Lettera aperta ai candidati alla presidenza della Regione Lazio.
Donatella Bianchi,
Alessio D’Amato,
Sonia Pecorilli,
Fabrizio Pignalberi,
Rosa Rinaldi,
Francesco Rocca,
ai candidati consiglieri, in particolare a quelli espressi dal territorio,
Simone Ceccarelli,
Vincenzo D’Antò,
Emanuela Di Paolo,
Roberto D’Ottavio,
Nicola Guzzone,
Emanuela Mari,
Alessio Pascucci,
Vera Pegna,
Marietta Tidei,
Rossana Valentini,
a cui Civitavecchia Bene Comune chiede un impegno pubblico.
In questi anni Civitavecchia è stata capace di unire forze culturali, politiche e sociali per inseguire un obiettivo aspettato da anni. Sacrificata da sempre al servizio energetico del Paese, la città ha risposto alla profilata costruzione di una nuova centrale a gas a Torre Valdaliga Nord, sostitutiva di quella alimentata a carbone in via di dismissione, ipotizzando e cominciando a costruire un modello di transizione energetica e riqualificazione dell’intero territorio diventato riferimento a livello nazionale: il “modello Civitavecchia” di cui siamo orgogliosi. Non solo sventare il progetto di riconversione da carbone a gas, ma riqualificare l’intera area industriale e superare finalmente l’opposizione ambiente/lavoro che ha ricattato per un lungo periodo i lavoratori; non solo pura opposizione, ma predisporre alternative concrete e ambientalmente sostenibili in sostituzione del vecchio sistema energetico industriale fossile.
Così cittadine e cittadini, comitati e associazioni, collettivi e liste civiche, in un crescendo di adesioni che hanno visto protagonisti in una forte azione unitaria anche le forze sindacali, gli operai e i ragazzi di Friday For Future, insieme a tecnici e scienziati, hanno delineato un grande disegno di riconversione ambientalmente sostenibile dell’impianto industriale del territorio: fare dell’area interessata il primo distretto di energie rinnovabili del Lazio con una ricaduta occupazionale di 1200 posti di lavoro qualificati per ognuno dei tre anni previsti per la produzione degli impianti ed altri a seguire per la gestione e manutenzione, creare un off shore eolico da 270 MW sulla costa marina con l’obiettivo di realizzare una hydrogen valley e fare del porto la più grande comunità energetica rinnovabile d’Italia.
Il modello Civitavecchia non è solo l’ideazione di un piano alternativo, ma è anche la positiva sinergia che si è instaurata tra la nostra onda dal basso e le istituzioni, con cui abbiamo dialogato a tutti i livelli e trovato, infine, una sponda certa nell’Assessorato alla Transizione Ecologica del Lazio. L’assessora, Roberta Lombardi, ha elaborato il piano programmatico di Transizione Ecologica per Civitavecchia e per il Lazio, recependo le richieste del territorio e inserendole nel più ampio contesto regionale. Il piano, significativamente, è stato presentato al pubblico proprio a Civitavecchia, nella sala dell’Autorità Portuale.
Siamo qui a rivendicare tutto quanto è accaduto da 4 anni a questa parte e a dire che siamo pronti a difendere quanto realizzato finora. Non ci ha fermato l’emergenza del Covid perché, al contrario, ha evidenziato il nesso tra la lotta ai cambiamenti climatici e la possibilità di costruire una nuova relazione tra territori e sviluppo industriale. Ci opporremo a qualunque avvicendamento politico che non intenda assumere come positivi i risultati finora ottenuti.
Il piano di transizione merita l’attenzione di una politica lungimirante, tesa al raggiungimento di salute, occupazione e rigenerazione ambientale. Siamo qui a ricordare che non c’è posto per interessi corporativi, accordi clientelari e politiche di retroguardia. Perché quello che abbiamo realizzato a Civitavecchia parla il linguaggio del FUTURO.
Una nota finale, in conclusione. Non possiamo accettare che, non appena la città alza la testa e intravede la possibilità di rinascita, la Regione Lazio imponga il progetto del megabiodigestore di 120mila tonnellate annue di rifiuti umidi, assolutamente sproporzionato alle esigenze locali; Regione Lazio che approva questo impianto senza assumersene appieno la responsabilità lasciando passare la cosa come un automatismo amministrativo.
Civitavecchia è stanca. Stanca delle promesse mancate, stanca delle malattie e delle troppe morti premature inflitte dall’inquinamento ambientale. Stanca dei giochi affaristici della politica. Per questo motivo Civitavecchia Bene Comune, con la schiettezza di chi ha la consapevolezza di aver dato tanto, vi chiede di esprimervi in proposito e di dichiarare pubblicamente il vostro impegno a difesa di quanto la cittadinanza attiva ha costruito fin qui.
Noi vigileremo e non arretreremo di un passo.
CIVITAVECCHIA BENE COMUNE