C’era una volta…

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C’era una volta…

a cura della Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

“C’era una volta, tanto tempo fa in un posto immerso tra monti e mari, tra colline e prati, tra laghi e fiumi, un paese in cui le persone vivevano tranquille e serene. Gli anziani del posto dicevano che questa serenità era derivata da una scoperta molto importante. Una volta, in una serie di giorni dentro una serie di anni, i vari villaggi della zona erano entrati in conflitto…le cui ragioni col tempo sono state dimenticate. Le persone dei villaggi, a causa di questo conflitto, quando si incontravano si guardavano in cagnesco e tutto il corpo esprimeva rabbia reciproca. Ad un certo punto una persona pensò ‹‹maaa… cambierebbe qualcosa se iniziassi a sorridere?›› così iniziò a sorridere e a parlare bene delle persone del posto con le persone del posto… Dopo tanto… taaanto… teempo, le persone iniziarono ad avere un’immagine ed un’idea diverse di quelle che avevano avuto per molto tempo. Iniziarono a salutarsi, a sorridersi, a parlarsi civilmente. Alla fine hanno iniziato a stare insieme amichevolmente, a fare feste e ad innamorarsi. E così la vita in questi luoghi divenne più semplice e più solidale.”. Questo è un esempio di un intervento psicoterapico, ossia un intervento (o una serie di interventi) verbale che il terapeuta attua al fine di fare uno scatto terapeutico. Molto spesso il racconto di storie inventate, il portare esempi presi dalla vita quotidiana, l’uso delle metafore e di miti, dà la possibilità al terapeuta di far aprire gradualmente la porta dall’inconscio, rispettando le difese e i tempi della persona. L’inconscio, poi, prende dalla metafora, dal racconto ciò che vuole e potrebbe sviluppare la sua maturazione personale in modo diverso dalle intenzioni del terapeuta. Ciò succede perché l’inconscio coglie determinati particolari e fa associazioni personali che il terapeuta non sempre può immaginare. Il mondo interno della persona è sempre così ricco di particolari, di eventi e di vissuti che spesso sono una piacevole scoperta. Ci sono anche altre tecniche terapeutiche. Per esempio, le frasi “quando Lei starà meglio”, “quando vedrà le sue problematiche da uno o più punto di vista alternativi” portano la persona in un futuro prevedibile di autonomia terapeutica e di benessere. Pensiamo, invece, a quando si dice ad un bambino costantemente “sbagli sempre”, “sei stupido” “sei cattivo” oppure “sei molto bravo”, “ce la farai”, “troverai il metodo per riuscirci”… oppure quando un partner dice continuamente all’altro “prima o poi mi lascerai/mi tradirai” oppure “mi sembra che quella persona ti guardi in modo interessato”. Alla fine quel bambino si comporterà come gli è stato ripetuto nel tempo e il partner, che all’inizio non badava alla terza persona, inizia a vederla sotto un altro punto di vista…e magari nasce una infatuazione… o peggio. Questo insieme di frasi contengono in sé il seme della realizzazione di un comportamento personale o altrui. In un contesto terapeutico queste frasi sono caratterizzate da un contenuto propositivo poiché proiettano, in modo immaginario ma concreto, la persona in un probabile futuro attraverso il richiamo delle sue risorse. Così è successo nella storia raccontata. Ognuno prenda da questo articolo ciò che è meglio per lui.

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