di Giovanni Zucconi
“Alla mia bambina, che frequenta le elementari, le ore di Assistente Educativo Culturale sono state ridotte da 19 a 3. Ma non ci sono i fondi, con chi ce la possiamo prendere?”. Vorrei aprire questo articolo con la testimonianza di una madre che, pur con la grande dignità che contraddistingue i genitori dei bambini disabili, denuncia, quasi con rassegnazione, la grave limitazione al diritto all’istruzione per sua figlia. Bisogna rendersi conto che questi tagli hanno un effetto devastante per il futuro del bambino disabile. Non solo perché accrescono a dismisura le già gravi difficoltà delle famiglie che tentano disperatamente di integrare il loro figlio nel difficile ambiente scolastico, ma anche perché tutte le carenze cognitive e relazionali che si accumuleranno inevitabilmente a causa della mancanza di un assistente adeguatamente preparato, condanneranno sicuramente il bambino ad un futuro da “diverso”. Non stiamo quindi parlando di tagli sul sociale che possono determinare una gita in meno, o una settimana in meno di permanenza alle terme, ma di tagli che possono pregiudicare un futuro migliore a dei bambini che possono superare i loro handicap solo con tanto, tanto, lavoro in età prescolare e scolare. Per questo la tempesta mediatica, addirittura a livello nazionale, che si è abbattuta nei giorni scorsi sul Comune di Cerveteri a causa dei tagli che sono stati fatti alle ore di AEC destinate ai bambini disabili, è da considerarsi sacrosanta e da sostenere con tutte le nostre forze. Ma anche per questo non bisogna fare l’errore di cadere nella semplificazione, come purtroppo ho visto fare in queste ultime settimane. Le semplificazioni vanno bene quando si deve capire qualcosa di molto complesso, e ne faremo anche noi in questo articolo, ma non vanno bene quando si vorrebbe poi indagarne le cause o proporre delle soluzioni. Un esempio di semplificazione? Voi sicuramente avete pensato che la bambina, citata all’inizio, alla quale sono state ridotte le ore di AEC, frequenti una scuola elementare di Cerveteri. Sbagliato. La bambina è iscritta in una scuola di Ladispoli. Proviamo quindi a cercare di capire meglio le origini di questi tagli scellerati, e di capire anche perché, nonostante circolino in Internet tante semplici soluzioni apparentemente risolutive, queste poi non vengono adottate a Cerveteri dall’Assessora competente. Per approfondire la questione, come nostro costume, siamo andati a sentire direttamente la fonte, e abbiamo intervistato nel suo ufficio l’Assessora alle Politiche alla Persona di Cerveteri, Francesca Cennerilli. Il tema è stato abbondantemente trattato nelle settimane scorse in diversi articoli, quindi, sempre come nostro costume, proveremo a fare all’Assessora delle domande che non gli sono state ancora poste.
Assessore Cennerilli, cominciamo con una domanda che tutti sicuramente vorrebbero porle. Perché, nel bilancio 2017, non sono state destinate al sociale tutte o parte delle risorse che sono state, o saranno impiegate, per esempio, nella manifestazioni culturali o ludiche?
“I tagli, altrettanto pesanti, ci sono stati anche nei capitoli degli altri assessorati. Per esempio nel turismo l’anno scorso c’erano 100.000 euro da spendere. Quest’anno solo 10.000. Un taglio analogo l’ha subito l’assessorato alla Cultura. E questi sono solo due esempi. Le briciole che sono rimaste servono per tenere in piedi un assessorato che comunque è fondamentale per una città come Cerveteri. Il nostro problema è che il taglio più grande di tutti lo hanno subito proprio i Servizi Sociali, perché inevitabilmente la maggior parte della spesa corrente a Cerveteri è concentrata in questo settore. Togliere qualcos’altro dagli altri capitoli significa portarli completamente a zero. Il che potrebbe anche essere una soluzione, ma stiamo parlando di poche migliaia di euro. Che nel grosso del nostro problema non fanno la differenza, ma che, abbinati nel caso del turismo e della cultura a fonti esterne, possono garantire quella piccola compartecipazione del Comune, necessaria per realizzare un evento. Perché come ormai è risaputo, in qualsiasi bando si partecipa, viene sempre richiesta una piccola compartecipazione dell’ente. Se non hai nemmeno quei pochi spiccioli, non puoi neanche partecipare al bando, e non puoi prendere i soldi che sono disponibili dall’esterno. E, come si può facilmente verificare negli atti pubblici, la maggior parte dei fondi utilizzati per le manifestazioni organizzate a Cerveteri provengono da sponsorizzazioni o fonti esterne.”
Ma magari si poteva sopportare qualche buca sulle strade in più…
“Queste operazioni sul bilancio sono più complesse di quello che sembra. Le voci di bilancio sono diverse. Quella dei servizi sociali è una è una spesa corrente. Quella relativa alle infrastrutture, per esempio, è una spesa che è in conto capitale oppure è stata prevista per appalti per i quali si è già attivato l’iter di gara.”
Lei è consapevole che ai genitori dei bambini disabili tutte queste giustificazioni interessano poco. A loro interessano le soluzioni. E come amministratori tocca a voi trovare una soluzione. Non ne ha neanche una da proporre ai nostri lettori?
“Come le dicevo la soluzione non è togliere da una parte e mettere in un’altra. Io e i miei uffici abbiamo lavorato duramente in questi mesi, insieme al Sindaco e alla giunta, e posso anticiparle che abbiamo finalmente trovato i fondi per eliminare praticamente tutti i tagli che siamo stati costretti a fare durante la stesura del bilancio. Potremo contare, nella seconda metà dell’anno, su ulteriori fondi. Diciamo a partire dalle feste di Natale, fino alla fine dell’anno scolastico.”
Come ci siete riusciti?
“Sono semplicemente riuscita a farmi finanziare dalla Regione altri progetti dei servizi sociali. Questo ha permesso di sbloccare dei fondi interni che il Comune aveva già messo a disposizione dei Servizi Sociali. Questi sono stati immediatamente spostati sull’AEC, e ci consentiranno di coprire molto di più questo servizio, e di riportarlo quasi allo standard dello scorso anno.”
E’ una buona notizia che ci dà. Di quali cifre stiamo parlando?
“Intorno ai 150.000 euro.”
Questo sarà sufficiente per eliminare tutti i tagli?
“Consideri che noi l’anno scorso avevamo in bilancio 430.000 euro, mentre quest’anno in bilancio c’erano solo 250.000 euro. Adesso possiamo arrivare a 400.000. Considerando che 4 mesi di scuola l’abbiamo già fatti, possiamo dire che ritorneremo nello standard dell’anno scorso in termini di ore di AEC.”
Per il prossimo anno scolastico che cosa prevede? Riusciremo ad evitare i tagli già dall’inizio dell’anno?
“Purtroppo navighiamo a vista. Adesso abbiamo raggiunto questo obiettivo, e mi sono messa subito al lavoro, insieme ai miei uffici, per trovare fondi sufficienti per l’anno scolastico 2018-2019. Nulla è scontato purtroppo. Saremo anche il prossimo anno a far fronte alle coperture senza aiuti esterni, solo lavorando di misurino? Io me lo auguro. Per risolvere definitivamente il problema sarebbe necessari che gli organi sovracomunali si decidano di investire di più sul sociale, e di ristrutturare un welfare che non è più quello di 10 anni fa. La crisi ha cambiato le condizioni di molti dei nostri concittadini. Noi adesso ci siamo focalizzati sull’AEC, che è un problema fondamentale e importante, ma non è che gli altri settori che ruotano intorno al servizio sociale stiano messi particolarmente bene.”
Il prossimo anno saranno garantite le colonie estive che sono state soppresse quest’anno?
“Ci stiamo lavorando. Ad oggi non posso dare un ok definitivo, ma stiamo lavorando per reperire i fondi esterni per poter garantire anche questo. E stiamo anche valutando se cambiare la tipologia di retribuzione da parte dell’utenza, in modo che si possa gravare meno sull’ente ma che si possa comunque avere un servizio ottimale come è sempre stato. Quindi con molta probabilità, si”
Considerando che si sono trovati solo adesso i soldi necessari, quando la macchina della scuola è già in moto, c’è la possibilità di recuperare? Si potranno assumere le assistenti che non si sono potute assumere a inizio anno?
“In realtà tutto è possibile e modificabile. Noi abbiamo previsto degli incrementi delle ore da fare in quasi tutti i casi di AEC.”
Quanti sono i bambini che hanno diritto ad un Assistente Educativo Culturale?
“Sono circa 102. Quelli certificati con legge 104, comma 1 e comma 3. Poi ne abbiamo un’altra ventina di casi che hanno fatto domanda, ma che non avendo il requisito della legge 104 non hanno avuto l’attivazione della domanda. E anche questo è un altro problema che dovremo affrontare. Se avessimo avuto dei fondi esterni sufficienti, come negli altri anni, avremmo potuto dare un aiuto, anche se parziale, a chi non ha ancora terminato tutti i passaggi burocratici, ma che ha comunque la necessità di un supporto a scuola”
Centodue ragazzi (più 20) che hanno bisogno di AEC a Cerveteri, sono tantissimi.
E’ vero, sono tantissimi. I casi di disabilità nel Comune di Cerveteri sono in aumento esponenziale. Sono soprattutto nella scuola dell’infanzia, ma anche nella scuola primaria. Cioè in quei due ordini di studio che la Regione non prende in considerazione, anche se le scuole facessero domanda di AEC. Aggiungo che la disabilità che c’è sul nostro territorio, oltre ad essere aumentata a livello di numeri, è anche aumentata a livello di gravità. E va detta un’altra cosa. Negli ultimi anni, avendo noi un servizio di AEC, di domiciliare, e di altro, molto funzionante, abbiamo avuto moltissime persone che dalle zone limitrofe si sono trasferite a Cerveteri. Quindi c’è un afflusso di persone con determinate patologie nel nostro Comune, e che aumenta di anno in anno. Sono molti di più i casi che entrano in carico al Comune ogni anno, rispetto a quelli che escono dalla fascia scolastica. E questo è un problema. Parliamo di aumenti di 10, 15 o 20 bambini all’anno. Per questo abbiamo necessariamente bisogno di un aiuto dall’esterno. Lo stesso accade a Ladispoli. Siamo un territorio ad alta concentrazione di disabilità”
Perché Ladispoli è rimasto fuori da questo polverone mediatico?
In realtà sono rimasti fuori tutti. Tutti i Comuni italiani hanno lo stesso problema, chi più chi meno, ma il polverone si è alzato solo a Cerveteri. Ma Ladispoli ha lo nostro stesso budget, e ha praticamente lo stesso numero di casi da seguire. Ed è un Comune che negli anni, mediamente, ha sempre investito meno di quello che abbiamo investito noi. Il polverone a Cerveteri è stato alzato da chi ha voluto strumentalizzare la cosa. Perché i genitori, anche quelli arrabbiati, giustamente arrabbiati, si sono sempre confrontati con noi con educazione con civiltà. Perché il genitore intanto ci conosce, e soprattutto mi conosce. Perché io questi 102 ragazzi li conosco uno per uno. Conosco le loro famiglie, conosco le loro storie. Conosco tutto il sacrificio che c’è dietro e tutto l’amore che c’è dietro per cercare di sopperire le necessità. E loro lo sanno come noi lavoriamo. Io li sento quotidianamente al telefono.”
Mi risulta che lei non abbia nemmeno ricevuto una testimonianza di solidarietà dagli Assessori omologhi dei paesi limitrofi. Come mai?
Questo dovrebbe chiederlo a loro. Veramente dovrebbe chiederlo un po’ a tutti perché nessuno è intervenuto a mia difesa. Nessuno in generale. E’ una provocazione che le lancio.”