore fisico”, scrive Autotoday.it, “il 90% di tutti gli incidenti stradali sono causati da fattori umani”. Ergo, l’errore sta nell’uomo, mica nel progresso. Così Tesla del transumanista Elon Musk insieme al colosso General Motors in quota BlackRock e Vanguard Group puntano infatti su automotive a robotaxi, cioè taxi-robotici, così come Volkswagen in Cina ha collaudato la guida autonoma mentre è di TIM un progetto con navetta Autonom Shuttle che viaggia grazie al 5G, noto come dopo le auto col WiFi la Commissione Europea per 18,5 milioni di euro ha finanziato il 5G CARMEN, cioè le Smart Road, il primo corridoio europeo Italia-Austria-Germania di automobili senza conducente per unire Bologna, Tirolo e Trentino-Alto Adige a Monaco di Baviera con micro-antenne hotspot, wireless pure su pali neri e sotto al manto stradale.

“I veicoli stradali sono destinati a diventare più connessi e automatizzati grazie ai progressi tecnologici nel campo dei trasporti,” da Bruxelles dichiarano gli euro-politici nei panni di ingegneri sociali. Così sensori, telecamere, GPS, algoritmi, intelligenza artificiale, antenne, 5G, rilevamenti satellitari, ‘posizione’ e Google Maps potranno decidere chi, dove, quando, come e perché potrà viaggiare in auto nei prossimi anni, incuranti della sequela di precedenti inquietanti: 2018, Stati Uniti, auto senza conducente investe e uccide una donna in Arizona. 2021, Cina, incidente mortale con auto senza conducente. 2022, Cina, auto senza conducente vola letteralmente dal terzo piano di un parcheggio a Shangai, due morti. 2022, Germania, un morto e nove feriti gravi durante un test di auto senza conducente, mentre sempre in America c’è poi un’indagine su 10 vittime da 30 incidenti provocati da auto-intelligenti.

Ma non è tutto: “comprereste mai una macchina a guida autonoma che in qualche riga del suo algoritmo abbia scritto di uccidere il “pilota-passeggero” per salvare dei pedoni?”, si chiede Repubblica. Si, perché il futuro che prima non c’era, secondo il prestigioso britannico Telegraph, sarebbe morto ben prima di nascere: “non deve sorprenderci, poiché parliamo di una tecnologia che sarebbe di certo morta presto o tardi, l’unica incognita era il quando”. Appunto, hic et nunc: prima che sia troppo tardi, teniamoci strette le nostre vecchie automobili, a misura d’uomo, di clima naturale e di cittadini liberi di muoversi. Tutto il resto è come una trappola.