Lo sparo il 17 maggio 2015, il ragazzo cerveterano non ce l’aveva fatta dopo oltre 3 ore di agonia. Tra meno di 2 mesi l’Appello-bis.
Candele accese sui balconi e lenzuola bianche appese alle finestre. Un fiocco dello stesso colore nelle vetrine dei negozi. Residenti e commercianti di Cerveteri e Ladispoli lo scorso anno avevano rivolto un abbraccio simbolico alla famiglia di Marco Vannini. A quinto anniversario non è stato possibile realizzare neanche una messa per il giovane cerveterano ucciso esattamente 5 anni fa nella villetta dei Ciontoli ma sono migliaia e migliaia i messaggi di affetto rivolti ai genitori, Marina e Valerio.
Il 17 maggio del 2015 il colpo di pistola che si rivelerà fatale. Sono da poco passate le 23. Antonio Ciontoli, il sottoufficiale della Marina con un incarico nei servizi segreti, estrae la sua Beretta calibro 9 dal marsupio, la punta contro Marco in bagno per farsi una doccia e preme il grilletto. Il proiettile trapassa polmone e cuore e si conficca nella costola. Marco, fidanzato con la figlia di Ciontoli, muore dopo un’assurda agonia di oltre 3 ore: nessuno dei presenti in casa attiva in tempo i soccorsi.
Una gesto d’amore per i Vannini è arrivato in questi giorni da Santa Marinella dove il sindaco, Pietro Tidei ha donato una mattonella di porcellana raffigurante una delle foto più belle di Marco mentre con tuta da sub è in spiaggia con un polipo in mano appena pescato. A proposito di giustizia, è scattato il countdown per l’appello-bis stabilito dalla Cassazione lo scorso febbraio. Il nuovo processo per l’omicidio Vannini inizierà il prossimo 8 luglio, giorno in cui è stata fissata l’udienza davanti alla Seconda Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Roma. L’intera famiglia Ciontoli, Antonio e la moglie Maria Pezzillo ma anche i figli Martina e Federico, tutti presenti in casa la sera della tragedia, rischiano una condanna a 14 anni per omicidio volontario.