CLIMA E CRISI ENERGETICA

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IL PROFESSOR UGO BARDI: “RAZIONAMENTI INEVITABILI”

Esiste davvero un’emergenza climatica? E quali responsabilità sono, semmai, da attribuire all’uomo? Mentre l’Italia, ormai unico Paese nel mondo, è ancora distratta dal delirio pandemico e dalla propaganda sulle prossime, mirabolanti dosi “universali” che debelleranno “sicuramente” il virus, c’è chi preferisce interrogarsi sugli scenari che si prospetteranno di qui a breve. Abbiamo posto una serie di quesiti a Ugo Bardi, chimico e professore associato alla facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Firenze, divulgatore scientifico, autore e blogger di successo. Il docente è inoltre considerato uno dei massimi esperti di modelli matematici di esaurimento delle risorse energetiche fossili, di cambiamento climatico e di energie rinnovabili.

Professore: esiste un’emergenza climatica? Se sì, da quanto tempo?

“Dipende da cosa si intende con l’espressione “emergenza climatica”. Esiste una situazione instabile di temperature in continua crescita da almeno vent’anni, che non sappiamo ancora come gestire. Il fatto è che i modelli matematici ci danno sì determinate informazioni, ma la realtà potrebbe rivelarsi molto più complessa del previsto”.

Cosa prevedono i modelli matematici?

“I modelli prevedono un innalzamento futuro della temperatura, tuttavia dipendono da molti parametri, alcuni dei quali poco noti. Sappiamo che i gas serra tendono a fare aumentare la temperatura della Terra, ma sappiamo poco della reazione dell’ecosistema a questo aumento”.

È allarme siccità: come stanno le cose?

“I periodi di siccità si sono sempre verificati nel corso della storia, ma non con la frequenza degli ultimi anni. Il sistema sta cambiando e non sappiamo esattamente perché. Difficile fare previsioni sul futuro”.

Quali sono le responsabilità dell’uomo?

“Sappiamo qual è la responsabilità umana per quanto riguarda la combustione dei fossili. Ma ci sono altri effetti umani che stanno squilibrando l’ecosistema. Per esempio, la deforestazione. Sto lavorando, insieme ad altri ricercatori, alla tematica riguardante la capacità, da parte delle foreste, di generare la pioggia, cioè i fiumi atmosferici.

Da dove proviene l’acqua dei fiumi?

Se c’è un fiume che porta l’acqua dalle montagne al mare, ce ne deve essere uno altrettanto grande che porta l’acqua dal mare alle montagne. Questi fiumi sono presenti nell’atmosfera. Secondo alcune teorie, considerate un po’ controverse, sarebbero proprio le foreste a generare l’acqua. Il fenomeno della deforestazione potrebbe contribuire ad accentuare notevolmente il problema della siccità. C’è una perturbazione molto forte anche a causa dei combustibili fossili, ma la salvaguardia delle foreste è fondamentale. Le foreste potrebbero contribuire enormemente a mantenere il clima stabile, ma è una cosa molto difficile da modellizzare. Anche gli oceani potrebbero fare la stessa cosa. In questo momento è in corso la conferenza annuale sugli oceani, negli Usa. Qualcuno l’ha fatto presente? No, nessuno ne parla. Pure gli oceani ricoprono, a mio parere, un ruolo importante. Se si ottimizza la resa economica degli oceani, per favorire la pesca, si rischia un deserto marino, poiché anche l’oceano avrebbe la possibilità di assorbire moltissima CO2 emessa dagli esseri umani”.

Com’è la situazione nel mondo?

“La California, ad esempio, si sta trasformando in un deserto. Analogamente il Sudafrica. La sua capitale, Città del Capo, sta attraversando un periodo di siccità terribile: negli alberghi sono stati eliminati i tappi delle vasche da bagno e installati i nebulizzatori d’acqua nei rubinetti. Secondo alcuni scienziati la foresta assorbe l’albèdo, tuttavia possiede pure degli aspetti biofisici che le consentono di raffreddare il pianeta. A mio parere dobbiamo riprendere a forestare seriamente. Non è solo una questione di CO2, come ci viene fatto credere da qualcuno.”

Parliamo della rete idrica italiana, considerata una delle più malmesse d’Europa…

“Fino ad ora nessuno ha mai affrontato questo problema. Sì, è vero, le perdite ci sono. Tuttavia, pur sanando la rete idrica, la siccità rimarrebbe. In teoria bisognerebbe provvedere al recupero dell’acqua dai tetti, ad eliminare le piscine, i tappi delle docce e ad installare i nebulizzatori. Va detto, comunque, che recuperare l’acqua dai tetti potrebbe sollevare dubbi sulla sua potabilità”.

Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le testimonianze di chi, per fronteggiare la siccità, non tira lo sciacquone o non si lava le mutande, oltre alle ordinanze che vietano il secondo lavaggio ai parrucchieri. Ma sono veramente utili queste misure?

“Lasciamo perdere: quando non sanno cosa dire, i politici perdono l’occasione per tacere”.

Maxi provvedimento sul clima, il cosiddetto “Fit for 55”: stop alle auto diesel e benzina dal 2035, ma c’è già chi vorrebbe una proroga…

“A mio parere potremmo arrivare ancora prima a queste misure, senza ricorrere ai maxi provvedimenti. Parliamoci chiaro: considerato l’attuale prezzo del carburante, oggi non conviene acquistare un’auto a combustione”.

Impennata dei prezzi, crisi energetica, incubo recessione: il rischio dei razionamenti, in autunno, è sempre più concreto?

“Assolutamente sì: alla luce della situazione politica e geologica i razionamenti saranno inevitabili. Sulla forma che prenderanno e sull’impatto che essi avranno non ci si può ancora pronunciare”.

di Francesco Servadio

Fonte: Buongiorno Südtirol