Compare in un età compresa tra i 40 ed i 60 anni anche se può iniziare in epoca più precoce o tardiva.
di Aldo Ercoli
L’artrite reumatoide è certamente meno frequente dell’artrosi, una patologia tipica dell’invecchiamento dovuta alla progressiva usura delle cartilagini articolari. Colpisce comunque l’1- 2% della popolazione con una chiara prevalenza nel sesso femminile (F:M =3-1). In passato l’eziologia era considerata sconosciuta anche si sospettava una predisposizione genetica (alcuni geni indicativi di un elevato rischio di malattia in cluster familiare) cosi come sconosciuto (ma considerato importante) era il rischio di fattori ambientali.
Compare in un età compresa tra i 40 ed i 60 anni anche se può iniziare in epoca più precoce o tardiva. Attualmente l’eziologia e la patogenesi di questa malattia infiammatoria cronica ed invalidante è considerata su base prettamente autoimmune.
Come si presenta l’artrite reumatoide? Qual è il suo quadro clinico? E’ una malattia cronica caratterizzata da infiammazione delle articolazioni periferiche (polsi, mani, caviglie, piedi) con interessamento simmetrico (sia a destra che a sinistra) caratterizzata da una distruzione progressiva delle articolazioni e delle strutture adiacenti, peri – articolari, che consentano il movimento.
Il dolore e la rigidità costituiscono i sintomi clinici predominanti nella prima fase dell’artrite, simmetrica, interessante le piccole articolazioni delle mani e/o dei polsi. Solo nella seconda fase, la fibrosi dell’infiammazione articolare provoca deformità ed anchilosi. Il paziente resta invalido perché le sue articolazioni sono inutilizzabili. Devastati sono non solo le ossa ma anche tendini, sinovia, muscoli, borse ed altri tessuti dell’organismo, assumendo pertanto un quadro clinico sistemico.
Che cosa significa artrite reumatoide sieropositiva? Il fattore reumatoide (Reuma test positivo) è molto importante per la diagnosi e permette, in presenza di sintomi compatibili,un’ elevata probabilità diagnostica. L’artrite reumatoide sieronegativa resta una minaccia anche se si stima fra i 20-30% della casistica. Aggiungiamoci poi che non tutti i pazienti con Reuma test positivo sono affetti dalla patologia in questione. Questo dato di laboratorio si trova anche in altre malattie granulomatose come la sarcoidosi, le infezioni croniche come l’epatite virale, nelle forme subacute come le endocarditi. In ogni caso più il titolo è elevato più frequentemente la prognosi è peggiore con tendenza ad un interessamento viscerale per la concomitante presenza di vasculite. Nella patologia si instaura un lotta intestina, un’insurrezione autoimmunitaria.
Vi è una proliferazione di cellule B (borsa dipendente) con anticorpi della classe IgM contro le immunoglobuline (IgG) prodotte naturalmente dal soggetto. Nella mia esperienza clinica (che non è solo cardiologica e broncopneumologica) ho sempre ricercato i sintomi iniziali, di esordio dell’artrite reumatoide. Nella maggior parte dei casi, pur essendo l’esordio variabile, ho notato che la patologia inizia in modo insidioso, subdolo,graduale poi col tempo progressivo. Ho sempre valorizzato sintomi aspecifici quali l’astenia, la febbricola, la perdita di peso, la mancanza di appetito. Se a tutto ciò il paziente mi riferisce che accusa una certa rigidità articolare con difficoltà funzionale prevalentemente al mattino e migliora, dopo circa un’ora, con il movimento come faccio a non sospettare l’artrite reumatoide? Sovente, grazie all’anamnesi, ho registrato che anche nel giro di qualche mese, il paziente trascura questi sintomi iniziali e si accorge dell’improvvisa presenza di tumefazioni con dolori articolari e peggioramento funzionale.
Quando l’interessamento è simmetrico, aggiuntivo e centripeto (dalle articolazioni periferiche a quelle centrali) è chiara la diagnosi di A.R. Solo di rado, quasi mai, ho riscontrato un esordio acuto con progressivo peggioramento dopo alcuni giorni o poche settimane. Tipiche, e di grande aiuto, sono state le alterazioni radiologiche: Rx dei polsi e delle mani evidenzia erosioni oppure decalcificazioni ossee localizzate in prossimità delle articolazioni interessate.