CERVETERI, GARANTITO IL FUTURO DEI LAVORATORI

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Intesa proficua tra sindacati e Comune. Avviata dall’amministrazione la procedura di rescissione del contratto con Camassa.

di Toni Moretti

Si può definire fruttuoso l’incontro tenutosi ieri presso il Palazzo Comunale di piazza Risorgimento, tra i responsabili dell’Ati, formata dalla Camassa Ambiente, società capo fila e la ASV, l’amministrazione comunale e i sindacati, nella fattispecie la CGIL funzione pubblica, nonostante lo scenario emerso al momento dell’incontro, in qualche modo modificava i motivi dell’incontro stesso.

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L’incontro è stato indetto affinchè l’amministrazione comunale rendesse possibile per le aziende aumentare l’orario complessivo di lavoro e l’inserimento a tempo indeterminato di tutto il personale impiegato, con l’ausilio di società interinali.

Il dialogo inizia però con l’avvio, da parte dell’amministrazione comunale, di una procedura di rescissione del contratto di appalto nei confronti dell’Ati.  Pertanto l’interesse del sindacato si è orientato verso forme di tutela nei confronti dei lavoratori, per garantire, qualora ciò avvenisse, l’assorbimento dei lavoratori precari da parte di chiunque subentrasse nella gestione del servizio.  Che fosse Camassa o ASV o anche, come sarebbe possibile, una terza azienda: applicazione del contratto di categoria ISE.

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Si attende ora la risposta di Camassa per capire le sorti del servizio. Partendo dal fatto che la ASV, la partecipata del comune di Bitonto, essendo stata posta in liquidazione, ha già espresso l’intenzione di abbandonare, pertanto le parti, in attesa dell’epilogo, si sono riconvocate per il 10 febbraio, giorno in cui, in caso di insoddisfazione delle parti sindacali, verrà decretato lo sciopero che per adesso è stato congelato. L’impegno è che una volta definito chi continuerà il servizio, questa azienda avrà dal Comune l’assegnazione dei servizi aggiuntivi con le somme già iscritte in bilancio e che provvederà all’assunzione di tutti i dipendenti di cui 12 di ASV, compresi i sei interinali rimasti fuori dall’accordo di settembre.