DA CERVETERI NON SI PARTE, A CERVETERI SI RESTA

0
2827
Cerveteri

LA LISTA DI LEVA E L’ELENCO DEGLI STUDENTI DI INIZIO NOVECENTO DIMOSTRANO LA PRESENZA DI MOLTE FAMIGLIE PROVENIENTI DAL NORD.

di Angelo Alfani

La straordinarietà degli eventi atmosferici è da sempre spartiacque nella storia delle piccole comunità: ci sta un prima ed un dopo l’avvenimento eccezionale stesso. I cervetrani ce n’hanno due “inchiodati” nella capoccia rappresentate dalle nevicate che imbiancarono i tumuli, rendendoli simili ai dolcetti pugliesi conosciuti come dolci della sposa, e che nascosero a lungo i sanpietrini, rendendoli subdolamente pericolosi per la crosta di ghiaccio che li ricopriva: quella della fine di dicembre del ‘39 e, indimenticabile per la quantità e durata, quella della prima settimana di febbraio del ‘56.
Prendendo come pietre miliari l’inizio del Novecento fino alla prima grande nevicata assistiamo ad un costante, a volte tumultuoso, incremento della popolazione in terra cervetrana: dai 970 censiti nel 1901, si raggiungono i 3.000 a ridosso della roboante “dichiarazione di guerra”.

CerveteriPer le bizzarrie della storia sono in molti gli emigranti provenienti dal nord: Mantovani, Romagnoli, Veneti, Friulani scesi per le opportunità di lavoro che la bonifica del latifondo di Giovanni Ruspoli, il canale Egle, meglio conosciuto come Lega Lombarda, la fornace e la presenza sempre più dinamica del campo militare, andavano offrendo. Per restare nel particolare di chi fossero i cervetrani di inizio secolo mi rifaccio a due elenchi presenti nell’Archivio comunale, prima che gli aspiranti alla città della cultura lo trasferissero in un deposito della vicina Colleferro.

Il primo è la lista di Leva della classe 1893, certificata dalla Giunta Municipale il 15 marzo del 1911; il secondo è l’elenco degli scolari delle tre classi elementari maschili dell’anno scolastico 1906. Trentadue gli iscritti nel primo: Attili Vincenzo, Badini Emanuele Filiberto, Baldinelli Giovanni, Battilocchi Sante, Brini Luigi, Cavalieri Evaristo, Cotini Vincenzo, Donnini Giuseppe, Galli Achille, Innamorati Romolo, Iocco Attilio, Leombruni Pietro, Marini Pietro, Morlacca Costantino, Paglioni Vincenzo, Piergentili Filippo, Piscini Costantino, Podestà Angelo, Silvestri Giuseppe, Jaffei Luigi, Petracchiola Giulio,Olivieri Achille, Pulcinelli Benedetto, Budini Vittorio, Paoletti Angelo, Vergari Eligio, Soccorsi Bernardino, Fattori Sesto, Rossetti Achille, Sordini Oreste,Tacchetti Domenico. Almeno una decina vennero “riformati” per insufficienza toracica, alcuni per debolezza di costituzione, per forte anemia, uno per infezione malarica ed un altro ancora per deficienza di statura. Il resto, tranne tre rivedibili, abili ed arruolati di prima categoria.Ci sta da ritenere che mazzi di carciofi e bucheretti siano stati complici dei molti “riformati”. Tutti campagnoli e contadini, figli a loro volta di campagnoli e contadini, un ferroviere ed un solo studente: il figlio del maestro.

CerveteriAltra fonte disponibile è quella degli elenchi scolastici delle tre classi elementari.
Classe prima (elenco parziale): Alfani Luciano, Ammazzalamorte Paolo, Belardinelli Giovanni, Belardinelli Venanzio, Bellidori Romeo, Benedetti Luigi, Candelori Giovanni, Capannini Cesare, Cesarini Giuseppe, Chiani Alfredo, Compagnucci Pietro, Di Giuseppe Achille, Di Lucia Vittorio, Ercoletti Alfredo.
Classe seconda: Antolini Giovanni, Badini Egisto, Benedetti Girolamo, Bonaventura Giulio, Candelori Enrico, Di Bernardini Luigi, Di Nicola Pietro, Donnini Rodolfo, Fiorini Antonio, Fiorini Costanzo, Fiorini Pietro, Guglielmi Giuseppe, Ilari Rinaldo, Irelli Enrico, Leombruni Domenico, Monaldi Alessandro, Piergentili Ignazio, Remedia Druso, Ricci Francesco, Rossetti Anselmo, Rossi Giovanni, Vaia Firmino, Vergari Candido.
Classe terza: Alfani Giuseppe, Brandolini Guerrino, Budini Alcide, Donnini Filippo, Longarini Alfredo, Marini Santino, Mercuri Francesco, Rossi Giovanni, Rossi Venanzio, Valeri Ostilio.
Interessante e distensivo riportare il verbale con le due prove di esame sostenute dagli scolari della terza classe:«…alle ore 11,30 vennero ammessi nella sala degli esami, e fu dettato dall’Insegnante della classe il seguente tema, sorteggiato in presenza dei candidati: Ancora pochi giorni e poi si chiuderanno le scuole. Voi non dimenticherete mai l’amore e la pazienza con cui il vostro maestro vi ha arricchito la mente ed il cuore di utili cognizioni ed ha perdonato le vostre negligenze. Voi anche frequentando un’altra scuola o esercitandovi in una officina vi ricorderete sempre del vostro insegnante».«I candidati presentarono le copie dei saggi, insieme con le minute, su fogli già firmati dal Presidente, alle ore 12,30.
Il giorno stesso, alle ore 16, si diede a risolvere il seguente problema: Alcuni operai fecero 287 metri di lavoro a Lire 6,50 il metro. Quante lire guadagnarono? E se gli operai erano 65, quante lire toccarono a ciascuno operaio?».
Un mondo fa, eppure è trascorso poco più di un secolo. Si spera che il ricordo di un passato dinamico possa smuovere una Comunità un tantinello “ammosciata, come nespole sotto paja, e ‘nginocchioni”, come regazzini davanti a don Luigi confessore.