Comitato Sole sul biodigestore

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“Festa dell’Unità 2022 a Civitavecchia: NO al biodigestore, il territorio è unito e determinato ad opporvisi.”

“Il Comitato Sole aderisce alla protesta di Civitavecchia Bene Comune per la presenza di Leodori e D’Amato alla Festa dell’Unità. Una cittadinanza attiva, vivace e visionaria, si muove a Civitavecchia e comprensorio da diversi anni e coinvolge comitati, collettivi ed associazioni, sindacati e forze politiche, fra cui il PD locale, con convinzione e perseveranza. Impegnata nella proposta di progetti alternativi alle centrali elettriche, non ha fatto in tempo a rivendicare il successo della rinuncia dell’Enel alla nuova centrale a gas che subito le si presenta un’altra mazzata: il biodigestore da 120mila tonnellate annue di gran lunga superiore alle necessità locali che ammontano a 7000 tonnellate. 
Non è valsa l’immediata manifestazione di piazza, con grande partecipazione popolare, né – in sede di conferenza dei servizi – i pareri negativi espressi da parte del Comune di Civitavecchia, della Soprintendenza e soprattutto della Asl RM-4 e l’opposizione in Regione dei due consiglieri De Paolis e Porrello per bloccare sul nascere questo nuovo oltraggio ad una città che in passato ha già dato moltissimo in termini di salute del territorio e dei cittadini e che ha tutte le intenzioni di alzare la testa. Civitavecchia con il suo comprensorio vuole riscattare il suo passato di servitù energetica settantennale e lo fa proponendosi come città pilota della futura transizione ecologica, quella vera che mira all’uscita dall’era della combustione per catapultarsi nel terzo millennio.
Nel secolo scorso non c’erano alternative, il progresso passava dalla centralizzazione degli impianti di produzione energetica e Civitavecchia per decenni è stata la sede prescelta della più grande produzione di energia d’Europa oltre a essere anche il più importante porto italiano delle Grandi Navi da crociera. Civitavecchia – come tante altre città “sacrificate” al progresso – ha pagato a caro prezzo la sua “servitù” senza neppure avere in cambio un granché in termini di sviluppo all’occupazione e all’impresa. Ora all’inizio del terzo millennio, le cose sono cambiate e la sfida è cominciare a mettere le basi per uscire dalla società della combustione del carbone, del gas e pure del metano proveniente da biomasse e prodotto dal biodigestore.
Per tutto questo Civitavecchia merita attenzione e rispetto. E si indigna se il Vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori e l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, liquidano come “atto autorizzativo”, dipendente esclusivamente dall’operato degli uffici tecnici regionali, la procedura che porta alla realizzazione del biodigestore e, intanto, chiedono di incontrare i cittadini alla prossima Festa dell’Unità. Il dialogo con la Regione i cittadini lo hanno cercato più volte e torneranno a farlo perché è in ballo il futuro della città e non solo. Ma denunciano le contraddizioni di chi si nasconde dietro a un dito. Invocano a gran voce scelte coraggiose e trasparenti, concretezza e coerenza: la Regione deve fermare il progetto del biodigestore e non continuare a scaricare le responsabilità di questa scelta dissennata su altri.
Civitavecchia e il suo comprensorio hanno scelto. Ora tocca alle forze politiche!”