Record d’incassi ai botteghini per l’ultima fatica di Quentin Tarantino, “C’era una volta a Hollywood”, un film che è un atto d’amore verso il cinema. Fra gli interpreti Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Kurt Russell e Al Pacino.
di Barbara Civinini
Il cinema che racconta se stesso ha sempre avuto un grande fascino e quando a farlo è un regista come Quentin Tarantino è una vera avventura. Con C‘era una volta Hollywood – arrivato in questi giorni in sala – il regista ci riporta indietro nel tempo, a quel 1969 quanto fu uccisa Sharon Tate, moglie di Roman Polanski. La bellissima Sharon è la nuova vicina di Rick Dalton, star della televisione in declino. Dalton condivide la scena con Cliff Booth, stuntman che si è fatto le ossa girando western in California, nello Spahn Movie Ranch. L’ultimo scacco li costringe a traslocare oltreoceano per fare un pugno di spaghetti western. Sei mesi e una moglie italiana dopo, Rick e Cliff tornano a Los Angeles dove li attende la notte più calda del 1969. Insomma, un Tarantino insolito, in chiave vintage, che ci riporta a quell’età dell’innocenza quando la vecchia e cara industria dei sogni a stelle e strisce era passata da poco dal bianco e nero al colore, dove bastava un soffio per far divampare lo scandalo. Così nell’anno dell’oceanico concerto di Woodstock e di Easy Rider, Tarantino compie il suo viaggio immaginario nella setta di Charles Manson che assassinò Sharon e i suoi amici, e quella delle sue vittime, espressione dell’aristocrazia hollywoodiana più in vista. Quasi una dichiarazione d’amore del regista per il cinema e la città che l’ha visto ragazzo. A mezzo secolo di distanza, l’orribile strage consumata nella villa al numero 10050 di Cielo Drive, è ancora vivida nell’immaginario collettivo, forse per ricordarci che l’orrore può essere nascosto proprio dietro l’angolo. Tarantino durante la presentazione romana del film ha raccontato che da ragazzino adorava Sharon: era molto brava e aveva tanto fascino. E Margot Robbie, che le presta il volto, ha detto di essersi affidata ai ricordi del regista per riportarla sul grande schermo. Accanto a lei c’è un vero e proprio cast stellare per raccontare con una favola moderna quell’epoca d’oro del cinema, compreso quello oltreoceano degli spaghetti western. I due protagonisti principali sono la stella del Titanic, Leonardo DiCaprio, e Brad Pitt, che aveva già lavorato con il regista in Bastardi senza gloria. La realizzazione della pellicola non è stata facile perché il produttore abituale di Tarantino, Harvey Weinstein, è stato travolto dallo scandalo del #metoo. Alla fine si è aggiudicata i diritti di distribuzione la Sony Pictures, che ha concesso al regista il “final cut”, oltre ad una certa percentuale sull’incasso lordo. Il film, comunque, è stato girato in 35 mm, anamorfico, ha spiegato il direttore della fotografia, Robert Richardson, perché il 70mm sarebbe stato troppo costoso. Anche se l’Hollywood Reporter l’ha descritto come un’inedita reinterpretazione degli omicidi della famiglia Manson, è un film sul cinema che si racconta non solo per cinefili ma per tutti.