I Comunisti di Ladispoli si chiamano fuori dalla Grande Coalizione a melassa

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Riceviamo e pubblichiamo dal Partito Comunista Italiano Rifondazione Comunista di Ladispoli. Le elezioni amministrative sono ormai prossime e abbiamo provato a seguire con attenzione le proposte di candidature e lo sviluppo del dibattito, all’interno del centrosinistra e della maggioranza uscente. A pochi mesi dalla tornata elettorale delle amministrative, ci sembra non ci sia ancora la minima chiarezza sul programma e sulle alleanze che si intendono portare avanti e proporre al voto dei cittadini, riguardo il futuro della nostra città. In questi anni, pur non facendo parte della maggioranza, abbiamo comunque tentato sempre di portare avanti un discorso unitario che coinvolgesse le forze progressiste e democratiche cittadine. I nostri giudizi sull’operato dell’amministrazione comunale non sono mai stati aprioristici, ma riguardavano volta per volta il merito dei fatti. Abbiamo apprezzato e sostenuto Sindaco e maggioranza quando hanno difeso l’acqua pubblica, il posto di primo intervento o hanno messo in opera il trasporto urbano integrato con Cerveteri. Allo stesso modo abbiamo liberamente espresso tutti i nostri dubbi e le nostre critiche sui rischi di speculazione edilizia e di colate cementizie per Osteria Nuova, Punta di Palo, Piazza grande. Abbiamo giudicato inaccettabile il patrocinio dell’amministrazione comunale su convegni tutti tesi alla discriminazione sessista come quello sulla teoria “gender” o quando si è mancato di far sentire, forte e chiara, la propria voce sulla vicenda dell’ex Istituto Alberghiero di Via Ancona. Ora quello che pare prospettarsi è una proposta di maggioranza allargata a settori della ex-opposizione, una sorta di “tutti dentro”, dai confini incerti e confusi. Una melassa che non ha nemmeno la dignità di una “Grosse Koalition” alla tedesca. Questo, sicuramente non può interessarci. Non serve al futuro di Ladispoli. Ci chiamiamo fuori. Quello che, a nostro avviso serve alla città è un programma che valorizzi davvero la tanto sbandierata vocazione turistica del nostro territorio, che intervenga con tutte le forze e disponibilità possibili sul welfare e le emergenze sociali sempre più gravi e drammatiche, che attanagliano fasce sempre più ampie di residenti. Servono forme di sostegno al reddito per i meno abbienti, diritto alla salute ed allo studio per tutti, prime risposte emergenziali alle richieste di case popolari, difesa dell’ambiente (soprattutto quel poco rimasto sgombro da edificazioni massicce), rilancio dell’agricoltura di qualità, sostegno alle piccole imprese ed al commercio al minuto. La risposta alla sacrosanta richiesta di diritto al lavoro, non può essere ridotta esclusivamente ad eventuali assunzioni temporanee (e per lo più esterne) nel settore dell’edilizia. A tale proposito ricordiamo che perfino il sindacato edili della CGIL, la FILLEA, ha da tempo fatto proprio il concetto di “zero consumo di suolo”.

Bisogna trovare strade che preservino quel miracoloso “melting pot” che è stata Ladispoli, fin dalla sua nascita. Una città di immigrati giunti da tutte le parti d’Italia, prima che dal mondo e lavorare per un’integrazione, che con tutti i suoi limiti e problemi, è, finora sostanzialmente riuscita. Siamo ben consapevoli che questa, in momenti di tagli selvaggi ai bilanci comunali imposti dalla U.E., dal governo Renzi e dalle sue sbiadite fotocopie, dalla Regione, sia una strada difficile da percorrere, ma ci sembra la sola che possa salvare le future generazioni dal trasformare definitivamente Ladispoli in una dimenticata borgata/dormitorio di Roma.

Per tutto questo la nostra proposta è quella di una lista unitaria di sinistra. Civica e alternativa, sia al “renzismo” imperante che al populismo omnicomprensivo del M5S, che possa far convergere e convivere al suo interno il variegato mondo della miriade di associazioni, del volontariato e della sinistra diffusa e di tutti/e coloro che si ritrovano nei valori della solidarietà sociale e dell’ambientalismo. Una lista per una Ladispoli che sia considerata come un BENE COMUNE, da difendere e sviluppare. I comunisti di Ladispoli chiedono quindi, anche ai settori di sinistra che sono nell’attuale maggioranza, di battere un colpo,di dire la loro, di proseguire quei cammini comuni che su tanti argomenti e battaglie ci hanno visto insieme, pur da ruoli e funzioni diverse”.

Partito Comunista Italiano

Rifondazione Comunista Circolo di Ladispoli