In un piccolo borgo sul Po chiamato Corana nasce nel 1904 Roberto Cattaneo.
Un uomo che è stato protagonista degli anni che a partire dal maggio del ’43 hanno visto cambiare Civitavecchia, la città di mare che lo ha accolto e che ha difeso fino alla morte. Pianto dalla famiglia e dagli amici più cari muore sotto il sanguinoso bombardamento del 30 agosto 1943.
“In ricordo di Roberto Cattaneo. Padre esemplare, nato a Corana (Pavia) il 22/11/1904, morto nel bombardamento del 30/08/1943 (a Civitavecchia). La moglie e i quattro figli”. Questa è l’epigrafe deposta dalla famiglia presso il Cimitero Monumentale di Civitavecchia.
Subito dopo la Prima Guerra Mondiale la storia di Roberto e quella di Civitavecchia si legano, si incontrano e si scontrano. Giovane militare, appena entrato tra le file dell’esercito italiano, nella città portuale conosce non solo il peso del lavoro ma anche l’amore. A Civitavecchia infatti incontra Anna Conti, una donna di umili origini, la cui famiglia lavorava onestamente vendendo frutta e verdura al mercato.
Roberto era un uomo semplice, molto attaccato alla politica e ai valori della famiglia e della patria, che si è ritrovato coinvolto nelle dinamiche di un conflitto che è scoppiato improvvisamente e senza alcun preavviso per i civili.
Il 14 maggio 1943 in seguito alle prime bombe Anna viene travolta dalle macerie. Ci vuole un po’ per liberarla ma subito dopo, anche se ferita, decide di abbandonare la città in treno. La stazione dei treni di Civitavecchia in quegli anni vantava collegamenti non solo da e verso Roma e Pisa, ma era attivo il tratto Civitavecchia-Orte che oggi è abbandonato. Mentre Roberto resta in caserma, Anna e i quattro figli sfruttando il collegamento ferroviario si rifugiano a Sutri, una delle città che maggiormente accolse in quegli anni i civitavecchiesi sfollati.
Intanto Roberto, lontano dalla sua famiglia, resta a Civitavecchia e si impegna nella difesa che è stata prontamente organizzata. Infatti lungo la costa da Santa Marinella ai bagni di Sant’Agostino furono dispiegate le contraeree e le case matte. Ancora oggi è possibile vederle osservando attentamente i resti tra gli scogli e le onde del mare, soprattutto davanti all’attuale ristorante La Rotonda.
Tra le contraeree più grandi ed operative ricordiamo quella posta vicino all’odierno varco nord del Porto, o anche quella dell’ex convento delle monache, oltre alle numerosissime disseminate sul lungomare con funzione difensiva antiaerea e antisbarco dal mare.
La difesa della città e gli spari delle contraeree sono un argomento un po’ occultato, ma di cui è possibile reperire alcune informazioni confrontando più fonti e documenti. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la difesa fu organizzata contro gli anglo-americani con cui l’Italia sarà alleata dal 9 settembre ’43, abbandonando le potenze dell’Asse.
Durante i mesi di separazione dalla propria famiglia, Roberto Cattaneo scriveva lettere affettuose alla moglie, in un italiano non scolarizzato chiedeva alla sua Anna di dare un bacio ai quattro figli. La più piccola si chiamava Adriana e aveva solo 10 mesi. A Sutri vivevano una vita umile, trascorrevano le giornate sbrigando qualche lavoretto e varie faccende. Lì era più facile reperire da mangiare e la famiglia patì meno la fame rispetto alle molte altre sfollate nelle città limitrofe Civitavecchia.
Il 30 agosto 1943, dopo mesi distanti, Anna e Roberto decidono di incontrarsi a Civitavecchia. Trascorrono insieme la mattina e il pranzo. Nel pomeriggio Roberto avrebbe dovuto rientrare in servizio. Perciò accompagna sua moglie a prendere il treno così che possa tornare a Sutri prima di cena. Si salutano affettuosamente senza sapere però che non si vedranno mai più. Pochi minuti dopo un violento bombardamento investe la città e Roberto muore sotto le macerie. I treni restano bloccati in stazione ed Anna viene avvisata della morte del marito.
Dieci giorni dopo, la guerra causerà alla famiglia Conti-Cattaneo un nuovo dolore.
Mario Conti, il fratello di Anna, a soli 20 anni morirà disperso tra i flutti del mare durante l’episodio di guerra che vede affondare la Corazzata Roma, una delle navi più importanti della Regia Marina. La Roma fino all’8 settembre 1943 era protetta dalle potenze dell’Asse. Dal 9 però con la resa incondizionata dell’Italia agli Alleati diventa un nemico, soprattutto per i tedeschi che la bombardarono mentre stava cercando di raggiungere la Maddalena, ma non essendo stata avvisata per tempo viene coinvolta nel bombardamento tedesco e non riesce a trarsi in salvo. Muoiono tutti i motoristi e i soldati a bordo. Il relitto è stato ritrovato solo nel 2012 a 16 miglia dal golfo dell’Asinara.
Presso il Cimitero Vecchio la famiglia Conti ha deposto una lapide in memoria di Mario anche se il suo corpo non è mai stato ritrovato.
Questa storia familiare così toccante è una testimonianza che ha condiviso con il nostro giornale Robert Vignola, nipote di Roberto Cattaneo e Mario Conti, attuale addetto stampa dell’amministrazione comunale vigente. Con estrema precisione e disponibilità ha voluto rendere noti i particolari più intimi della sua storia familiare concedendoci l’opportunità di diffonderla e di far vedere le foto delle lapidi dei propri parenti.