É una delle tecniche esclusive etrusche insieme ai pithoy e all’arco a tutto sesto nell’architettura. Con il termine bucchero si intende parlare di un determinato tipo di ceramica forgiata al tornio completamente di color nero dopo la sua particolare cottura.
É nero sia sulla superficie interna che esterna e nel suo nucleo.
Il termine bucchero è stato coniato nell’800 per un tipo di ceramica proveniente dalla Spagna “bucaro”, ceramica nera odorosa. Su questo materiale ci sarebbe da scrivere un grande trattato, iniziamo oggi a conoscerlo.
Il vaso dopo essere stato forgiato al tornio viene preparato con strumenti speciali quando raggiunge la “durezza cuoio”, viene levigato con stecche o con pietre arrotondate tipo l’onice e l’agata questo per comprimere i pori dell’argilla e rendere la superficie compatta e lucida.
Gli Etruschi non conoscevano la tecnica dell’invetriatuta o forse per loro non era controllabile, in questo modo il vaso veniva ugualmente impermeabilizzato, ci sono buccheri decorati a graffiti: stampigliati, a ventaglietti, con raffigurazioni di animali e disegni geometrici, con baccellature ed altro. Dopo un’accurata opera di asciugatura del manufatto, (in ambiente chiuso e non al sole) l’oggetto veniva messo in un contenitore ermeticamente chiuso con all’interno del combustibile che incendiandosi affumicava e colorava il vaso di nero. Questa cottura è una tecnica riducente, l’oggetto è composto da argille feldspatiche sedimentarie ossia ricche di ossido di ferro, che con la cottura muta chimicamente da ossido ferrico (Fe203) in ossido ferroso (FeO).
Dal punto di vista del restauro, durante il ritrovamento, a mio avviso, essendo i buccheri molto delicati è opportuno che anche un solvente come l’acqua venga usato con moderazione. Occorre porre attenzione anche nella fase della spazzolatura appena rinvenuto il reperto. Sono giunto a tale conclusione quella volta in cui ho sperimentato un procedimento diverso dal solito: ho consolidato il terreno prima di pulire l’oggetto e ho scoperto che il bucchero era dipinto con colori che andavano dal verde al giallo, al blu, al bianco e al rosso. Ne ho trovato addirittura uno ricoperto d’oro. Questa scoperta conferma la mia idea circa l’utilizzo dei buccheri, infatti alcuni di questi dovevano, per forza, essere utilizzati, esclusivamente, per i riti funebri, per un uso diverso i colori sarebbero andati perduti.
a cura di Ennio Tirabassi