Un trattamento differente alle utenze delle frazioni rurali di Cerveteri. Lettera aperta ai consiglieri comunali.
Dal primo maggio scorso il Comune di Cerveteri ha attivato un nuovo portale internet attraverso il quale verrà modificato in modo sostanziale il conferimento e la raccolta dei rifiuti delle cosiddette “Case Sparse”, cioè delle frazioni rurali di Cerveteri: I Terzi, Casetta Mattei, Borgo S. Martino, Procoio, Ponte Coperto, Croce Bianca, S. Paolo, Ceri (escluso Borgo), Furbara, Due Casette, Zambra, Centocorvi, Pian della Carlotta, Gricciano, Podere Augusto.
Stiamo parlando di centinaia di utenze.
Noi delle Case Sparse paghiamo la TARIP come tutti gli altri cittadini di Cerveteri, ma la Giunta ci riserva un trattamento differente. È scritto infatti, sul sito del Comune e sulla Locandina che gira da fine aprile, che “SOLO PER LE CASE SPARSE” è attivo un servizio a richiesta per “PRENOTARE” sul portale on line il ritiro dei rifiuti, “COME ESPOSIZIONE DA CALENDARIO”.
Visto che si deve esporre il mastello nei soliti giorni di calendario, ho chiesto lumi sul senso di questo nuovo “servizio”: non è che in realtà si sta preparando il terreno a un OBBLIGO di registrazione dell’utenza e di prenotazione on line ogni volta che si deve conferire un mastello? La risposta del profilo social del servizio rifiuti del Comune, “Cerveteri chiama a raccolta”, è stata molto rapida e altrettanto chiarificatrice: “al momento non è obbligatoria, perché l’operatore continuerà a passare regolarmente. VERRETE INFORMATI PER TEMPO NEL MOMENTO IN CUI IL COMUNE DECIDERA’ DI METTERE LA PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SULL’APP”.
Pertanto, quest’obbligo ci sarà: verremo informati a cose fatte e intanto ce lo fanno passare come un nuovo servizio, del quale magari dovremmo anche ringraziare.
Come riportato sul sito del Comune, “la gestione dei rifiuti urbani comprende la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti urbani e costituisce un SERVIZIO DI PUBBLICO INTERESSE, svolto IN REGIME DI PRIVATIVA, SULL’INTERO TERRITORIO COMUNALE”. Un servizio essenziale, di cui il Comune deve farsi carico. Ma la gestione affidata al privato pone al solito la questione del profitto e della convenienza: conviene al privato girare per le campagne quando non fa il pieno carico? Per definizione, il privato guarda al profitto; l’amministrazione pubblica dovrebbe invece tutelare l’erogazione del servizio per tutti, con un carico tariffario equamente distribuito e con maggiori oneri, secondo legge, per chi “sporca” di più.
Non saprei dire se la questione sia stata adeguatamente posta in sede di gara d’appalto, né se l’attuale gestore privato fosse consapevole della vastità di un territorio in gran parte rurale come quello di Cerveteri, quando ha vinto l’appalto garantendone la copertura per tutta la durata del contratto. Fatto sta che ora qualcuno ha deciso che si possa tutelare il profitto del privato OBBLIGANDO solo una parte dei cittadini utenti a farsi carico di nuove incombenze: l’OBBLIGO di scaricare un’app (quindi di avere un computer o uno smartphone e una connessione internet a proprie spese), l’OBBLIGO di registrarsi su un portale on line, l’OBBLIGO di pianificare i conferimenti e l’OBBLIGO di prenotare per tempo il ritiro della propria differenziata, sempre la stessa nei soliti giorni previsti dal calendario, quelli uguali per tutti. Alternative? non contemplate.
Quindi, noi soltanto abbiamo l’OBBLIGO di fare cose che gli altri utenti non fanno, per consentire al gestore di risparmiare sui costi, magari generati da attività extra nelle zone urbane o nelle frazioni principali, dove sicuramente il carico di lavoro, per diversi motivi, è maggiore della semplice raccolta dei mastelli in campagna. Ma allora, chi sporca di più paga veramente di più, nello spirito della legge? O è prevista una contropartita per i nuovi OBBLIGHI delle Case Sparse? Ad esempio, un nuovo calcolo puntuale del conferimento, con relativa variabilità della tariffa anche per la differenziata? Non se ne fa menzione.
Se per il decoro e la pulizia dei marciapiedi un gruppo di cittadini, disperati di fronte al degrado, si è volontariamente attivato con l’iniziativa “Adotta una strada”, generando risparmi certi per il privato, ora noi delle Case Sparse abbiamo l’OBBLIGO di pianificargli il lavoro, al privato.
Non ho sentito ancora una sola voce istituzionale, nessun Consigliere Comunale, parlare della questione. Mi auguro si faccia nella prossima seduta del Consiglio.
Accade spesso che di fronte all’arroganza di certi provvedimenti ci si senta impotenti. L’unica arma a nostra disposizione dovrebbe essere la partecipazione democratica. Tuttavia è stato negato ai cittadini di porre personalmente questioni di pubblico interesse in Consiglio Comunale (mozione sul Question Time del Cittadino, bocciata nel 2018). Spero quindi che gli attuali Consiglieri riescano a vedere l’assurdità e l’inapplicabilità di questi OBBLIGHI, tra l’altro senza contropartita, e facciano sentire la propria voce nelle sedi opportune, loro che possono e che sono lì a rappresentare anche le minoranze.
Loredana Angelini
Cerveteri – Case Sparse