COME FUNZIONA LA PSICOTERAPIA

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Premessa d’obbligo prima di iniziare a scrivere di questo difficile tema è che ci sono diversi modi di fare psicoterapia, anzi potrei dire che ogni terapeuta di lungo corso ha il suo peculiare modo di condurre una psicoterapia, che non si rispecchia perfettamente in nessuna scuola di formazione e abilitazione lui/lei abbia fatto.

Secondo Freud l’obiettivo della psicoterapia era – oltre ad eliminare i sintomi che portavano il paziente a chiedere aiuto – “portare il conscio laddove c’era l’inconscio”, ovvero, detto in altre parole, aumentare la consapevolezza della persona sui suoi modi di funzionare nella relazione con gli altri e con se stesso (nella psicanalisi di Freud era sostanzialmente aiutare la persona a conoscere il proprio rimosso mondo pulsionale e a capire come gestirlo, facendolo venire a patti con la realtà ed esprimendolo in modi socialmente accettati).

Questo obiettivo di aumentare l’autoconsapevolezza è considerato da molti psicoterapeuti contemporanei ancora centrale: ciò in quanto permette alla persona di fare una cosa che prima del percorso di psicoterapia non era in grado di fare, ovvero di poter scegliere liberamente: invece di essere “agiti” dalle dinamiche del proprio mondo interno – come ad esempio essere spinti inconsapevolmente a scegliere partner con i quali riproporre una relazione “tossica” come quella che si aveva con un genitore (secondo un meccanismo psicologico noto come coazione a ripetere) – ora la persona potrà scegliere se perseverare nelle proprie modalità disfunzionali o trovare il modo di introdurre dei cambiamenti nel proprio modo di stare al mondo.

Anche non cambiare nulla del proprio modo di funzionare – una volta che si è compreso quale sia – è infatti una rispettabilissima scelta: cambiare fa comprensibilmente molta paura e richiede pazienza, impegno e tempo ed è anche questo il motivo per cui le psicoterapie a volte, per alcuni, durano molto tempo, anche diversi anni. In questi casi il terapeuta si comporta come un buon caregiver che rispetta i tempi di colui di cui si sta prendendo cura a compiere i suoi passi con i suoi tempi e non con i tempi dettati dal terapeuta o da “qualcuno” che ha deciso a priori quanto dovrebbe durare una psicoterapia. Uno psicoterapeuta esercita il suo lavoro orientandosi con delle teorie di riferimento e delle strategie/tecniche coerenti con quelle teorie, ma – e questo è il bello e il difficile di questo lavoro – ogni persona è un unicum ed ha una storia unica che ha determinato la sua personalità e le difficoltà psicologiche attuali e così ogni percorso di psicoterapia ed ogni relazione paziente-terapeuta sarà unica ed irripetibile.

Anche perché pure il terapeuta è “un pezzo unico” e ciò vale doppiamente se quel terapeuta ritiene che il principale strumento di cura – oltre alle strategie e alle tecniche, che certo deve conoscere benissimo – sia la relazione di cura stessa. E qui, se si lavora usando la propria personalità come strumento che può produrre un cambiamento terapeutico nell’altro – questa deve essere una personalità addestrata ad entrare in relazione con tanti tipi di personalità diverse e a fare (o non fare) e a dire (o non dire) “azioni” che siano tutte pensate (con l’emisfero razionale e con quello emotivo al contempo) ed usate con l’intento di essere per “quel” paziente (e per nessun altro) “terapeutiche” e attivatrici di cambiamento.

Dottor Riccardo Coco
Psicologo – Psicoterapeuta

Dottor Riccardo Coco
Dottor Riccardo Coco
Psicologo – Psicoterapeuta

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