“Il Sindaco Pascucci impedisca con un ordinanza le sperimentazioni sul territorio di Cerveteri”.
Sono tempi questi che stiamo vivendo, davvero di rilevanza storica, se da una parte ci si affatica per aiutare chi messo in ginocchio dalla crisi pandemica sia economicamente sia sanitariamente, dall’altra parte c’è chi si approfitta del momento per portare sui territori del nostro amato comune di Cerveteri antenne e ripetitori 5G.
Come tanti cittadini, abbiamo visto tutti a Cerenova e non solo, il taglio di alberi di grande stazza e spero non sia correlato, chiedo formalmente tramite questo articolo che il Sindaco Alessio Pascucci, chiarisca con quale atto comunale prende distanza dalle sperimentazioni della tecnologia 5 G e se non lo ha fatto, provveda con un’ordinanza!!!
Associazioni di consumatori come il Codacons hanno lanciato l’allarme, scrivendo agli 8 mila sindaci italiani di adottare provvedimenti analoghi. Il Codacons ha anche presentato un esposto a tutte le procure della Repubblica d’Italia, sollecitando l’apertura di indagini sui pericoli per la salute provocati dalla rete 5G.
Quindi secondo le posizioni delle associazioni e di alcuni sindaci, tra cui anche il Sindaco Grando del comune di Ladispoli, peraltro quello di Ladispoli è il 74° atto amministrativo ufficialmente approvato tra i vari municipi d’Italia, compresi i 18sindaci che dalla Valle d’Aosta alla Sicilia hanno emanato ordinanze urgenti e contingibili per bloccare il 5G.
A differenza della mozione di consiglio comunale, infatti proprio l’ordinanza del Sindaco – massima autorità sanitaria locale – sarebbe l’unico strumento giuridicamente valido per arginare i pericoli dell’invasione elettromagnetica del wireless di quinta generazione, privo di studi preliminari sui rischi socio-sanitari per ecosistema e popolazione, altrimenti irradiata da inesplorate radiofrequenze già possibili agenti cancerogeni. applicando a un principio di buon senso prima ancora che di diritto, per precauzione, fino a quando i pericoli potenziali ed ipotizzati non saranno del tutto esclusi, deve applicarsi la massima cautela, evitando di procedere con la diffusione della nuova tecnologia. Quando si tratta di rischio salute bisogna procedere coi piedi di piombo ed evitare sperimentazioni potenzialmente nocive.
A distanza di mesi dell’approvazione della Risoluzione di Vicovaro nel consenso del 1° meeting nazionale Stop 5G promosso il 2 Marzo 2019 dall’Alleanza Italiana Stop 5G, moltissimi Comuni d’Italia sono oggi ufficialmente Stop 5G.
Prima di Vicovaro il vuoto, nelle amministrazioni locali dello tsunami del wireless di quinta generazione non se ne parlava affatto, ignorato completamente il rischio, mentre adesso – a poco più di un anno dal primo storico evento che ha avviato il dibattito in Italia – avanza inarrestabile una marea montante di consapevolezza nella rivendicazione di un diritto sancito all’art. 32 della Costituzione, richiamato l’europeo principio di precauzione dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, dalla provincia di Bolzano a quella di Caltanissetta e Nuoro, passando per le città di Roma (Municipio XII), Torino, Catania, Firenze, Piacenza e Bologna, dove vere e proprie roccaforti con decine di amministrazioni contrarie a Big Data si contano tra i piccoli centri in Alto Adige, Campania, Abruzzo e Puglia. A queste, si aggiungono anche la Regione Toscana e la Regione Marche: i consigli regionali hanno infatti approvato mozioni precauzioniste.
Ma non solo, la questione è arrivata anche in Senato tramite un interrogazione, di cui riporto uno stralcio a seguire: <<”…Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01991, Pubblicato il 18 luglio 2019, nella seduta n. 135 DE BONIS – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico. –Premesso che:
da un articolo di “Oasi Sana” del 15 aprile 2019, Maurizio Martucci denuncia un’ecatombe di alberi che intralciano il wireless del 5G; pare che si stia realizzando un abbattimento (fuori stagione) di alberi in numerose nazioni. “Inghilterra, Scozia, Irlanda, Francia, Olanda, America e pure Italia. Decine di migliaia di alberi (anche secolari e rigogliosi) tagliati con disinvoltura alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti, tra gli interrogativi dell’opinione pubblica e le proteste di chi, sgomento per l’anomala coincidenza, s’interroga sui risvolti meno evidenti spingendosi alla ricerca di verità occulte”; nonostante gli agronomi redigano relazioni tecniche che certificano malattia e morte naturale di arbusti, fogliame e rami, ciò che sembra strano è che decine di migliaia di alberi siano stati abbattuti tutti insieme, proprio adesso, anche in città distanti decine di migliaia di chilometri l’una dall’altra, in Europa, come in America; sia nella città di Prato che a Roma sono scesi in strada gli attivisti dei comitati locali “Stop 5G” e il comitato Stop 5G di Cerveteri ha diffuso una nota in cui vengono chiesti al sindaco chiarimenti sulla contestata demolizione. Pare che a Roma la Giunta Raggi abbia annunciato l’abbattimento di 60.000 unità; puntando su studi e consulenze d’esperti, l’inchiesta di “Oasi Sana” prova a fare chiarezza sulla questione. Interviste e documenti alla mano, si scopre che tra alberi e 5G vi è un nesso; “l’acqua, di cui in genere sono ricchi gli alberi e le piante, assorbe molto efficacemente le onde elettromagnetiche nella banda millimetrica”, sostiene Andrea Grieco, docente di fisica a Milano ed esperto dei problemi legati all’inquinamento elettromagnetico, “per questo motivo costituiscono un ostacolo alla propagazione del segnale 5G. In particolare le foglie, con la loro superficie complessiva elevata, attenuano fortemente i segnali nella banda Uhf ed Ehf, quella della telefonia mobile. Gli effetti biologici sono ancora poco studiati, però alcune ricerche rilevano danni agli alberi e alle piante sottoposte a irraggiamento da parte delle Stazioni Radio Base”; secondo quanto sostiene Grieco, scrive Martucci, quindi il sillogismo è presto fatto: alberi uguale clorofilla uguale acqua. E le inesplorate microonde millimetriche dalle mini-antenne 5G (senza studio preliminare sugli effetti per l’uomo, nonostante le radiofrequenze siano possibili cancerogeni secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) trovano nell’acqua e negli alberi un ostacolo nel trasporto dati, non avendo il segnale del wireless di quinta generazione lo stesso campo elettrico né la stessa penetrazione a lungo raggio dei precedenti standard2G, 3G e 4G. In pratica, l’albero funge da barriera. Le foglie dell’albero assorbono lo spettro di banda del 5G, impedendone l’ottimale ricezione del segnale emesso dalle mini-antenne;….”>>.
Sindaco Pascucci come vede di motivi validi e costituzionali gliene ho forniti molti, ora ci tuteli!!!
Delegato Lega Salvini Premier per i territori del Sasso, Pian de la Carlotta e Duecasette,
Roberto Menasci