Contratto Lago di Bracciano: mancano attori principali

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Bracciano lago
Lago di Bracciano

AL VIA IL PROGETTO PARTECIPATIVO ATTORNO ALLA RISORSA AMBIENTALE.

Graziarosa Villani

All’insegna della partecipazione e della condivisione è partita sul lago di Bracciano la macchina volta a realizzare un vero e proprio Contratto di Lago che possa “gestire” una risorsa ambientale ed economica di assoluta importanza per il territorio. Associazioni, imprese e singoli cittadini hanno già colto questa opportunità e molti potranno farlo.
Il progetto è infatti aperto alle adesioni di quanti vogliano contribuire.

Un’assemblea online si è tenuta al riguardo il 4 marzo scorso nel corso della quale sono stati illustrati i primi adempimenti. Il contratto lago di Bracciano dispone di un sito e di una approfondita indagine conoscitiva. Molte comunque le problematiche aperte, dalla prevista pista ciclabile, alla situazione dei prelievi da parte di Acea, dalla presa in carico delle problematiche dell’Arrone nel primo tratto alle esigenze di carattere turistico e di quelle connesse alla pesca. Il tutto in un assetto normativo che a oltre venti anni dalla istituzione del Parco di Bracciano-Martignano non vede ancora ultimato l’iter di definizione del Piano di assetto dell’area protetta. La partecipazione che sottende alla messa in atto del Contratto di Lago è senz’altro un elemento positivo anche se tra i protagonisti mancano ad oggi attori di primo piano tra i quali la multinazionale Acea Ato 2, titolare di una concessione di prelievo dal lago oggi messa in discussione, e la società cinese che ha acquisito la proprietà della storica tenuta di Vicarello. Completamente assente la Soprintendenza competente. Malgrado il territorio possa vantare beni archeologici di primaria importanza da parte degli enti preposti alla valorizzazione dei beni culturali non si registra alcun impegno. Nessun sito del territorio compare ad esempio sulle pagine della Soprintendenza, né il complesso archeologico di Vicarello con la villa che fu dell’imperatore Domiziano, né le necropoli, sommerse dal cemento, di Rigostano e dell’Olivetello a Trevignano, né i villaggi sommersi di età villanoviana di Sposetta Vecchia a Bracciano, né se ci si sposta un po’ dallo specchio lacustre le Mura di Santo Stefano ad Anguillara (peraltro ancora fuori del perimetro del Parco) che fu una villa rustica del primo secolo d.C. oggetto di studio del grande architetto Andrea Palladio, né il complesso archeologico dell’Acqua Claudia oggi oggetto di nuovi scavi all’interno dello stabilimento che imbottiglia l’omonima acqua minerale. Peraltro la latitanza della Soprintendenza è tale che nemmeno le sepolture rinvenute in via Sorgente Claudia in occasione dei sondaggi per il raddoppio dei binari della linea ferroviari Roma-Bracciano-Viterbo sono stati resi noti.

Il Contratto di Lago si rileva una grande opportunità ma è un tavolo che rischia di traballare se non vi dovessero partecipare attori importanti per il territorio: Vicarello, Acea e Soprintendenza. Necessaria inoltre la messa a punto di nuovi studi scientifici che coinvolgano tra gli altri anche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che in un recete studio ha evidenziato un fenomeno di subsidenza.