Cerveteri, un’associazione per i giovani nel nome di Marco Vannini

0
1310
Marco Vannini

Ci stanno pensando da tempo Marina e Valerio, i genitori di Marco. Un’idea nata per aiutare tanti ragazzi del territorio. 

Un’associazione per i giovani nel nome di Marco Vannini. Ci stanno pensando già da tempo Marina Conte e Valerio, i genitori del ragazzo ucciso a Ladispoli il 18 maggio del 2015. E dopo la condanna definitiva per omicidio volontario ricevuta dall’intera famiglia Ciontoli, il progetto potrebbe presto diventare realtà sul litorale nord. «Vorrei che quest’associazione – spiega la madre della vittima – possa aiutare i ragazzi a realizzare i propri sogni nel nome di Marco. Quei giovani che magari per varie problematiche, anche economiche, non ci riescono qui a Cerveteri e Ladispoli dove aveva tanti amici che gli volevano bene. Noi ormai viviamo in funzione di nostro figlio, ogni cosa che facciamo è perché Marco lo ha voluto». Anche Marco aveva un desiderio prima morire in quel modo assurdo dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola, e cioè diventare un pilota dell’Aeronautica. Ladispoli gli ha già intitolato un teatro, la città di Cerveteri un parco pubblico. «Delle iniziative importanti – aggiunge Valerio Vannini, il padre – che porteranno sempre in alto il nome di Marco a livello sociale e culturale. Ora con l’associazione potremmo dare un contributo in questo territorio per aiutare le persone che ne hanno bisogno».

Sono giorni all’insegna del ricordo e delle emozioni. È nata anche una canzone dal titolo “Marco” prodotta da un giovane musicista di Cerenova, Luca Freddi. Lui stesso in un’intervista tv su Canale 10 parla di come è nata questa idea. «Mi recai all’inaugurazione del parco di Cerenova a luglio 2020 – racconta – e conobbi la nonna di Marco e anche un signore, Enrico che gli aveva dedicato una poesia. Così gli chiesi se quel testo poteva trasformarsi in una canzone e si mostrò subito disponibile». Sembra passata un’eternità dal taglio del nastro dei giardini “Marco Vannini”. La famiglia stava lottando per ottenere giustizia, arrivata il 3 maggio scorso con la sentenza della Cassazione.