Cerveteri, Ladispoli e il consumo del suolo

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Ecosistemi a rischio nel territorio dalle autorizzazioni facili

Cittadini Volontari e Attivisti per l’Ambiente

Il gruppo spontaneo di cittadini Ci.Va.T., attivo sul territorio di Ladispoli e Cerveteri, esprime sconcerto per l’ennesimo tentativo di insediare, su proposta della Società PA.MA, un impianto di distribuzione GPL e ricarica veicoli elettrici in Via Fontana Morella km 4,700, località “Stallonara” nel Comune di Cerveteri (RM), adiacente al sito protetto del Monumento naturale “Palude di Torre Flavia”.

Un sistema paesistico agro-ambientale di grandissimo interesse per la biodiversità, luogo di sosta, nidificazione e svernamento di oltre 230 specie di uccelli (tra cui oltre 40 inserite nell’Allegato 1 della Direttiva “Uccelli” 147/2009/CEE), Zona di Protezione Speciale – ZPS IT6030020 “Torre Flavia” della Rete Natura 2000, Sito di Importanza Comunitaria “Secche di Torre Flavia” SIC IT 6000009 (Dir. 92/43/CEE “Habitat”, che tutela le praterie di Posidonia oceanica).

Ancora, dal 2017 la Città Metropolitana di Roma Capitale, ente gestore dell’area protetta, ha attuato azioni di ripristino ambientale nella zona della Stallonara, trasformando aree incolte in un sistema di stagni e ambienti umido-arbustivi, impegnando risorse al fine di incrementare la biodiversità del sito. Un sito che è stato anche oggetto, in passato, di studi archeologici per le emergenze individuate e documentate da Flavio Enei, Direttore del Museo del Mare e della Navigazione Antica di Santa Severa.

La prima considerazione da fare è se l’area oggetto dell’intervento risulti classificata dal Comune di Cerveteri come zona omogenea territoriale A, ai sensi del D.M. 1444/68 (“piani di zonizzazione”); questo è un elemento dirimente, in quanto ogni zona presenta vincoli diversi. La zona omogenea A corrisponde alle “parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi”, la cui destinazione d’uso richiede attività non nocive né moleste. In parole semplici, attività che non compromettano le caratteristiche dei siti.

La seconda considerazione porta a domandarsi per quale motivo, dal 2019, un ecosistema di tale importanza sia sotto l’attacco pressante di un progetto assolutamente insensato.

Nel 2019, infatti, l’ex assessore all’Ambiente e Consigliere di Cerveteri, Andrea Mundula, conferma la notizia di un progetto per la realizzazione di una stazione di servizio carburanti, con annesso autolavaggio, e di un campeggio nella zona della Stallonara, in via Fontana Morella, adiacente all’area protetta che, dal 2017, era oggetto delle azioni di ripristino ambientale già descritte. Una levata di scudi si alzò contro questa scellerata iniziativa, con tanto di raccolta firme. Apparentemente l’iter si arrestò, anche se il sipario non è mai calato e oggi quel progetto megagalattico è stato riproposto con qualche ridimensionamento, mentre il Comune di Cerveteri sembra non aver abbandonato l’idea di un campeggio, tipo “gampling”.

In ogni caso, che si tratti di una stazione di carburante tradizionale o solo per GPL e ricariche elettriche, non cambia l’impatto delle infrastrutture, delle recinzioni di calcestruzzo, delle tubazioni per la movimentazione dei carburanti, delle strutture edilizie di funzionamento e di servizio, degli impianti luminosi, del relativo inquinamento acustico da veicoli a motore in stazionamento, etc., senza considerare lo stravolgimento dovuto ai lavori di realizzazione.

Una simile concentrazione di aspetti critici contribuisce ad alterare pesantemente gli equilibri ecosistemici, anche con importanti ripercussioni sulle fonti di approvvigionamento idrico del Consorzio di Bonifica “Tevere e Agro Romano”, attraverso cui si fornisce acqua all’invaso principale della Palude di Torre Flavia, con il rischio di inquinamento delle falde e con l’impermeabilizzazione dei suoli.

Ci sembra evidente che la questione centrale sia la mancanza di una strategia a medio e lungo termine di gestione del territorio e del sistema costiero da parte del Comune di Cerveteri; patologia che affligge anche il limitrofo Comune di Ladispoli. Non si tratta di appoggiare gli isterismi di quattro ambientalisti, ma di amministrare e proteggere un bene comune, un sito di interesse pubblico irrinunciabile per l’intera collettività, quale è il Monumento Naturale Palude di Torre Flavia, tutelato da norme nazionali e sovranazionali.

Non indigna che un privato eserciti il diritto ad una libera iniziativa imprenditoriale, se prevista dalla legge. Sconvolge l’atteggiamento pilatesco dell’amministrazione caerite, che preferisce nascondersi dietro le maglie del D.lgs. 32 del 1998, con il quale si liberalizza l’installazione degli impianti di distribuzione carburanti passando da un regime di concessione amministrativa a quello di una semplice autorizzazione, anziché predisporre il Piano comunale di razionalizzazione della rete distributiva.

In mancanza del suddetto Piano, non sussiste alcuna limitazione all’insediamento di un impianto di distribuzione di carburanti in qualsiasi zona, ad eccezione delle aree classificate in “zona A” e comunque nel rispetto di determinati vincoli, a presidio di interessi pubblici irrinunciabili.

Fortunatamente, finora l’iniziativa della società PA.MA. ha trovato il diniego della Regione Lazio, che dei vari progetti presentati dal 2019 ad oggi sottolinea il carattere approssimativo e alquanto impreciso, sia rispetto al quadro ambientale che allo stato dei luoghi, rappresentati con riferimenti totalmente fuori contesto e senza tenere conto degli obiettivi di conservazione della ZPS IT6030020 “Torre Flavia”. Progetti che sembrano redatti per lo più senza la consulenza di figure competenti in materia ambientale. La Regione ha rigettato finora le diverse istanze, rimettendo al mittente la richiesta di documentazione integrativa; dal canto suo, PA.MA. ha predisposto una versione più “soft” del progetto, nella speranza di ricevere parere positivo.

Mentre gira questa giostra, sembra sia aumentato il valore dei terreni su via del Bagolaro, adiacente all’area interessata, come se la realizzazione del distributore fosse il viatico per una nuova fase di urbanizzazione a Marina di Cerveteri e, davanti alle telecamere e sui media, tra l’amministrazione di Cerveteri e quella di Ladispoli volano reciproche accuse su varianti al PRG e aggressioni allo spazio naturale.

L’impressione, in realtà, è che procedano entrambe nella stessa direzione: consumo di suolo e distruzione degli ecosistemi, in cambio di miniparchi urbani dove addomesticare la Natura. L’unica speranza è la vittoria del buon senso, per scongiurare in via definitiva ogni ipotesi di campeggi e distributori a Torre Flavia.

Riceviamo e pubblichiamo
Gruppo CiVAt – Ladispoli Cerveteri

Cittadini Volontari e Attivisti per l’Ambiente