“LA RAGION DI STATO AL DI SOPRA DELLA PESTE. LE AUTORITÀ CINESI HANNO MESSO IL MASSIMO SFORZO PER NASCONDERE IL DRAMMA”.
di Angelo Alfani
Quanto segue sono stralci di un articolo, The truth about “Dramatic action”, apparso online il 27gennaio, a firma di un giornalista di Wuhan, non allineato: Da Shiji. La persona che mi ha girato questo drammatico documento gode di stima grande e diffusa per cui non dubito della attendibilità di quanto scritto. Le cose oggi sono cambiate, grazie al diffondersi della “peste”, e anche il gigante cinese ha dovuto riconoscere la sua fragilità. Resta il fatto che le drammatiche immagini che ci giungono da spettrali megalopoli, fanno a pugni con le centinaia e centinaia di macchine movimento terra, un arcobaleno di colori, che assieme a migliaia di carpentieri hanno innalzato l’ospedale del miracolo. Il silenzio delle strade vuote ed avvolte nella nebbia stride con il rumore assordante che giorno e notte ha avvolto l’area del cantiere dei record.
La capacità della Cina di impressionare con gesti grandiosi il mondo intero, richiama alla mente il “miracolo cinese”, spesso usato per descrivere performance dell’economia del paese nel corso degli ultimi quattro decenni. Ma è giusto considerare questo caso di quarantena che tiene chiuse decine di milioni di persone come un miracolo cinese nella sanità pubblica? Tutti debbono capire che a questa epidemia è stato permesso di diffondersi per un periodo di oltre quaranta giorni prima che le città fossero chiuse o qualsiasi azione decisiva intrapresa.
In effetti se consideriamo i principali sforzi intrapresi dalla leadership locale e nazionale, questi si sono concentrati principalmente non sul contenimento della epidemia stessa, ma sul contenimento e la soppressione delle informazioni sulla malattia. Secondo i rapporti di Caixin media, uno dei principali punti di informazione della Cina, l’intera situazione è iniziata l’8 dicembre, con la scoperta del primo caso di un paziente infetto a Wuhan, un operatore del mercato ittico di Huanan. Huanan sea food market è un mercato umido su larga scala, con una area delle dimensioni di sette campi da calcio ed oltre 1.000 bancarelle.Il mercato ha un flusso costante di clienti, rendendolo luogo ideale per la diffusione di malattie infettive. Un mercato di frutti di mare solo nel nome, in vero si vendono una vasta gamma di animali vivi, tra cui ricci, zibetti, pavoni, ratti del bambù ed altri tipi di animali selvatici.
Già agli inizi di dicembre alcuni operatori sanitari di Wuhan avevano iniziato a sospettare che si trattasse di una malattia infettiva sconosciuta, non diversamente dalla Sindrome respiratoria acuta grave (SARS) emersa nel sud della Cina nel 2003. Il fantasma della SARS si aggirava già a dicembre, e le voci si diffondevano. La Cina è una società attentamente monitorata dal governo e l’ombra del Grande Fratello è ovunque. I social media in particolare sono soggetti ad una sorveglianza molto stretta. Quindi, quando le autorità si sono trovate di fronte al diffondersi di voci su un focolaio infettivo sconosciuto, hanno cercato in primo luogo di garantire che questo nuovo focolaio rimanesse segreto, ordinando agli ospedali, cliniche ed altre unità sanitarie di non rilasciare qualsiasi informazione. Fino al 31dicembre, il governo di Wuhan affermava pubblicamente che non c’erano casi di trasmissione da uomo ad uomo e che nessuno del personale medico era stato infettato.
Ora il periodo trascorso dall’8 al 31 dicembre è stato cruciale. Gli scienziati cinesi avevano già compreso da giorni il dramma e le sue origini e cause. Ma solo l’11 gennaio la Cina ha confermato ufficialmente che questo nuovo coronavirus era l’agente patogeno che aveva causato l’epidemia di polmonite a Wuhan condividendo le informazioni sulla sequenza del gene con l’OMS. Ma mentre le autorità cinesi hanno informato l’Organizzazione mondiale della sanità, non hanno informato la propria gente, mantenendo invece un rigoroso segreto Ciò a significato che non sono stati compiuti progressi in materia di prevenzione e controlli.
Hanno fatto del tutto per tacitare che la verità della trasmissione da uomo a uomo del coronavirus venisse fuori. Fino al 14 gennaio i funzionari della provincia hanno continuato a sottolineare che non erano state trovate prove chiare della trasmissione da uomo ad uomo.Solo successivamente i funzionari hanno dovuto ammettere che c’erano prove di ciò che definirono “trasmissione da uomo ad uomo limitata”.
Insomma la conservazione della stabilità del Governo ha prevalso. Nonostante i risultati scientifici non sarebbero potuti essere stati più chiari e le autorità avevano una buona comprensione della situazione reale ciò nonostante non sono stati in grado di dire da subito la verità e non hanno risparmiato alcuno sforzo per tenere nascosto il dramma.