Comune Unico: l’ozio genera fesserie

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Comune Unico
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Fumo negli occhi dei cittadini per coprire
lo sfacelo di un paese allo sbando
di Angelo Alfani

“La cosa più interessante dell’Italia è la sua disunità. Dell’Italia amo questa residua densità del suo passato che ti viene incontro all’improvviso con una faccia con un muro… Oggi per volere bene all’Italia bisogna trovare i luoghi in cui è ancora diversa ed averne cura” (F. Arminio)
Da quando i mercanti, provenienti dagli sprofonni a pasturare da ‘ste parti, hanno invaso il tempio del Granarone per far commercio di parole, a Cerveteri le fesserie sono più fitte dei moscini. La fesseria che in questo momento sembra tenere banco è l’indispensabilità di ri-unire Cerveteri e Ladispoli. Ed allora giù con ‘sondaggi’ e con certezze economiche da boom, utilizzando la nota teoria Paliottiana del “più semo e mejo stamo”. Una sequela di dabbenaggini con l’utilizzo di un armamentario tipico di chi non ha storia o di chi vuole nascondere, con fumogeni da stadio, la drammatica situazione in cui vive da tempo la Comunità.
Preso dal’ozio ho fatto anche io un sondaggio casereccio che, ritengo, sia più vicino agli umori della gente, di quelli che ogni settimana ci sbattono in faccia gli imbonitori televisivi. Ho preso l’elenco telefonico di Cerveteri e, dopo aver lanciato i dadi, ho utilizzato il numero uscito per telefonare colonna per colonna all’abbonato corrispondente.
Venticinque le risposte ricevute con molti. “Ma sempre a rompere le scatole con le fesserie… Ma con tanti cacchi che ci avemo!? Ma nun ci avete gniente de mejo da fa!?.” I due terzi, entrati nel merito, hanno risposto:“Ma che so matti!?…Ma per carità divina!… Ma nun se ne parla proprio!… Adesso che hanno finito de costruì vonno venì da noi!… Ma annassero a …Ma che gniente gniente vonno fa er Benelux!?”.
I pochi che hanno detto ci si potrebbe anche pensare, hanno motivato: “Visto quello che i cervetrani hanno saputo fa mejo che vengono i ladipolani!… Dipende: chi sta sopra e chi sta sotto!?… Ma, forse si può risparmiare qualcosa!”
Risultato di un passato recente di rapporti tra le due comunità assolutamente non digerito che nella foto di una sfilata della Sagra dell’uva, bene viene espressa da Ezio, conosciuto come Cannolicchio.
Se gli untori della riunificazione desiderano fare qualcosa per le due Comunità potrebbero adoperarsi per affidare ad una unica società la raccolta della monnezza, potrebbero decidere di non cementificare più, potrebbero decidere di sospendere la carneficina dei piccoli esercenti causata dai centri commerciali, potrebbero programmare assieme l’utilizzo del dispendioso Silos culturale ladispolano invece di spendere circa un milione di euro per la volgare cabina dell’Enel alla Boccetta, ed altro ancora.
L’altra foto è stata scattata da un domenicano alla fine dell’ottocento. Mostra un paese arroccato, che a prima vista sembra respingerti tanta è la suggestione che impone, ma che poi, penetrato, ti avvolge, ti racchiude tra i vicoli che corrono sopra strisciate di rosso tufo. Un paese che si lascia anche velocemente abbandonare, scendendo giù per le stradine di terra calpestate dagli esseri del creato, bianche, tra il verde dei campi, accompagnate da sinuose staccionate.
“Il paese allora e per molti decenni ancora, cominciava e finiva in un modo preciso, non aveva sfrangiature, era sempre una bella forma, tutto era connesso ed intrecciato. C’era un umore comune che era di quel luogo e non di un altro”.
“Il verde paradiso degli amori infantili” scriveva Baudelaire: la fedeltà di quel che siamo con quel che fummo da piccoli.